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Milano / Zam, dopo lo sgombero cariche sotto al comune

Pisapia fa difendere il palazzo a colpi di manganello. Sabato prossimo corteo Reclaim the Space, per l’autogestione e contro la logica Expo: “Noi siamo i banditi”.

23 Maggio 2013 - 17:04

(da Milano in movimento)

Stay Zam: dopo lo sgombero, sotto il Comune

“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”

Gli spiderman che hanno resistito allo sgombero di Zam sono tornati in azione.

Avevano annunciato, lasciando via Olgiati 12, che la giornata non sarebbe finita. Primo appuntamento del pomeriggio alle quattro in Porta Genova, e poi alle sei sotto Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. Da Porta Genova si sono mosse in corteo più di 150 persone. Arrivati sotto Palazzo Marino i sostenitori di Zam hanno cercato di entrare in Comune per fare assemblea. Non avendo più uno spazio volevano entrare nella “casa di tutti i milanesi”, anche per stimolare una risposta del sindaco sullo sgombero dell’esperienza occupata il 29 gennaio 2011. Il senso di ragno non si sbaglia mai: ancora una volta il silenzio, ancora nessuno spazio.

Un nutrito gruppo di poliziotti e carabinieri ha impedito ai manifestati di avvicinarsi all’ingresso del Comune. Ci sono volute tre cariche delle forze dell’ordine per far arretrare la determinazione della piazza. Come nei più banali epiloghi delle storie tristi è poi arrivato il comunicato del sindaco Pisapia, che vaneggiando di legalità, prepotenza e violenza condanna il tentativo di Zam di entrare a Palazzo Marino.

Governano la città come amministratori di condominio, ma questo è ormai risaputo a Milano.

Di fronte alla molteplicità e al valore delle esperienze autogestite agitano bandi e legalità, ma questo è ormai scontato.

Forse non ci si aspettava l’uso del manganello per gestire una ricchezza della città come se fosse un problema di ordine pubblico.

Impauriti dalle botte? neanche per sogno! A dire il vero neanche troppo stupiti. Che il governo della città fosse incapace di prendersi resposabilità è noto. Oggi però Pisapia ha gettato la maschera. Non solo non è cambiato nessun vento, ma ci vediamo riproposte le solite pratiche di rifiuto del dialogo con chi non rispetta “le regole imposte dall’alto”.

Non esiste dialogo che non sia fatto a forma e condizione del Comune.

Nessuna dichiarazione pubblica su autogestioni, spazi occupati ed esperienze di attivazione dal basso.

Nessuna critica alla logica di Expo.

Nessuno spazio per arte, musica e cultura.

Il governo del nulla.

Non è più il tempo, per noi, di cercare dialogo e confronto, ora dovrete incontrarci per forza, perché saremo nelle strade e nelle piazze della nostra città: sentirete presto ancora la nostra voce, forte e chiara, che reclama spazi, e diritti.

Stay Zam – i sogni continuano: una nuova occupazione ci farà prendere una piccola parte di quello che ci viene giornalmente tolto non solo dalla governance finaziaria ma anche dal Comune di Milano.

Oggi abbiamo mostrato il lato della determinazione del sogno e delle idee. Abbiamo resistito in maniera attiva allo sgombero, abbiamo provato a entrare a Palazzo Marino e resistito alla violenza dei servi del potere.

Ma oggi abbiamo anche pianto la scomparsa di Don Andrea Gallo, un compagno di mille battaglie, un uomo che ha capito che la pratica dell’autogestione è il miglior modello di crescita personale e collettiva, capace di combattere i mali della società moderna e liberarci dai soprusi dei potenti. Ci mancherai Andrea, ma porteremo sempre dentro il cuore il tuo coraggio e il tuo insegnamento.

Prossimo appuntamento: sabato 25 Maggio, ore 15.00 piazza Cavour, per il corteo Banditi a Milano – Reclaim the space, perchè l’autogestione deve poter esistere e non solo resistere

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Reclaim the space – Sabato 25 Maggio – Ore 15.00 Piazza Cavour

Milano 2013: città in divenire, metropoli in trasformazione, territorio abusato, parole gettate al vento, vite precarie. Il confine fra evoluzione e sfruttamento è sottile, ma netto.

Negli ultimi anni è lentamente calata una patina arancione (tendente sempre più al grigio) che vorrebbe silenziare, sopire e rimuovere ogni contraddizione trasformando esperienze creative, vitali e conflittuali in silenzi accomodanti.

Ci avevano promesso una inversione di rotta, invece niente è cambiato: i parchi sono ancora recintati e video-sorvegliati, le case ancora sfitte e chi ne ha bisogno sfrattato o in eterna attesa di un alloggio, gli sgomberi degli spazi sociali si susseguono costantemente, i precari godono di ancor meno diritti, il cemento avanza ovunque mangiandosi verde e spazi comuni…

Questa Milano che continua a macinare profitti sulla vita delle persone, questa Milano troppo sporca per essere pulita, non è la città che vogliamo, non è la nostra storia.

Noi siamo quelli che i territori li abitano e li trasformano dal basso e se ne lasciano trasformare e conquistare.

Siamo quelli che non fanno promesse, ma intrecciano relazioni, idee e progetti.

Siamo quelli del conflitto generatore di prospettive e cambiamento.

Noi siamo quelli che hanno imparato a prendersi ciò che gli spetta, a creare da zero, a ricostruire ciò che quotidianamente viene smantellato con millimetrica precisione da chi ci governa.

Siamo quelli che non rinunciano.

Contro tutti gli sgomberi di spazi sociali e di ogni luogo di autonomia e indipendenza, certi che la questione spazi non possa e non debba essere relegata a problema di ordine pubblico, ma ne debba essere invece affermato e riconosciuto il valore, il senso politico, l’utilità sociale, la legittimità e il diritto ad esistere.

Non possiamo che pensare che sia utile e doverosa l’iniziativa di assegnare spazi comunali a canone “agevolato” tramite bandi rivolti ad associazioni e, almeno sulla carta, a gruppi informali con progettualità creative, artistiche e culturali, ma di certo non è sufficiente. I bandi non possono essere l’unica panacea e soluzione. Questi sono infatti uno strumento di intervento assolutamente inadeguato alle realtà esistenti degli spazi autogestiti, ai loro bisogni e desideri infinitamente più articolati e complessi.

Noi siamo quelli che non si accontentano, che non si vogliono far ingabbiare da pseudo-soluzioni informali, temporanee ed individuali, che non ci stanno al sottinteso ricatto che nella migliore delle ipotesi prospetta un futuro fatto di briciole, ad oggi infatti gli spazi in assegnazione sono nell’ordine della decina e quasi sempre dedicati ad uso commerciale.

In una città dove lo sfitto è a quota 1,4 milioni di metri quadrati, dove lo spazio è considerato sempre e soltanto come un valore di mercato, interi quartieri vengono ridisegnati a suon di progetti da milioni di euro e tonnellate di nuovo cemento.

Ed è proprio in questa città che il valore della restituzione alla collettività di spazi inutilizzati assume un valore politico aggiunto che in questi ultimi anni non solo è stato difeso dalla cittadinanza attiva, ma sta lentamente e costantemente progredendo.

Contro la “logica Expo” che governa i territori metropolitani tra cementificazione e devastazioni ambientali, scendiamo nuovamente in strada in direzione contraria, camminando dalla parte dell’interesse sociale e collettivo. Per consolidare l’avanzata dell’autorganizzazione nell’era dell’austerity, scendiamo ancora una volta in strada per costruirvi un luogo di sperimentazione politica permanente, libero, aperto ed accessibile a tutti coloro che condividono la necessità di produrre alternativa, conflitto e protagonismo.

Per continuare a percorrere la nostra strada, per non fermarci mai, per una metropoli a dimensione umana, libera dalle logiche del profitto e dalle dinamiche della crisi.  Noi siamo i banditi.

Sabato 25 Maggio – corteo cittadino RECLAIM THE SPACE  ore 15.00 Piazza Cavour

Mercoledì 22 Maggio – Assemblea cittadina in vista del corteo ore 21.00 presso Torchiera, Piazza Cimitero Maggiore 1