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Medioriente / L’esercito turco sconfina nel Kurdistan iraqeno

Intanto le regioni curde del sud turco sono diventate zona militare: i soldati impongono il coprifuoco, ogni giorno morti e feriti tra i civili.

09 Settembre 2015 - 14:07

La città curda di Cizre assediata dall'esercito turco (foto da twitter @OnurGunayyy, 9 settembre 2015))Roma, 9 settembre 2015, Nena News La guerra aperta da Ankara al movimento kurdo del Pkk sta infiammando il paese che pare tornato indietro di vent’anni. Un clima di tensione e scontri, di violenza quotidiana che l’esercito turco sta allargando al nord dell’Iraq: ai bombardamenti cominciati un mese e mezzo fa contro postazioni del Partito Kurdo dei Lavoratori, ieri è seguita una vera e propria offensiva via terra, a seguito – dicono le autorità turche – dell’uccisione di 14 soldati che si trovavano a bordo di un mini bus diretto a Dilucu.

Il premier Davutoglu e il presidente Erdogan promettono il pugno di ferro, nella speranza di creare l’atmosfera più adatta al partito di governo, l’Akp, in vista delle elezioni anticipate di novembre. Un’atmosfera di terrore da imporre ad un’opinione pubblica sempre più scettica nei confronti delle politiche dell’esecutivo, che ha mostrato un lieve cambio di rotta alle elezioni di inizio giugno. Sul piatto della paura Erdogan può mettere i 90 membri delle forze di sicurezza turche uccisi da azioni armate del Pkk. Chissà se metterà anche i civili kurdi morti a sud del paese in operazioni di polizia, di cui difficilmente si riesce a dare un bilancio, ricordati solo da pochi siti di informazione kurdi. O gli attacchi di gruppi estremisti contro le sedi del partito di sinistra Hdp, sorpresa dell’ultima tornata elettorale, ben 126 quelle prese d’assalto lunedì notte. L’ultima azione in ordine di tempo si è verificata stanotte: nel mirino è finito il quartier generale del partito Hdp ad Ankara.

Il leader dell’Hdp, Selahattin Demirtas, ha detto oggi che in simili condizioni non si può andare al voto, con scontri scontri continui e coprifuoco imposti sulle cittadine kurde: oltre cento zone militari sono state dichiarate nel Kurdistan turco. “Non è possibile andare alle elezioni in queste circostanze – ha detto Demirtas durante un comizio a Diyarbakir – Non ci sono le condizioni”.

Di coprifuoco ne vengono dichiarati ormai ogni giorno. Chi vive sotto il controllo militare da ormai cinque giorni è la città di Cizre, nel distretto di Sirnak, completamente chiusa dall’esercito. Chiusa anche alle ambulanze: il parlamentare Encü, dell’Hdp, riporta di numerosi malati a cui vengono negate le cure perché i servizi medici non riescono a raggiungerli. Così è morto un ottantenne, ieri notte: Ibrahim Çiçek si è sentito male, ma l’ambulanza chiamata dai familiari è stata bloccata dalla polizia. Dopo aver atteso per delle ore, è deceduto.

Alla chiusura si aggiungono le violenze: secondo fonti del partito, alcuni parlamentari sono stati target del fuoco aperto da veicoli militari bilndati mentre tentavano di passare da un quartiere all’altro. Perché la gente in strada scende comunque, nei quartieri di Nur, Sur, Cudi e Yafes, per manifestare contro l’assedio. Immediati gli scontri: la polizia e l’esercito hanno aperto il fuoco e per tutta la notte, raccontano i residenti, si sono sentite esplosioni e colpi di armi da fuoco. Due i feriti la scorsa notte, il 15enne Gülistan Babat e un altro bambino non ancora identificato.

Nelle stesse ore un altro giovane, il 20enne Özgür Taşkin, è stato ucciso da proiettili sparati dalle forze di polizia nel quartiere di Yafes. Anche lui, feritoalle 5 del mattino, è morto quattro ore dopo per il mancato arrivo dell’ambulanza bloccata dai poliziotti. Uccisa ieri anche una donna di 53 anni, Meryem Süme, nello stesso quartiere, colpita da proiettili vaganti. Nena News