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Medio Campidano / Il movimento contro l’occupazione militare ferma la base di Capo Frasca

La manifestazione degli antimilitaristi sardi blocca l’esercitazione prevista nella mattinata di ieri, e nonostante le cariche della polizia riesce a tagliare le reti di recinzione del poligono in uso ad alcuni eserciti europei e alla Nato.

24 Novembre 2016 - 14:06

foto fb A Foras!Ieri manifestazione organizzata dal Movimento sardo contro l’occupazione militare alla base di Capo Frasca, il poligono di tiro situato sulla costa occidentale della Sardegna, utilizzato dalle aeronautiche e dalle marine italiane, tedesche e Nato per esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra. Nel comunicato di indizione della manifestazione diffuso da A Foras – questo il nome del movimento contro l’occupazione – si legge: “La Sardegna si trova ad essere complice di una macchina bellica che sta funzionando a pieno regime e i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti ogni giorno. ‘A Foras’ si batte per la chiusura delle basi militari, per le bonifiche e per la restituzione delle terre alle comunità locali. Manifestiamo per dire no alla guerra, per dire basta all’uso della Sardegna per la produzione e sperimentazione di armi che avvelenano la terra, per ostacolare il perfezionamento dell’industria bellica che va sempre più a colpire civili innocenti, ospedali, scuole in tutto il mondo.”

Come ci racconta un attivista del collettivo bolognese di studenti e giovani sardi Zenti Arrubia, “il corteo è riuscito nel suo intento primario di bloccare l’esercitazione aerea prevista nella mattinata, durante la quale era previsto lo sgancio di bombe, le stesse prodotte in Sardegna per essere vendute all’Arabia Saudita.” Un corteo di almeno un migliaio di persone, con una composizione intergenerazionale che ha visto la manifestazione mettere in atto un sabotaggio delle reti perimetrali della base, col taglio delle stesse. Alle prime battiture delle reti da parte dei manifestanti, sono intervenuti i reparti anti-sommossa di polizia e carabinieri caricando il corteo. L’intervento delle forze di polizia ha quindi provocato un lancio di pietre, a seguito del quale i manifestanti si sono visti spingere nuovamente – anche con l’uso di lacrimogeni – verso l’ingresso della base, da cui erano già passati all’inizio del corteo. Il corteo si è quindi mosso verso la località di Marceddì, nel comune di Terralba, dalla quale era partito. Gli attivisti di Zenti Arrubia segnalano che la partecipazione da Bologna è stata significativa fra gli studenti sardi che vivono in città, considerando che il viaggio per raggiungere la Sardegna è oneroso e impegnativo per chi vive la condizione di studente fuori sede, provenendo dall’isola.