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Mascherine “testate” ma non “approvate”, ancora speculazioni sulle vendite

Lo segnala il laboratorio di Unibo nato per analizzarle. Cua, Noi Restiamo e Saperi Naviganti a sostegno dei medici specializzandi. Asia-Usb a Regione su affitti: “Vogliamo blocco”, Rent Strike lancia questionario per inquilini. Usb Pubblico Impiego su residenze anziani: “No a impiego lavoratori domestici”. Sgb Comune Bologna elenca condizioni di sicurezza necessarie per riaprire biblioteche.

21 Aprile 2020 - 19:47

Sono 14 i nuovi decessi nel territorio metropolitano per il Coronavirus, di cui 2 nell’imolese. 3.507 invece le positività al virus riscontrate a Bologna (41 in più), 358 quelle registrate a Imola (2 in più). In tutta la Regione sono 23.092 i casi di positività, 225 in più rispetto a ieri, ma con un aumento inferiore all’1% rispetto a ieri. Purtroppo però si registrano 68 nuovi decessi sul territorio regionale: 32 uomini e 36 donne. In tutto sono quindi 3.147 persone che hanno perso la vita in Emilia-Romagna. I pazienti in terapia intensiva sono 282: uno in meno di ieri, mentre sono 4.338 quelli dichiarati guariti a tutti gli effetti perché risultati negativi in due test consecutivi. Questi i casi di positività sul territorio: 3.460 a Piacenza (67 in più rispetto a ieri), 2.909 a Parma (22 in più), 4.369 a Reggio Emilia (17 in più), 3.449 a Modena (38 in più), 3.507 a Bologna (41 in più), 805 a Ferrara (18 in più), 937 a Ravenna (3 in più), 829 a Forlì (8 in più), 617 a Cesena (3 in più), 1.852 a Rimini (6 in più).

Intanto, tra vere e proprie speculazioni da una parte e il vuoto legislativo lasciato dal decreto ‘Cura Italia’ -che consente la vendita di dispositivi di protezione individuale che non abbiano superato le prove sanitarie- dall’altra, si ha di nuovo notizia di mascherine commercializzate senza aver superato i test e senza essere a norma sanitaria, e quindi senza alcuna utilità per la prevenzione del Covid-19. A evidenziare il problema sono stati ieri i ricercatori del laboratorio dedicato proprio ai test sulle mascherine, nato il mese scorso e gestito dall’Università di Bologna, che spiegano: “Aziende che non hanno superato la prova le commercializzano ugualmente, perchè si può, scrivendo sopra ‘testato all’ospedale Sant’Orsola’, ma non approvato. E’ vero, non ha superato la prova, quindi non c’e’ scritto ‘conforme a’, eccetera”. Le mascherine in circolazione fra quelle che non proteggono sarebbero dunque “tantissime”, e per di più vengono vendute a prezzi alti anche nelle farmacie, segnalano dal laboratorio.

Parlando degli effetti dell’emergenza sui lavoratori più impegnati nell’affrontare la pandemia, Cua, Noi Restiamo e Saperi Naviganti tornano a prendere la parola sulla situazione degli specializzandi in medicina negli ospedali. Per Noi Restiamo gli specializzandi “lanciano un grido che basterebbe da solo a squarciare il velo della retorica sull”eroismo’ dei nostri operatori sanitari. Sono studenti e studentesse – medici a tutti gli effetti – che da anni (da ben prima dell’emergenza) vengono costretti a turni allucinanti, a sacrificare la loro formazione svolgendo anche quelle mansioni che non gli spetterebbero, lavorando anche 12 ore al giorno per tappare le falle enormi di un sistema sempre sul punto di affondare. Adesso, al danno si aggiunge la beffa: a loro, che vengono considerati lavoratori a tutti gli effetti quando c’è bisogno di un turno in più, non solo non saranno riconosciuti i pochi spiccioli del “premio” ai lavoratori della sanità, ma dalle loro magre borse di specializzazione verranno anche prelevati centinaia di euro di tasse universitarie per pagare una didattica che (sia nella teoria che nella pratica) di fatto non esiste più, travolta dall’emergenza”. Il Cua scrive: “Essere considerati studenti da spremere come limoni, quando si tratta di pagare le tasse ed essere considerati medici quando si tratta di reclutare personale da mandare in prima linea contro il Covid-19. Questa è la ‘presa in giro’ che subiscono gli studenti-medici che, oltre a pagare tasse universitarie a peso d’oro, si sono visti esclusi dal premio di mille euro messo a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, nonostante il loro grande impegno nella lotta al Covid-19. Lo ribadiamo, su di noi, giovani e studenti, pesano anni e anni di politiche neoliberiste, tagli alla sanità e all’istruzione… e ora stiamo vedendo e subendo i risultati. Ribaltare la situazione si può. Organizziamoci per non tornare ai problemi della ‘normalità'”.

Così Saperi Naviganti: gli specializzandi sono “giovanissime donne e uomini che sono stati impiegati negli ospedali a pieno regime, nell’ordine delle 60-70 ore a settimana, fianco a fianco con il resto dei medici e del personale sanitario; tant’è che per gli specializzandi al quarto anno è stato stipulato un contratto di libera professione, riconoscendogli pari responsabilità e assicurazione sanitaria delle e degli specialistx. Tuttavia alle studentesse e agli studenti più giovani rimane solamente la regolare borsa di studio di 1400 euro mensili che a fine aprile andranno tutti a coprire il pagamento regolare della tassa universitaria di 1450 euro prevista, non vedendosi minimamente riconosciuti gli sforzi straordinari di questi mesi da parte di Unibo, elemento che in primis loro stanno cercando di rivendicare con lo slogan ‘Non possiamo essere considerati medici quando è necessario mettersi in prima linea e studenti quando dobbiamo versare contributi economici’. Riteniamo che far slittare il pagamento della tassa universitaria di qualche mese sia una ‘soluzione’, volendo essere davvero magnanimi a definirla così, del tutto effimera”.

Dopo il mail-bombing dei giorni scorsi agli indirizzi della Regione Emilia-Romagna promosso da Asia-Usb per sollecitare un intervento dell’ente per il sostegno agli inquilini in difficoltà col pagamento dei canoni di affitto, scrive il collettivo: “Nonostante le tantissime mail che abbiamo mandato, in cui sollecitavamo Elly Schlein, assessore con la delega alle politiche abitative della Regione Emilia Romagna, a risponderci con soluzioni concrete sulla situazione degli affitti, non abbiamo avuto che un retorico discorso di qualche minuto con cui la faccenda è stata liquidata senza però offrire alcun tipo di soluzione. Le parole spese stamattina dall’assessore Schlein non pongono in campo nessuna soluzione concreta nell’attuale, nè ci dicono dove andranno a finire i 10 milioni stanziati per il welfare la scorsa settimana, per i quali non è stata ancora individuata una destinazione. A questa emergenza servono risposte chiare e servono subito. Vogliamo il blocco immediato del pagamento dei canoni d’affitto e delle utenze e continueremo a chiederlo fino a quando non ci verranno date soluzioni concrete invece che chiacchiere”. Sul tema affitti, la campagna Rent Strike/Sciopero dell’affitto Bologna segnala inoltre di aver messo a disposizione un questionario online raggiungibile attraverso la pagina Facebook della campagna: “Contiamoci e facciamo rete! Se anche tu hai difficoltà a pagare l’affitto compila il questionario, bastano 5 minuti. #scioperodegliaffitti #rentstrike”.

Così invece un comunicato diffuso oggi da Usb Pubblico Impiego sulla situazione nelle residenze per anziani della regione: “Insieme alla nostra delegata Usb ci siamo presentati presso la Casa Residenza Anziani Saliceto di Bologna gestito dall’Asp Città di Bologna per chiedere conto della situazione di contagi tra operatori e degenti. Abbiamo incontrato la dirigente Area Anziani dell’Asp. Illustrando le nostre preoccupazioni sulle misure messe in campo per evitare il propagarsi del contagio Covid-19 tra il personale e gli utenti, abbiamo chiesto quale sia ad oggi il numero preciso dei contagiati sia tra i lavoratori sia tra gli utenti. Dopo 45 giorni dalla dichiarazione di pandemia ci sembra fondamentale che gli operatori siano dotati di idonei dispositivi di protezione individuale, che vi sia un congruo numero di tamponi già effettuati. Vogliamo conoscere i protocolli messi in atto e il numero del personale in servizio, nonché quali e quante sanificazioni si effettuano. Abbiamo anche chiesto se le delimitazioni tra zone rosse e zone bianche siano rispettate, se il personale viene utilizzato sia nelle zone rosse sia in quelle bianche, se il Documento della Valutazione dei Rischi è stato aggiornato, se tutti gli operatori (dipendenti e in appalto) siano stati informati e formati adeguatamente”.

Per il sindacato di base “i soci di maggioranza pubblici delle Asp, i committenti pubblici delle Cra private devono assumersi le proprie responsabilità politiche e sono chiamati a intervenire subito. La Regione si assuma la responsabilità di commissariare queste strutture e svolgere il ruolo che le è proprio e che finora non ha svolto rimanendo a guardare. Siamo anche molto preoccupati rispetto alle soluzioni che la Regione Emilia Romagna sta mettendo in campo per fronteggiare la carenza di personale in queste strutture: la deroga alle qualifiche professionali nello specifico per gli Oss, prevedendo addirittura l’utilizzo di lavoratori domestici, badanti e caregiver a supporto degli Oss, soluzione che, stando ai comunicati regionali, sembra essere conseguenza del ‘proficuo confronto con i sindacati’ Cgil, Cisl e Uil. Non siamo per nulla d’accordo con questa soluzione. Non si può pensare di mandare al massacro lavoratori senza formazione in situazioni ad alto rischio di contagio, cosa che significa anche privare gli utenti della doverosa assistenza professionale di cui hanno diritto. Ribadiamo ancor una volta che il personale deve essere assunto a tempo indeterminato utilizzando tutte le graduatorie vigenti, sia provinciali che extra-provinciali. Una volta esaurite le graduatorie, almeno per gli Oss utilizzare la chiamata numerica diretta dai centri per l’impiego ai sensi dell’ex art. 16 L.56/87, ovviamente garantendo in questa fase emergenziale anche una soluzione abitativa ai neo assunti”.

Infine, Sgb Comune di Bologna segnala un elenco di condizioni di sicurezza da garantire ai lavoratori delle biblioteche “per non commettere errori in vista della prossima delicata fase che vedrà la riapertura al pubblico: sanificazione straordinaria di ambienti e impianti prima della riapertura, da parte di ditte specializzate e con materiale professionale. Successivamente, sanificazione quotidiana ad opera della ditta di pulizie. È inoltre essenziale la presenza dei seguenti dispositivi di protezione: plexiglass e distanziatori alle postazioni a banco e al pubblico; sedute alle postazioni al pubblico, per evitare di avere gli utenti di fronte in piedi; guanti e mascherine a norma; gel disinfettante per il personale; erogatore di gel disinfettante agli ingressi; sanificazione frequente (almeno 1 volta a settimana) di fancoil e condizionatori; dove questi ultimi non sono presenti o nel caso di mancata accensione, montaggio di zanzariere alle finestre”.

La richiesta del sindacato di base è inoltre quella di un “rientro graduale: primi giorni lavoro a biblioteca chiusa per riorganizzazione, sistemazione dei materiali, chiusura dei sospesi ecc.; mantenimento dello smart working 2 o 3 giorni la settimana per ridurre numericamente gli spostamenti dei lavoratori; orario ridotto di apertura al pubblico da valutare caso per caso, con il resto del tempo lavorativo impiegato per il lavoro di backoffice: su mezzo turno (per le biblioteche di quartiere); su un orario continuato di apertura intermedio 11-17, oppure su 2 turni da tre ore, mattino (10/13) e pomeriggio (16/19) (per Sala Borsa e Archiginnasio); non aprire immediatamente aule studio, sale di consultazione e consultazione in sede, sale letture, spazi bambini; graduale riapertura dei servizi erogati: in una prima fase solo servizio, prestito e restituzione, mentre solo dopo un periodo di monitoraggio si può prevedere la riapertura degli altri servizi di biblioteca e la gestione delle nuove iscrizioni; utilizzo di modalità alternative di prestito e restituzione: book delivery; servizio su appuntamento (es. dalla pagina ‘chiedilo al bibliotecario’) in cui l’utente possa chiedere i titoli desiderati, da ritirare dopo 24/48 h già caricati sulla tessera; dove non presenti le postazioni per l’autorestituzione, box esterni per la restituzione regolarmente svuotati dal personale; regolamentazione di ingressi e uscite (entra una persona quando ne esce un’altra) e accoglienza ‘esterna’ per chi ha chiesto titoli specifici via mail; potenziamento dei servizi online, promuovendo le risorse digitali (audioletture, videoletture, consigli di lettura online, sitografie…) e trasmettendo in streaming/videoconferenza eventi pubblici (letture, presentazione di libri, corsi) registrati a porte chiuse”.