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Marelli chiusa per terremoto e “portano via macchinari”

A Crevalcore scatta presidio operai. Usb annulla scioperi dell’8 e chiede di non mandare i pompieri alle parate del 2 giugno. Il Tpo raccoglie beni di prima necessità. Sconnessioni precarie: “Speculazione dietro morti sul lavoro”.

30 Maggio 2012 - 17:36

I delegati Fiom della Magneti Marelli di Crevalcore, in provincia di Bologna, chiedono “a tutti i lavoratori che possono e sono in condizione di poter venire di accorrere immediatamente davanti ai cancelli per presidiare lo stabilimento” di proprietà del gruppo Fiat, evacuato per le nuove scosse sismiche. Questo perchè nella fabbrica “stanno smontando ed impacchettando delle linee in plastica per portarle” in un altro stabilimento. “La Fiat non si smentisce nemmeno nei momenti della tragedia. Oltre alle case questi lavoratori si vedono portati via anche il lavoro”, commenta il sindacato, mentre davanti ai cancelli della fabbrica è iniziato un presidio che proseguirà anche nella notte.

Ma c’e’ tensione anche nello stabilimento di Bologna della Marelli, cioè l’ex Weber. “Nonostante l’evacuazione del mattino, nonostante le due scosse a cavallo di pranzo, nonostante i provvedimenti in merito di Ducati, Gd… l’azienda ha deciso di non farci uscire”, fanno sapere i delegati Fiom.

Intanto a Bologna si moltiplicano le iniziative di solidarietà alle popolazioni terremotate. Usb ha comunicato di aver aperto un conto corrente per le sottoscrizioni (IBAN : IT 36 X 03127 02409 000012345678 intestato a Federazione Usb della Regione Emilia Romagna – Causale: pro-terremoto) e informa di aver sospeso lo sciopero cittadino del prossimo 8 giugno degli educatori di nidi e materne, oltre a quelli previsti per lo stesso giorno e già sospesi a livello nazionale nei trasporti e nel pubblico impiego.

Il sindacato di base si unisce inoltre ai molti che chiedono di annullare le celebrazioni del 2 giugno e devolvere quanto si risparmia all’emergenza emiliana. Richiesta che viene anche specificamente dai rappresentanti sindacali Usb dei Vigili del fuoco, che chiedono inoltre “che i lavoratori del Corpo nazionale non vengano mandati ad esibirsi in una sfilata, ma a prestare la loro opera di soccorso tecnico urgente alla popolazione delle zone terremotate. Per l’Usb di categoria “i Vigili del Fuoco sono un ente sociale, che non ha mai avuto alcun motivo di partecipare a parate militari o carnevalesche”. Alle istituzioni i vigili chiedono dunque “di porre fine alle parate e di considerare i lavoratori del Corpo Nazionale per la loro professionalità”.

Il centro sociale Tpo, invece, informa di star già provvedendo con l’associazione Mani Tese a consegnare a Finale Emilia acqua e succhi di frutta, e di aver attivato un punto di raccolta presso i propri spazi di via Casarini 17 per oggi dalle ore 16 alle 20, domani dalle ore 10 alle 23, venerdì dalle 10 alle 15. Il materiale necessario è: saponi, carta igienica, pannolini, assorbenti, dentifrici, spazzolini. Ricordiamo che fino alle 21 di stasera è anche attivo il punto di raccolta della campagna “Dal basso alla bassa” presso il Laboratorio Crash.

Prende parola sui lavoratori morti sotto le macerie dei capannoni industriali, infine, il collettivo Connessioni Precarie: “Sono gli operai e i sacerdoti di quella campagna industrializzata a morire sotto le macerie di edifici la cui costruzione e ristrutturazione non è mai stata tra i principali pensieri di qualche eminente politico. Erano capannoni nuovi e vecchi, costruiti – magari con fondi governativi o europei – grazie alla speculazione che ha interessato l’intera Italia, compresa quella delle regioni un tempo rosse. Neppure il capitale fisso è più quello di un tempo. Fabbriche costruite in fretta, a basso costo, in prefabbricati assemblati alla bell’e meglio, pronte a essere delocalizzate. Male avvitate perché domani ci può sempre essere una Romania o una Cina dove andare.”

“Lo sgretolarsi di edifici e capannoni dopo un terremoto rappresenta simbolicamente questo periodo storico, questo Governo – prosegue il comunicato – e la priorità al patrimonio storico-culturale svela altrettanto gli obbiettivi: portare alla morte i vivi per riesumare i morti. È già stato fischiato il prof. Monti quando come un corvo visitava di persona le zone colpite dal terremoto. Non sarà certo l’ultima volta. I fischi, però, fanno terribilmente meno male dei terremoti e delle bombe con cui si vorrebbe pacificare questo Paese”.