Domenica scorsa Lepore, Gambarelli e il presidente del quartiere Ara hanno partecipato ad un dibattito all’interno del centro sociale, che mette in chiaro: “Nessuna interlocuzione se continua a pendere la minaccia di sgombero”.
In risposta all’invito rivolto dal centro sociale all’amministrazione, domenica scorsa due assessori (Matteo Lepore e Bruna Gambarelli) più il presidente del quartiere Navile (Daniele Ara) si sono presentati all’Xm24 e hanno partecipato all’assemblea pubblica che si è svolta in quell’occasione. Dallo spazio pubblico di via Fioravanti riceviamo un comunicato (dal titolo “Autogestione, non collaborazione”) che fa il punto su quanto successo: “Domenica scorsa a Xm24 è accaduto qualcosa di non ordinario, per molti aspetti sconcertante. Tre rappresentanti dell’amministrazione cittadina sono entrati nello spazio per partecipare a un dibattito, dopo mesi che da parte istituzionale, con coro pressoché unanime, non proveniva altro che minacce di sgombero. Non lo hanno certo fatto volentieri, dopo tante dichiarazioni ostili, ma solo perché costretti: prima ancora che dall’invito pubblico di Xm24, dall’imponente manifestazione di solidarietà che decine di realtà autogestite, associazioni, comitati, singole e singoli, hanno espresso nei confronti dello spazio a partire dall’assemblea dell’8 febbraio, da cui è iniziato un percorso che ha portato alla grande giornata di mobilitazione del 4 marzo. Da allora gli amministratori sono entrati in una fase di imbarazzato mutismo, in cui senza dubbio sarebbero rimasti volentieri, se non fosse stato per l’iniziativa di domenica. Far cadere il muro di silenzio. Questo è stato il motivo che ha portato Xm24 a organizzare il confronto pubblico. Ma noi non ci facciamo illusioni sulle loro intenzioni”.
Continua il comunicato: “Molte delle cose che Lepore e Ara hanno dichiarato (ma non l’assessora alla Cultura, che ha preferito persistere nel mutismo) confermano che la loro visione del mondo e della politica rimane lontana anni luce da quella dell’altra città che da settimane reclama a gran voce che la minaccia di sgombero sia ritirata e che a Xm24 siano assicurate le condizioni per continuare a esistere nel cuore del quartiere Bolognina. Consci dei rischi e dei limiti cui andavamo incontro, abbiamo comunque voluto rendere pubblico e trasparente il confronto tra noi e l’amministrazione. Primo obiettivo che abbiamo raggiunto è stato smentire che alla base della minaccia di sgombero vi fosse una ragione tecnica, come era stato sostenuto mesi addietro dalla assessora Gambarelli, facendo emergere in maniera chiara che la reale motivazione è di carattere politico. In secondo luogo abbiamo voluto impostare il dibattito sulla posizione dell’amministrazione nei confronti di Xm24 relativamente alle accuse di incompatibilità con la Bolognina, e nei confronti dell’altra città. Non per fare due chiacchiere abbiamo invitato gli amministratori, ma per ottenere risposte pubbliche”.
E dunque “ecco alcuni dei concetti rispetto ai quali vogliamo ribadire l’enorme distanza che ci separa dal pensiero dell’amministrazione”, scrive il centro sociale. Primo punto: “Non siamo pari, nè commensurabili. Non lo sono amministratori, revocabili su mandato elettorale, ed Xm24. Ovvero un’assemblea pubblica e autogestita: un luogo che tutti e tutte, sempre e solo per desiderio politico (non per carriera stipendiata) possono attraversare, agendo collettivamente ed in modo antiautoritario. Perciò, semplicemente: non siamo confrontabili ed ogni deduzione da quella posizione è fallace. Ad esempio – assessori, Comune ed anche apparati – noi non possiamo armare la celere e sgomberarvi. Ed anche potendo – ragionate bene su questo – non lo faremmo”.
Il secondo aspetto: “Confronto non è collaborazione. Secondo Lepore, Xm24 e tutta la città potrebbero ‘migliorare, se collaborassimo assieme noi e voi’. Ma noi non vogliamo ‘collaborare’ con l’amministrazione. Noi svolgiamo, e vogliamo continuare a svolgere, il nostro lavoro sociale e politico – nella città e per la città – solidali con un’altra città che si considera alternativa al sistema politico-economico che oggi governa Bologna. Un’altra città ben consapevole degli effetti devastanti che le politiche di quel sistema hanno sulle nostre vite e sui nostri territori, accrescendo la povertà e il razzismo, la distruzione ambientale, le derive autoritarie in ogni ambito decisionale, la militarizzazione. La partecipazione di Xm24 al Laboratorio di Urbanistica promosso a suo tempo da Merola non significa che la nostra idea della città e del quartiere, quella per cui lottiamo e ci impegnamo ogni giorno, sia perseguibile attraverso forme di collaborazione con l’amministrazione. Indubbiamente la soluzione per Xm24 non potrà essere quella dei ‘patti di collaborazione’, formula che in realtà nasconde una modalità di assegnazione degli spazi del tutto verticale e discrezionale, con gravi ricadute sull’autonomia delle realtà autogestite”.
Terzo punto: “Speculazione non è economia. Ci è stato detto che la ‘speculazione non esiste’ (letteralmente, Lepore). Che quella che chiamiamo ‘speculazione è economia’. Se quello che noi chiamiamo speculazione per loro è economia, allora quella che loro spacciano per economia non è null’altro che speculazione. La cementificazione selvaggia è speculazione, il livello parassitario della rendita degli affitti è speculazione; la crisi economica è crisi del capitale. Non Xm24 dovrà risolvere ‘insieme’ all’amministrazione quel grosso problema che è la mania costruttrice dei capitalisti falliti, sostenuti dal concorso pubblico. Con la sottomissione alle sole logiche del profitto, nelle grandi opere così come nei brutti casoni oggi incompiuti a Bologna, la violenza è già nell’ordine di cose capitalistico. Riformare questo sistema è impossibile”.
Un altro aspetto riguarda il fatto “che ‘dopo di’ loro (il Pd) ‘verrà la violenza’. Gli amministratori hanno sostenuto che nella realtà che ci circonda la cittadinanza sta cambiando configurazione; che il loro mestiere ed interesse è fare in modo che i cittadini sfiduciati tornino a fidarsi di loro. Su questo passaggio evidentemente sono incompatibili con i loro stessi assunti: nel deserto attuale pare che il clima di fiducia si possa creare alimentando paura e precarietà generalizzate. La verità è un’altra. In realtà, quando non ci saremo più noi verrà la violenza: il fascismo che il Pd, più di altri prima, sta preparando coi decreti sicurezza e la surreale volontà di ‘chiamare sicurezza il decoro urbano’, con gli accordi coi regimi che detengono e torturano i migranti, con le risposte repressive all’emergenza abitativa e alle istanze sociali”.
Conclude il centro sociale: “Per Xm24 restare dov’è significa innanzitutto restare come è: non ci potrà essere alcun tipo di soluzione che non parta dal riconoscimento dell’autonomia decisionale della sua assemblea di autogestione. Soprattutto vogliamo ribadire che nessun tipo di interlocuzione potrà essere avviato se la minaccia dello sgombero continuerà a pendere come una spada di Damocle sul futuro dello spazio. Per un confronto cittadino intorno a questo delicato passaggio della vicenda di Xm24, e per rilanciare con più forza la battaglia dell’altra città sui temi dell’autogestione, invitiamo tutti e tutte a partecipare all’assemblea pubblica che si svolgerà presso lo spazio il prossimo 19 aprile. Qualcos’altro sta per succedere”.