Riceviamo da una professoressa e volentieri pubblichiamo un report sull o sciopero di ieri. “Il precariato sta diventando parte integrante del sistema coinvolgendo non solo i contratti a tempo determinato, ma anche gli insegnanti di ruolo”.
Alcune centinaia di insegnanti hanno ieri marciato per le vie del centro cittadino in occasione dello sciopero generale della scuola indetto da Anief, Cobas scuola, Cub scuola, Feder.Ata, Or.Sa, Unicobas, Usb Pi-Scuola, contro la riforma della Buona scuola (L. 107/2015) e contro i decreti attuativi in fase di approvazione. La giornata è iniziata con una biciclettata di sensibilizzazione organizzata dal Coordinamento precari e precarie della scuola di Bologna che ha toccato vari punti nevralgici della città come il liceo Sabin, via Indipendenza e piazza Maggiore. A suon di slogan come “Moratti, Gelmini, Giannini, Fedeli: governi diversi, gli stessi sfaceli”, gli insegnanti del Cps hanno manifestato in particolare contro il decreto attuativo relativo alle nuove forme di reclutamento docenti. Secondo tale decreto, chi vorrà diventare insegnante dovrà prima passare una selezione concorsuale, poi svolgere tre anni di tirocinio sottopagato e infine essere sottoposto a una valutazione finale da parte di un’apposita commissione. Poca chiarezza vi è ancora per tutti i docenti che attualmente sono precari di seconda e terza fascia delle graduatorie di istituto per i quali, il Cps, chiedere l’immediato inserimento in un percorso di messa in ruolo. Altri temi della contestazione sono stati le nuove forme di alternanza Scuola-Lavoro, i test Invalsi che il governo ha proposto di inserire anche l’ultimo anno della secondaria di secondo grado, la riforma del sostegno e la chiamata diretta da parte dei dirigenti. Secondo il coordinamento precari, contrariamente alla propaganda governativa, la riforma della buona scuola non ha abolito il precariato che sta invece diventando parte integrante del sistema istruzione coinvolgendo non solo tutti i docenti con contratti a tempo determinato, ma anche gli insegnanti già di ruolo che, attraverso il meccanismo della rotazione triennale e della chiamata diretta da parte del dirigente, si troveranno ad essere molto più ricattabili e privi di tutele.
La manifestazione vera e propria è partita da piazza Santo Stefano, ha sfilato per via Indipendenza e per la zona universitaria raggiungendo, infine, la sede dell’Ufficio scolastico regionale in via de’ Castagnoli. I manifestanti hanno richiesto un incontro con il direttore dell’Usr, Stefano Versari, incontro che però è stato negato. Grandi assenti della giornata i sindacati confederali che, forse preoccupati di perdere qualche briciola al tavolo delle contrattazioni col governo sul rinnovo contrattuale, non hanno voluto partecipare a questa giornata di contestazione.
Una professoressa in piazza