Nell’Ipm “situazione estremamente critica”, segnalano le osservatrici di Antigone dopo una visita effettuata pochi giorni fa: “Tenere così 43 persone è inaccettabile e bisogna che a livello locale e regionale si attivino tutti i canali possibili”.
All’interno dell’Istituto penale minorile (Ipm) del Pratello di Bologna si registrano “condizioni gravi e inaccettabili”. Si parla di un “quadro estremamente critico. Ragazzi chiusi per la maggior parte della giornata in celle che versano in condizioni di grave deterioramento degli spazi e con sporcizia dappertutto”. È quanto emerge dalla visita che l’Osservatorio minori dell’Associazione Antigone ha effettuato lo scorso 16 maggio: nella struttura sono entrate Susanna Marietti (cordinatrice nazionale di Antigone e responsabile dell’Osservatorio minori) e Giulia Fabini (presidente di Antigone Emilia-Romagna), come segnala l’associazione in un comunicato. Ebbene “quello che abbiamo trovato durante la visita– raccontano Marietti e Fabini- è una situazione di grave abbandono, con sporco dappertutto, immondizia in giro per i corridoi e nelle stanze, in terra, negli angoli. I ragazzini non hanno in dotazione prodotti e attrezzature per la pulizia, che a quanto ci è stato detto devono chiedere al personale giuridico-pedagogico. Nelle celle, con pareti scrostate, sporche, sono a volte presenti solo letti con materassi consunti, la televisione, un armadietto e niente altro. Mancano scrivanie, sedie. I ragazzi mangiano in cella, il refettorio, che una volta veniva utilizzato, era abbandonato all’incuria. La situazione più grave riguarda un ragazzino di 17 anni”, con evidenti problemi di sofferenza mentale, tenuto “in isolamento in una cella indecente con doccia rotta, bagno con turca intasato, acqua stagnante in terra, materasso senza lenzuola, nemmeno di carta, finestre senza vetri. I compagni riferiscono che esce per soli 15 minuti al giorno dalla sua cella”.
Le due osservatrici di Antigone aggiungono che “nell’Ipm di Bologna, al momento della visita c’erano 43 persone. Viene da chiedersi come si possano tenere in queste condizioni 43 persone, minori o giovani adulti, è una indecenza e bisogna che a livello locale e regionale si attivino tutti i canali che possono attivarsi. 21 giovani su 43 sono minori non accompagnati: perché si trovano in carcere così numerosi invece che in altri servizi? Perché un ragazzo che è passato per la Libia, che ha vissuto esperienze traumatiche di tale livello, adesso si trova in carcere al Pratello, in quelle condizioni? Cosa il territorio potrebbe fare di diverso?”.
Antigone spiega poi che durante la visita di monitoraggio, oltre all’Ipm di via del Pratello, è stata visitata anche la sezione distaccata per giovani adulti della casa circondariale Rocco D’Amato, ovvero il carcere della Dozza: “Come era immaginabile questa soluzione ha portato diversi problemi, sia perché la struttura di questa sezione essendo ricavata da un carcere per adulti non ha le specificità che dovrebbe avere un Ipm, sia perché lo svolgimento delle attività richiedono costanti spostamenti dei ragazzi e quindi uno sforzo organizzativo non indifferente”.
Dichiarano Marietti e Fabini: “Da questa visita sono emerse con drammaticità le implicazioni simboliche e sistemiche che il dl Caivano sta avendo sul sistema della giustizia minorile, dove per la prima volta nella storia si registra una condizione di sovraffollamento. È per questo urgente una riflessione collettiva sul significato e sulla funzione che la giustizia minorile dovrebbe avere, attivando tutte le risorse territoriali disponibili – istituzionali, sociali, culturali – per rispondere in modo dignitoso e umano ai bisogni dei minori e dei giovani adulti, prima, durante e dopo la detenzione”. Antigone Emilia-Romagna, sottolinea infine Fabini, “fa parte della rete che, nei mesi scorsi, si è mobilitata contro l’apertura della sezione per giovani adulti alla Dozza e che oggi ne chiede la chiusura. Sosteniamo quel percorso e, al contempo, chiediamo con forza attenzione e interventi immediati per le condizioni in cui versa il carcere minorile del Pratello”.
Per discutere di questi temi Antigone Emilia-Romagna ha organizzato il convegno “La crisi della penalità minorile: cause profonde e strategie per il cambiamento”, che si terrà il 6 giugno a Bologna, dalle 16 in Sala Imbeni a Palazzo D’Accursio. Interverranno Roberto Cornelli (Università degli studi di Milano), Stefania Crocitti (Università di Bologna), Antonio Ianniello (Garante comunale di Bologna) ed Ettore Grenci (avvocato del Foro di Bologna e membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati). “Il convegno offrirà uno sguardo critico e multidisciplinare sulla detenzione minorile- anticipa l’associazione- valorizzando al contempo l’analisi concreta del contesto locale, con l’intento di aprire un confronto tra istituzioni, operatori e operatrici, studiose e studiosi alla ricerca di soluzioni concrete per il territorio bolognese – soluzioni che possano costituire anche una buona pratica nel contesto nazionale”.