Un posto a tempo indeterminato per 23, per gli altri (in cig) un incontro a settembre. Il sindacato di base annuncia una vertenza legale per il recupero del pregresso.
Promettono di tenere alta la guardia i Si Cobas dopo la firma dell’accordo per i 51 lavoratori, in gran parte migranti, licenziati dalla cooperativa Sgb che aveva in appalto i magazzini Granarolo di via Cadriano.
Ventitré facchini saranno assunti in diversi magazzini a tempo indeterminato, senza periodo di prova, e con una paga non inferiore a quella che percepivano. Per gli altri, in cassa integrazione in deroga, è stato fissato un incontro al 30 settembre per individuare un percorso di collocamento.
La prima proposta uscita dal tavolo con le aziende, che i Si Cobas avevano rifiutato, prevedeva solo 12 rientri in magazzino e mille euro a testa per rinunciare ad avanzare pretese sugli arretrati.
Inoltre, il sindacato annuncia una vertenza legale per far recuperare ai lavoratori gli arretrati, che Marina Prosperi, una degli avvocati del pool che segue i facchini, stima in 20.000 euro a testa. Spiegano i Si Cobas: “Andremo a chiedere i soldi direttamente a chi li ha, al committente”, cioè il Consorzio Ctl che fa capo al colosso alimentare.
Anche il Laboratorio Crash intende restare a fianco dei lavoratori: “Sorveglieremo perché l’accordo venga rispettato”.