Acabnews Bologna

Logistica, manifestazione interregionale alla Granarolo

Sabato 29 giugno’013 dalle 6.00 in via Cadriano. Si Cobas, no all’ipotesi di accordo sui 41 licenziati da Sgb: “Mistificante ricostruzione dei fatti”, e chiede garanzie sul loro futuro dopo la Cig.

27 Giugno 2013 - 11:21

SABATO 29 GIUGNO h. 06.00 (mattina)
BOLOGNA, via Cadriano

PICCHETTO ALLA GRANAROLO
IN SOSTEGNO DEI 41 OPERAI LICENZIATI PER RAPPRESAGLIA.

PER IL LORO REINTEGRO
PER IL RISPETTO DEI LORO DIRITTI

Si Cobas

 

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> Risposta all’ipotesi di accordo su Granarolo

All’attenzione del Prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia.

Illustrissimo Prefetto, quando il 17 giugno 2013 si è svolto l’incontro alla Prefettura, sulla questione che riguardava la vertenza per i soci, nonché lavoratori subordinati, licenziati da alcune cooperative del Consorzio SGB, pur non comprendendo l’inusuale confronto su tavoli separati (da una parte i Consorzi, le cooperative, i loro committenti, l’associazione Legacoop e CISL,CGIL e UIL, e dall’altra noi che rappresentiamo tutti i lavoratori interessati), Le avevamo fatto una breve premessa sulle motivazioni che avevano portato al grave provvedimento di licenziamento dei lavoratori.

Le avevamo fatto presente (documentazione alla mano che potevamo esibire), che i lavoratori avevano iniziato il primo sciopero perché, illegalmente e con la complicità di alcuni sindacati confederali, le cooperative avevano taglieggiato del 35% la paga base, promuovendo uno “stato di crisi” in quei magazzini dove facevano straordinari.

Inoltre gli istituti contrattuali (tredicesima, quattordicesima, ROl ed ex festività) erano stati pagati al di sotto del 100%, gli scatti d’anzianità mai maturati (con alcuni lavoratori presenti nel magazzino almeno da 12 anni), livelli non corrispondenti all’attività che professionalmente svolgevano e tante altre ruberie che avevano abbassato il salario contrattuale dei lavoratori.

Avevamo anche precisato che il giorno dopo lo sciopero, i lavoratori, senza nessun atto formale, si erano trovati sospesi dall’attività e tale illegalità era stata immediatamente denunciata all’Ispettorato del Lavoro di Bologna.

Ora, di fronte a questa palese irregolarità (per usare un eufemismo) ci aspettavamo di ottenere, al tavolo da lei promosso, un atteggiamento riparatorio da parte dei responsabili datoriali, i quali avevano trasgredito ogni dettato del contratto nazionale che regola il rapporto di lavoro nella logistica.

Noi, seppur a malincuore, per non arrivare a portare avanti la coflittualità in tempi lunghi, avevamo accettato il percorso di una cassa integrazione a zero ore, ma con tempi definiti, perché il rientro dei 41 al lavoro fosse certo e a condizioni predefinite.

Nel documento che ci ponete come definitivo per la firma, leggiamo che i due scioperi e l’attività da noi svolta, per far rientrare i lavoratori ingiustamente sospesi, avrebbero creato un contesto dove “sono stati posti in essere comportamenti anche illegali che hanno determinato gravi problematiche e ricadute anche in termini di rischio per il mantenimento dell’ordine e la sicurezza pubblica” e tale situazione avrebbe “costretto” il Consorzio SGB a procedere al licenziamento dei 41.

Non condividiamo tale descrizione perché invece si è trattato di un attacco premeditato al diritto di sciopero ed alla giusta richiesta dei lavoratori che richiedevano salari e diritti secondo il CCNL.

Rigettiamo, perciò, come Sindacato Intercategoriale Cobas, questa mistificante ricostruzione dei fatti.

Chiediamo pertanto di rivedere questa premessa che falsifica i fatti.
Infine, data la vaghezza a cui l’accordo si riferisce nel generico impegno delle parti datoriali nell’assumere i lavoratori dopo la CIG, chiediamo vi siano in tal senso garanzie di date certe. Non accettiamo di avere una benevola “raccomandazione” della CTL e della Lega delle Cooperative presso “società di lavoro interinale”.

Delle promesse non ci fidiamo, a maggior ragione se queste provengono da tutti coloro che non hanno operato precedentemente (ricordiamo che per legge le stesse committenti sono responsabili anche economicamente delle mancate retribuzioni e illegalità fiscali delle cooperative che agiscono nei loro magazzini) per l’ottemperanza dei diritti stabiliti dal contratto nazionale, svolgendo di fatto un’attività atta a truffare lo Stato, tramite l’evasione contributiva.

Per tutte queste questioni da noi poste, Le chiediamo di riaprire il tavolo perchè si trovino soluzioni certe e l’accordo non sia un libro dei sogni scritto dai padroni e dai sindacati consociati che già siglano insieme contratti che non vengono neanche resi operanti.

Quanto propostoci da costoro comporta che i 41 lavoratori, oltre ad essere stati derubati per anni del loro salario, siano di fatto lasciati parcheggiati con gli altri attuali 30 (trenta) in cassa integrazione per sei mesi ad un salario ridotto e con il più che probabile rischio di non avere un lavoro certo.

In parole povere i lavoratori del S.I. Cobas sono preoccupati di subire un’altra ingiustizia che per giunta sarebbe a costo zero per chi li ha danneggiati per tanti anni.

Sintesi uscita dalla discussione fatta tra i lavoratori dal Sindacato Intercategoriale Cobas

Bologna 20-06-2013

 

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> Comunicato sull’esito dell’assemblea del 16 giugno

Resoconto Assemblea di domenica 16 giugno 2013 a Bologna aperta a tutte le realtà di lotta, ai movimenti sociali e sindacali per respingere l’attacco al “diritto” di sciopero e di rappresentanza dei lavoratori.

L’assemblea di Domenica 16 giugno a Bologna, promossa dal Sindacato Intercategoriale COBAS, dall’ Associazione per i Diritti dei Lavoratori COBAS e dalla Confederazione Cobas (settore Privato) ed “aperta a tutte le realtà di lotta, ai movimenti sociali e sindacali”, a posto come centrale l’esigenza di dare una risposta politica e di massa all’attacco a cui è sottoposto il movimento dei lavoratori in questo paese ed in particolare il movimento dei lavoratori della logistica che da qualche hanno a questa parte si è rafforzato ed esteso sul piano nazionale diventando un’esperienza significativa che attraverso scioperi e mobilitazioni sta mettendo a dura prova il sistema di supersfruttamento delle cooperative del quale si servono le maggiori aziende e multinazionali del settore per avere la più ampia flessibilità e comprimere il costo della forza lavoro.

Il rinnovato attacco al “diritto” di sciopero e di rappresentanza avanzato in una cornice politico-sindacale consacrata alle “larghe intese” ed i licenziamenti politici, sono pensati ed attuati per fiaccare le espressioni di resistenza dei lavoratori e le future lotte che le contraddizioni risveglieranno, realizzare tutto quel complesso di controriforme che governi, padroni e sindacati confederali stanno portando avanti schiacciando le nostre condizioni di vita e di lavoro.

Nello specifico, anche il tentativo di ricacciare indietro il movimento di lavoratori autorganizzati della logistica, spina nel fianco del sistema “cooperativistico”, degli appaltatori e dei sindacati confederali (che ha la peculiarità di esser composto nella sua stragrande maggioranza da immigrati sottoposti al ricatto della legislazione razzista di centro-sinistra Turco/Napolitano e centro-destra Bossi/Fini), rientra in questo disegno più generale.

All’alzata di testa di questo movimento sta corrispondendo una vera e propria alzata di scudi e l’assemblea ha sviluppato, attraverso gli interventi dei lavoratori e delle diverse realtà solidali presenti, riflessioni e proposte per sviluppare la battaglia. In sintesi:

L’intervento della Commissione di Garanzia sullo sciopero che, a seguito alle lotte che hanno investito la Granarolo e la Lega Cooperative a Bologna, ha dato parere favorevole all’applicazione delle procedure previste dai codici di autoregolamentazione e delle norme della legge 146 del 1990 (legge “anti-sciopero”) ed i licenziamenti politici di 41 operai è un attacco a tutto il movimento degli operai della logistica, che sono riusciti a mettere in campo gli scioperi unitari del settore il 22 marzo ed il 15 maggio, ed un chiaro segnale a tutto il movimento operaio in questo paese.

Quello che si vuole mettere in discussione è l’esercizio dello sciopero attuato attraverso modalità non concertative, ossia che penalizza economicamente il padronato e lo mette in difficoltà senza dargli il tempo e la possibilità di evitare il danno.

La repressione in corso, attraverso licenziamenti politici, divieti, fogli di via, processi, denunce, multe, ecc. pone sempre più la necessità di perseguire una politica di allargamento ed organizzazione della lotta e della solidarietà che, proprio a partire da questo terreno più generale e meno specifico, deve tendere a mettere in contatto le differenti esperienze e situazioni di lotta, rompendo i tentativi di isolamento ed accerchiamento.

DECISIONI

Se l’attacco verso i movimenti di lotta si esprime in modo articolato e a vari livelli, è necessario che la nostra risposta nel settore della logistica sappia articolarsi di conseguenza per essere più incisiva. A tale proposito vengono assunte le seguenti decisioni:

1. Assicurare presenza e sostegno costante ai 41 licenziati politici a partire dalla sostegno del presidio davanti ai cancelli della Granarolo. Sabato 29 giugno manifestazione interregionale davanti alla Granarolo.

2. Rafforzare il consenso ai lavoratori licenziati attraverso una campagna di denuncia e boicottaggio da svilupparsi nelle varie città. La campagna verrà lanciata e portata avanti da sabato 29 giugno.

3. Strutturazione di una cassa di resistenza in grado di far fronte alla repressione al movimento di lotta, coinvolgendo in modo organizzato tutti i lavoratori iscritti e la solidarietà di classe.

4. Costruzione di una nuova giornata di sciopero per l’intero settore, legando la battaglia sindacale per il rinnovo del CCNL di settore all’attacco politico a cui è sottoposto il movimento dei lotta dei lavoratori autorganizzati.

Sindacato Intercategoriale Cobas
Associazione per i Diritti dei Lavoratori Cobas