Acabnews Bologna

Lo sportello di Social Log riapre in Mura di Porta Galliera

Solidarietà dei No People Mover per gli sgomberi di v.Masini e v.Corticella. Oggi le famiglie dell’ex Beretta in piazza contro la chiusura del piano freddo. A Bologna domenica 3 aprile’016 l’assemblea nazionale di Abitare nella Crisi.

30 Marzo 2016 - 10:14

(foto fb Social Log)Più determinati e forti di prima riprende l’attività dello sportello di ascolto e autorganizzazione contro gli sfratti. Fino alla prossima avventura di lotta collettiva siamo in via Mura di Porta Galliera 11 ad un passo da Porta Mascarella tutti i martedì dalle 18h alle 20h e tutti i sabato dalle 10h alle 12h. ‪#‎Passaparola‬ e condividi il nuovo indirizzo dello sportello della lotta per la casa che potrebbe essere utile a qualche tuo contatto Facebook!

Social Log

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Oggi 30 marzo alle 14 i rifugiati e le famiglie dell’ex Beretta saranno in piazza per opporsi alla chiusura delle strutture del piano-freddo.

Da giovedì 31 marzo centinaia di persone- in massima parte rifugiati- saranno costrette a dormire per strada. Convinti che la giustizia sociale sia l’unico antidoto alla brutalità che verifichiamo quotidianamente nei nostri territori e alla violenza della nuova strategia della tensione globale che miete centinaia di vittime di tutte le religioni lottiamo perché i rifugiati di questa città vedano riconosciuti i loro diritti.

La struttura di via Fantoni non deve chiudere! Come già dimostrato dalle scuole Merlani un’altra accoglienza è possibile!

Contro la mafia delle cooperative che hanno consumato in sterili percorsi un miliardo e mezzo di euro ( 0.4% del nostro Pil) ribadiamo che l’autogestione è l’unica soluzione possibile.

Coalizione internazionale migranti e rifugiati

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Assemblea nazionale Abitare nella Crisi
Bologna 3 aprile dalle 11am al Laboratorio Crash

Con una riunione tanto necessaria quanto intensa e partecipata, la rete di Abitare nella crisi mostra di voler maturare ancora per poter gestire la formidabile mole di impegni che un’emergenza abitativa in costante aumento pone davanti ai movimenti. Sul tema della casa, infatti, è possibile registrare un crescente rancore per un diritto primario sempre più disatteso, basti pensare all’aumento della “domanda di intervento e di produzione di conflitto” legata al tema dei mutui, come al tema della cancellazione e della vendita delle case popolari. Un salto di qualità quindi appare ineludibile, per non accontentarci di resistere, evitando che sia dal punto di vista sociale che delle dinamiche repressive la controparte riesca a prenderci le misure.

Manovre come quella messa in moto a Padova nei confronti del comitato di lotta peraltro già crollata tramite il respingimento delle misure cautelari ordinate dalla procura, come i processi coercitivi ed i dispositivi di legge predisposti hanno del resto proprio l’obiettivo dichiarato di fermare il conflitto che i movimenti avevano avuto modo di alimentare, depotenziandone la capacità di rappresentare una concreta minaccia.

Ora è chiaro che va modulato un processo che sappia impedire la realizzazione di questo intento di riduzione e perimetrazione delle lotte, allargando nuovamente gli spazi di agibilità innescati a partire dalla potente mobilitazione del 19 ottobre 2013.

I tentativi di imporre processi di forzata normalizzazione e pacificazione, usando alternativamente bastone e carota, mettono in luce i limiti alcuni nostri limiti, ma anche i punti di forza da cui partire per superarli. Saper individuare i nodi e le forme con cui articolare i prossimi passaggi è quindi fondamentale.

Sul tema pignoramenti e sfratti va prodotta una controffensiva importante, perché proprio queste due questioni, oltre alle vicende legate ai percorsi di riappropriazione e all’articolo 5 della legge Renzi/Lupi, risulta evidente che gli spazi di mediazione sono sempre più inesistenti. Solo un maggior radicamento del conflitto, insieme alla ricerca di nuove pratiche, può consentire ai movimenti e alle realtà impegnate su questi fronti di rilanciare. Il tema della presenza nei territori e nelle periferie è quanto mai centrale in una fase dove la distanza tra chi governa e chi abita le città aumenta giorno dopo giorno, anche di fronte all’affacciarsi di pericolosi istinti xenofobi e securitari. Saper rovesciare il disagio abitativo, il debito e le morosità, da ricatto a rivolta è un orizzonte – oggi più che mai – da perseguire e praticare.

Sull’articolo 5 non è più rinviabile una mobilitazione decisa, che sappia individuare la controparte con chiarezza e sappia allargare le contraddizioni, facendo pagare un prezzo alto a chi ha inteso colpire in questo modo l’autorganizzazione e le lotte, anche della popolazione migrante. Il kidzbloc ed i movimenti devono tornare ad agire e devono farlo al più presto.

Sia per dare forza a questi importanti passaggi, sia per ragionare delle traiettorie di medio periodo, si rende necessario un momento largo di confronto, una assemblea nazionale che ci permetta, fuori e contro qualsiasi ipotesi di amministrazione del presente, cogestione del potere e pacificazione sociale, di comprendere come affinare gli strumenti in grado di parlare ad una composizione sociale rabbiosa ed insofferente, potenzialmente incompatibile, trasformando la condizione oggettiva di insolvenza che molti settori già vivono, in scelta collettiva e generalizzata di riappropriazione.

Dopo le recenti mobilitazioni del 18 e del 19 marzo, dopo gli sgomberi e le nuove occupazioni che si sono susseguite negli ultimi giorni, all’interno delle ipotesi di lotta contro le nuove leggi regionali sull’emergenza abitativa, e assumendo la nuova sfida aperta dalla riforma dei pignoramenti crediamo non rinviabile un nuovo momento di confronto che si da appuntamento a Bologna per domenica 3 aprile dalle 11am al Laboratorio Crash.

L’assemblea nazionale promossa da Abitare nella Crisi è convocata a Bologna per Domenica 3 aprile 2016.

Abitare nella Crisi

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Solidali con chi lotta per i diritti di tutte/i

Come Comitato No People Mover siamo al fianco di Social Log e delle altre realtà bolognesi che si battono per il diritto all’abitare di tutte e di tutti e siamo al fianco delle famiglie, italiane e non, che non ricevendo dalle istituzioni alcuna risposta decidono di occupare.

Siamo convinti che non si tratti di mancanza di fondi, ma di come vengono spesi i soldi che ci sono!

Ci sono tante opere necessarie che NON vengono realizzate – come il ripristino e la manutenzione di tanti immobili pubblici – perché la loro esecuzione non consente quei meccanismi di subappalto e di scatole cinesi nelle quali far sparire i soldi.

Il lavoro, nel campo dell’edilizia, non mancherebbe. Il punto è che né le grandi società, anche cooperative, né i politici vogliono lavorare con le manutenzioni, preferendo grandi opere inutili come il People mover che servono a foraggiare soggetti come CCC – a sua volta principale finanziatore del PD bolognese.

In definitiva è di questo che si tratta. Altrimenti perché costruire una monorotaia sopraelevata dal costo di 130milioni quando a poche decine di metri esiste già la fermata del Servizio Ferroviario Metropolitano solo da completare?

Chiediamo il blocco degli sfratti, l’applicazione del protocollo per l’insolvenza incolpevole, una politica efficace di edilizia popolare, il recupero di tutti gli immobili pubblici abbandonati.

Infine anche noi vogliamo fare un appello alla “legalità”: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” (cit. art. 4 Costituzione Italiana)

La Costituzione chiede lo sviluppo della persona umana, non del sistema “tangentopoli”.

Comitato No People Mover