Attività “ferme” per tutelare i lavoratori e il resto della popolazione dal coronavirus? Dai numeri dell’hub logistico bolognese non si direbbe: nel mese di marzo, rispetto allo stesso periodo del 2019, il via vai dei camion è diminuito appena del 10% e quello dei treni è addirittura aumentato del 3%.
Il lockdown? Lo stop alle attività produttive “non essenziali” per tutelare i lavoratori e tutta la popolazione? L’Italia “ferma” per arginare l’epidemia di Covid-19? Mica tanto, se si guarda a cos’è successo nel mese di marzo all’Interporto di Bologna: cuore pulsante della logistica bolognese che a sua volta, si sente spesso dire, riveste un ruolo centrale nella logistica dell’intero Paese. Ebbene, a giudicare dai dati diffusi dall’Interporto medesimo, non è che proprio si sia fermato molto. Parlano i numeri: rispetto al marzo 2019, il numero dei camion in entrata e uscita dal grande hub di Bentivoglio è calato appena del 10%. Simile il decremento (-10,9%) rispetto al mese di febbraio di questo stesso anno. E i treni? Quelli sono addirittura aumentati: +3% circa rispetto a marzo 2019, +1,4% rispetto a febbraio 2020. Treni che hanno portato un po’ meno carri rispetto a un anno fa (-5%), ma di più rispetto al mese precedente (+4,6%). Dicevamo: il lockdown?
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