Studentesse e studenti: “Questi ultimi anni di pandemia e di incertezza sul futuro hanno infierito negativamente sulla vita scolastica evidenziando le falle di questo macchinario arrugginito poco propenso al miglioramento”.
“Noi studenti e studentesse delle Laura Bassi vogliamo ribadire che la scuola è nostra ed esigiamo viverla come meglio pensiamo. Questi sono gli anni della nostra vita che vogliamo ricordare col sorriso e che racconteremo ai nostri figli. Anni passati in questo sistema incurante che vede gli studenti e i professori come ultima ruota del carro, hanno messo a fuoco l’esigenza e la
volontà di fare qualcosa. Inoltre, questi ultimi anni di pandemia e di incertezza sul futuro, hanno infierito negativamente sulla vita scolastica evidenziando le falle di questo macchinario arrugginito poco propenso al miglioramento. Ci siamo resi conto che l’istituzione scolastica non ci insegna a vivere come cittadini con un pensiero libero e critico, ma piuttosto ci omologa a una massa priva di idee proprie e di una mentalità divergente. Con questa occupazione vogliamo mandare un messaggio forte alle istituzioni che non vogliono ascoltarci. Le problematiche, ormai intollerabili, sorte all’interno dell’istituto Laura Bassi sono comuni a tutte le scuole e sono dovute ad un sistema marcio dalle radici, che reprime chiunque provi ad alzare la testa”. Lo scrivono studentesse e studenti dall’occupazione iniziata stamattina.
Il testo prosegue indicando i motivi di “scontento generale” rispetto ai problemi strutturali e gestionali del plesso, tra cui quelli inerenti al Covid (spazi ristretti, non fornitura di mascherine FFp2, insufficienze nel tracciamento) e inoltre mancanze di materiale e strumentazione, degrado infrastrutturale, necessità di supporto psicologico. SI reclama inoltre che ogni anno sia “concessa la settimana autogestita”, che ci siano “ore prefessite di educazione all’affettività ed educazione civica”, una maggiore disponibilità dei laboratori, un intervallo più lungo, e vogliono aver voce sull’utilizzo dei fondi del PNRR. “Inoltre portiamo in campo delle critiche più generali al sistema scolastico, in quanto da 30 anni a questa parte il Governo e le sue istituzioni si sono resi responsabili di tagli all’istruzione che hanno smantellato la scuola pubblica”, si legge in conclusione, e Inoltre rivendichiamo questa occupazione per solidarietà alle scuole che hanno occupato e per mandare un messaggio forte contro la repressione violenta degli studenti che da Milano, Torino, Roma, Napoli sono stati repressi a manganellate da quelle stesse istituzioni che dovrebbero ascoltarci; e in nome di Lorenzo che purtroppo è morto a causa di un’alternanza scuola lavoro assassina”.
Supportano l’occupazione LuNA, Laboratorio universitario di autogestione e Làbas: “La città di Bologna si è svegliata oggi con una nuova, bellissima notizia: è stato occupato il liceo Laura Bassi. Studenti e studentesse si sono riappropriat* degli spazi che vivono ogni giorno, per denunciare le condizioni in cui versa la scuola e per proporre un modello altro di educazione, informazione e condivisione. Come LUnA non possiamo non essere al fianco di chi prende in mano in suo futuro: passate in via Sant’Isaia 35 e seguite gli sviluppi, il programma è ricco di iniziative. Che mille occupazioni sboccino!“.
Così Osa, Opposizione studentesca di alternativa, in un post sui social network in cui dà inoltre appuntamento per un presidio venerdì alle 10 in piazza dell’Unità e a un’assemblea nazionale questo finesettimana a Roma: “Dopo aver sostenuto le occupazioni del Rosa Luxemburg e del Copernico, questa mattina abbiamo occupato assieme agli studenti il Liceo Laura Bassi in protesta contro questo modello di scuola. Modello di scuola che si porta dietro le carenze di trent’anni di tagli e riforme professionalizzanti dell’istruzione, e che anche questo Governo, attraverso il PNRR sta ulteriormente portando avanti. Continuiamo ad occupare ricordando Lorenzo, morto in Alternanza scuola-lavoro, e contro questa maturità, ulteriore attacco del Governo verso gli studenti, che fregandosene degli ultimi anni terribili che stanno vivendo gli studenti continua a volerci valutare come nulla fosse”.