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Licenziati dopo lo sciopero, Adl: “Reintegro subito!”

Prima sospensione, poi licenziamento per sei fattorini che consegnano a domicilio per Carrefour e Pam: il sindacato protesta in un supermercato e chiede il sostegno dei clienti. Intanto, in provincia “educatori svenduti al massimo ribasso”.

03 Agosto 2018 - 14:49

Un “grave attacco ai lavoratori sindacalizzati e alle organizzazioni sindacali”. Così l’Adl Cobas, attuando una protesta al Carrefour di Casalecchio, definisce il fatto che in questi giorni “è giunto il licenziamento disciplinare, via raccomandata, ai lavoratori impiegati a Bologna e hinterland come fattorini nel servizio di consegna a domicilio di Carrefour e Pam. Questo licenziamento è una diretta conseguenza allo sciopero di tre ore del 4 luglio, alla quale Sistemi Integrati aveva già risposto con la sospensione dei lavoratori con argomentazioni futili e per almeno due lavoratori del tutto false. Una sospensione durata molto più del consentito dal Ccnl di riferimento, e dopo che lo scorso giovedì i lavoratori hanno respinto in toto le accuse voltagli nelle contestazioni che la accompagnavano, durante un incontro con un avvocato dell’azienda. Non è quindi stato un pretesto per eliminare la parte sindacalizzata dei lavoratori e poter quindi continuare ad utilizzare lavoratori interinali con contratti da 15 ore come ci siamo trovati ad ottobre 2016 quando i lavoratori si rivolsero a noi? L’azienda continua a negare, ma per noi non ci sono dubbi! Ad avvalere la nostra tesi è anche l’atteggiamento che ha avuto l’azienda dall’inizio della sospensione dei primi lavoratori, cominciando ad escludere dalla chat di lavoro l’unico fattorino non ancora sospeso e quindi tagliandolo fuori dall’organizzazione, non rispondere né ai lavoratori né ai delegati sindacali, se non per rimbalzare le responsabilità da un dirigente all’altro, e per finire mandando un avvocato, senza alcun potere decisionale e di contrattazione, e senza alcuna idea di come si svolgesse il lavoro in Pam e Carrefour, ad ascoltare le giustificazioni dei lavoratori”.

Continua l’Adl: “Un servizio quello della spesa a domicilio che sta diventando sempre più centrale come la logistica e la consegna a domicilio, e che si ritrova sempre più spesso ad essere esternalizzato, permettendo alle aziende si deresponsabilizzarsi e scaricare sull’ultimo anello delle catene di appalto tutti i costi ed i sacrifici per la forza lavoro, come in questo caso. Per questo Pam Panorama e Carrefour sono complici silenti di questo sistema e di chi crede di poter utilizzare un essere umano non ascoltando ciò che ha da dire e, anzi, punendo chi rivendica diritti dei lavoratori e delle lavoratrici! Denunciamo quindi pubblicamente la gravità della situazione e chiediamo con forza l’immediato ritiro dei licenziamenti e il reintegro al lavoro di tutti e sei i fattorini. Inoltre chiediamo a tutti i clienti di Pam e Carrefour sostegno e supporto nella nostra battaglia, contro questi assurdi e vergognosi licenziamenti, non ordinando più la spesa a domicilio e facendo pressione ai direttori dei punti vendita che usufruiscono del servizio, perché i lavoratori vengano reintegrati, fino ad allora Carrefour e Pam saranno complici di questa situazione. Lo sciopero è un diritto, licenziare i lavoratori per questo è un sopruso. Toccano uno, toccano tutti!”.

A Malalbergo, invece, si parla di “educatori scolastici svenduti al massimo ribasso”. La segnalazione proviene dagli Educatori uniti contro i tagli: “Nelle scorse settimane è uscita l’ennesima gara d’appalto sintomo delle gravi criticità che investono la gestione dei servizi educativi da parte degli enti locali. Questa volta protagonista è il Comune di Malalbergo nella pianura bolognese. La gara d’appalto pubblicata per i servizi di integrazione scolastica del prossimo anno scolastico, privilegiando gli aspetti meramente economici, è l’ennesimo e inquietante segnale della scarsa attenzione verso le politiche educative. Tale atteggiamento rischia di pregiudicare la qualità degli interventi educative e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, favorendo quei soggetti economici che praticano dinamiche spregiudicate di ribasso. Nel caso specifico si parla di circa 14 lavoratori che potrebbero trovarsi a dovere scegliere se garantire la continuità educativa a condizioni economiche peggiorative o lasciare un territorio dove per anni hanno portato avanti con impegno e professionalità il lavoro educativo. Incomprensibile e molto preoccupante è poi la scelta della durata del bando, un anno con possibilità di proroga di un anno aggiuntivo, che contraddice ogni principio pedagogico di continuità educativa. Riteniamo questo atteggiamento gravissimo perché, oltre a mettere a rischio le lavoratrici e lavoratori impegnati da anni sul quel territorio, inevitabilmente penalizza tutti i minori che usufruiscono di questi servizi nonché le loro famiglie. Se questa è la tendenza negli appalti dei servizi alla persona noi, Educatori Uniti contro i tagli, diciamo No. Diciamo No alla logica meramente economica nelle gare di appalto nei servizi alla persona. In un momento storico in cui, attraverso la normativa nazionale, c’è il riconoscimento formale della professione e della professionalità delle educatrici e degli educatori diciamo No alla logica degli appalti che contraddice, squalifica e svaluta questo percorso. In attesa dei risultati della gara d’appalto, chiediamo ai sindacati, alle rappresentanze delle cooperative ed ai politici locali di intervenire a tutela dei servizi educativi ed a difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti facendosi portavoce della vergogna che rappresentano gare d’appalto focalizzate solo sull’aspetto economico senza valorizzare la qualità dei servizi e delle educatrici e degli educatori che li portano avanti”.