Acabnews Bologna

“Liberi dall’apartheid israeliana”, in città 18 adesioni

Prende piede la campagna ‘Splai’, per promuovere “la solidarietà attiva con il popolo palestinese attraverso la creazione di una rete di spazi” che si impagnano a “non intrattenere rapporti con istituzioni e imprese complici delle sistematiche violazioni israeliane del diritto internazionale”.

07 Giugno 2019 - 15:31

“Oltre cento realtà tra associazioni, sindacati, movimenti, artigiani, commercianti, centri culturali e sportivi, a livello nazionale hanno aderito alla campagna Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana -Splai, promossa dal movimento Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (Bds), “coniugando così l’etica con il lavoro, schierandosi in difesa dei diritti umani e contro ogni forma di discriminazione, in solidarietà con la richiesta di libertà, giustizia e uguaglianza del popolo palestinese”, come si spiega in un comunicato diffuso mercoledì scorso 5 giugno, nella ricorrenza della Naksa, “ovvero quando con la cosiddetta Guerra dei Sei Giorni Israele occupa la Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza, portando tutta la Palestina storica sotto il controllo israeliano e intensificando quelle politiche di pulizia etnica, espropriazione e colonialismo iniziate in Palestina ancor prima del 1948”.

In città si sono registrate finora 18 adesioni: associazione Bianca Guidetti Serra, Noi Restiamo, Rete dei comunisti, Universitari contro l’apartheid israeliano, Tpo, Polisportiva Hic Sunt Leones, Làbas, Vag61, Mediateca Gataway, associazione Sopra i ponti, i circoli Ritmolento, Barnaut e Granma, la bottaga Ex-aequo, caffetteria Al Salam, Link, circolo Granma, collettivo Handala e Pax Christi.

Si legge inoltre: “Già presente in diversi paesi, tra cui Belgio, Norvegia e Spagna, dove partecipano oltre trecento soggetti, tra cui decine di amministrazioni locali, la campagna SPLAI promuove la solidarietà attiva con il popolo palestinese attraverso la creazione di una rete di spazi che si dichiarano liberi da ogni forma di discriminazione e si impegnano a non intrattenere rapporti con istituzioni e imprese complici delle sistematiche violazioni israeliane del diritto internazionale. È anche una chiara presa di posizione rispetto alla crescente onda razzista e di chiusura ‘sovranista’ che sta fomentando odio e intolleranza (tra cui forme di vero antisemitismo) non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo”.