In centinaia ieri all’appuntamento convocato dopo lo sgombero, mentre il sindaco firmava il Protocollo su ex-caserme Stamoto e Perotti con Guerini della Difesa. Laboratorio Smaschieramenti su Atlantide: “Assoluzione con formula piena dal reato di occupazione”.
E’ partito come presidio “contro-militare” con finti nasi rossi, parrucche e giacche mimetiche ed è diventato un corteo composto da centinaia di persone, quello che nel tardo pomeriggio di ieri ha attraversato le strade del centro storico, convocato sul sito di Xm24 dagli attivisti dell’ex-caserma Sani, sgomberati due giorni fa dallo spazio occupato in Bolognina lo scorso 15 novembre. I manifestanti si sono infatti dati appuntamento in piazza Maggiore mentre a Palazzo D’Accursio il sindaco Merola – definito al microfono “campione di sgomberi” mentre venivano ricordate le tante occupazioni sociali e abitative alle quali è stata messa fine durante la sua amministrazione – e il ministro della Difesa Guerini firmavano il Protocollo sulla valorizzazione delle ex caserme Perotti e Stamoto: tante dichiarazioni di principio, ma cosa ne sarà delle due aree non è dato saperlo. La piazza, rumorosa grazie a fischietti, tamburi e cori, si è fatta sentire forte anche all’interno del Palazzo, dove chi parlava e chi ascoltava gli interventi ha dovuto fare i conti con il frastuono che arrivava dall’esterno. “Oggi – si è sentito fra le prese di parola al microfono – il Comune si incontra coi militari per discutere di come utilizzare spazi che dovrebbero essere ad uso di tutti”. Al contrario, dicono, “noi abbiamo aperto la caserma Sani, dove Comune e Cassa Depositi e Prestiti vorrebbero fare strutture ricettive e alberghi di cui non c’è nessun bisogno, mentre noi sogniamo di poter sperimentare lì dentro forme di vita diverse, occupazioni abitative, laboratori”.
Due le performance che hanno caratterizzato il presidio iniziale davanti all’ingresso del palazzo: prima una parata musicale in cerchio per fare il verso a quelle militari, successivamente sono stati versati a terra alcuni chilogrammi di letame e lanciate ristampe delle banconote che ritraggono Merola sulle centomila lire, già utilizzate dalle attiviste di Xm24 in precedenti mobilitazioni. Poi è partito il corteo, al grido di “se il Pd continua a sgomberare, tutta Bologna bisogna occupare”, che ha girato intorno a Palazzo D’Accursio per poi percorrere via Ugo Bassi e raggiungere piazza San Francesco, andare in via Sant’Isaia e piazza Malpighi, e ritornare verso la sede del Comune attraverso via Portanova, via IV novembre e piazza Roosevelt. A conclusione della manifestazione attiviste e attivisti hanno rilanciato l’appuntamento di oggi alle ore 15 al circolo Arci Guernelli di via Gandusio, dove verrà dato il via ai tavoli che continueranno il percorso iniziato con l’assemblea pubblica per la “contro-progettazione dal basso” sull’area della ex-Sani, nella quale promettono di tornare.
> Il video del passaggio del corteo in via Ugo Bassi (l’articolo prosegue sotto):
A proposito degli sgomberi firmati dal sindaco Merola, il Laboratorio Smaschieramenti – inviando ieri la propria solidarietà alle occupanti dell’ex-Sani – ha dato notizia della “assoluzione con formula piena dal reato di occupazione per Atlantide. La sentenza di un tribunale dissipa anche gli eventuali dubbi di chi ancora credesse che lo sgombero di Atlantide da parte del Sindaco Virginio Merola fosse davvero una necessità ‘legale’. Si chiude un ciclo di 5 anni nei quali la retorica della legalità è stata uno strumento arbitrario in mano all’amministrazione per colpire soggettività eccentriche, forme di socialità non sottomesse alle logiche della città-vetrina, e progetti politici e sociali scomodi per il potere”.
Anche le attiviste e attivisti ripercorrono la storia recente: “Negli ultimi 5 anni sono state represse tutte le occupazioni (anche abitative) che da decenni esistevano in questa città. Al contempo l’amministrazione ha lavorato alacremente per togliere ogni spazio di autonomia a qualsiasi tipo di iniziativa sociale dal basso sul territorio cittadino, fingendo di valorizzarla per cannibalizzarla, svuotarla, sottometterla, tenerla sotto ricatto e costringerla a produrre servizi in sussidiarietà. Togliere la casa, gli spazi di socialità e organizzazione a chi sta ai margini della società ha reso la città e la società migliore? Noi crediamo di no e sappiamo che con un minimo di sforzo ci possono arrivare tuttu. Ci hanno tolto Atlantide 5 anni fa per liberarsi di una fucina di resistenza creativa, di frivolezza tattica, di pensiero e desiderio critico, che sfornava lesbiche, donne, froce e trans indecorose e libere, forti della propria favolosità e poco inclini a mendicare la protezione o l’approvazione delle istituzioni eterosessuali per esistere. Convergenza di interessi fra le destre populiste e neofasciste e un Partito Democratico subalterno ad esse, che si mette al loro servizio nascondendosi dietro la legalità. Il progetto di ristrutturazione sociale ed economica che vuole escludere e sfruttare tutt* quelli che non si conformano all’immagine ripulita di una nazione eterosessuale, bianca e borghese (la perfetta foto su instagram) tiene insieme forze politiche diverse. Da un lato c’è chi sgombera e butta in strada froce, lesbiche, trans*, migranti e che, in nome della ‘legalità’, gli impedisce loro di autorganizzarsi per cambiare davvero questa società sessista, razzista e omofoba, e dall’altro c’è chi, in strada, li va a cercare per aggredirli e pestarli”.
“Cosa resta – si domandano – di Atlantide per noi, Laboratorio Smaschieramenti, che lì siamo cresciut*? Continuiamo, nomadi da un luogo a un altro, a costruire critica, conflitto e pratiche di lotta. Continuiamo a creare quel pezzo di mondo accessibile a chi è senza documenti o ha i documenti sbagliati, perché migrante o trans o tutt’e due, a chi si prende la responsabilità di costruire insieme spazi dove si possa stare, semplicemente, meglio… anche senza una carta di credito. Continuiamo a costruire reti transfemministe e queer, come il B-side pride e ionUnadiMeno, per lottare contro la violenza maschile, di genere e dei generi. Continuiamo a ragionare criticamente sullo spazio transfemminista come spazio politico e di desiderio e come spazio urbano vivibile e attraversabile da tutte le soggettività. È per tutto questo che siamo da sempre solidali con XM24 e crediamo nel contro-progetto sull’area della Sani che coraggiosamente XM24 ha messo a disposizione di chi vuole costruire contro-cultura, chi vuole spazi lontani dalle logiche capitalistiche dove vivere e immaginare/realizzare una società diversa che metta i margini al centro. Per questo partecipiamo alla costruzione di uno dei tavoli della contro-progettazione: perché continuiamo a immaginare insieme che genere di città vogliamo costruire collettivamente. Vogliamo continuare a scrivere il presente e il futuro a partire dai confini dove siamo ricacciat*, lo vogliamo fare con quei corpi in-Sani, imprevisti, indecorosi, ri-belli e orgogliosi che popolano questa Altra Città e che non vogliono/possono smettere”.