Lo raccontano i meccanici impiegati nell’officina che si occupa della manutenzione dei mezzi del bike sharing, allestita in un capannone di Dumbo: “Quando cominciamo alla mattina alle 8 ci sono tre gradi, al massimo cinque. E questo è il secondo inverno che passiamo in questo modo”.
“Quando cominciamo alla mattina alle 8 ci sono tre gradi, al massimo cinque. Sembra di star chiusi in un frigorifero. Ci servono tre-quattro ore per alzare la temperatura ad un livello ‘accettabile’, fino a 10 gradi. Il punto è che questo non è il primo inverno che passiamo in questo modo, ma il secondo. È una storia che va avanti dal 2019. Continuiamo a sperare in un lieto fine, prima o poi”. E’ la situazione raccontata dai tre giovani meccanici che lavorano nel capannone dello spazio Dumbo in cui è stata allestita l’officina di riparazione delle Mobike, le bici del bike sharing cinese sbarcato quattro anni fa a Bologna tramite bando del Comune. I meccanici lavorano per conto della cooperativa Open Group, che per Mobike si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria delle biciclette: ogni giorno ne arrivano in offcina una cinquantina, danneggiate nell’uso o vandalizzate. “Due di noi- spiegano i meccanici, come riporta l’agenzia Dire– sono assunti a tempo indeterminato e uno a tempo determinato con Open Group. In realta’ dovremmo essere in quattro, ma un altro ragazzo recentemente si è licenziato, per varie ragioni. Anche per il freddo? Potrebbe essere uno dei motivi, effettivamente”. Del resto, per il tipo di lavoro che si fa nell’officine spesso non è possibile neanche usare i guanti. In officina sono state montate alcune lampade riscaldanti e solo in questo modo si può salire fino a 10 gradi, ma per i meccanici non può essere una soluzione definitiva: “Questo è il secondo duro inverno che passiamo qui al lavorare al freddo, dopo che Open Group ha cominciato a gestire il servizio di manutenzione delle Mobike nel 2018. Prima l’officina di riparazione Mobike era a Castelmaggiore. Più lontano, quindi, ma almeno là si stava al caldo”, racconta uno dei lavoratori: “Ad Open Group abbiamo fatto presente più volte la situazione, e in passato sarebbe arrivata anche la lettera di qualche avvocato. Al momento, a parte le lampade, la situazione continua a non cambiare. Pare che ci siano alcuni preventivi in ballo, quindi attendiamo”.
Da Open Group fanno sapere che si sta seguendo la vicenda e che le condizioni di sicurezza in officina sono “tutte rispettate”, confermando inoltre che ci sono già preventivi, uno fra l’altro nel vivo già questo lunedì, sull’impianto di riscaldamento. L’area in ballo è di 300 metri quadrati ma secondo la coop basterebbe riscaldarne 30, che rappresenta lo spazio di lavoro in senso stretto, anche per una questione di “efficienza ambientale”.