Acabnews Bologna

Le maestre contestano Merola

E successo ieri durante l’incontro al cinema Nosadella. Pubblichiamo anche i comunicati di Usb, Cub e Coordinamento precari sul tema Asp e sul referendum contro i fondi comunali alle scuole private.

01 Giugno 2013 - 14:58

Nuova contestazione da parte delle maestre bolognesi nei confronti del sindaco Virginio Merola e dei suoi assessori Marilena Pillati e Luca Rizzo Nervo. E’ successo ieri al cinema Nosadella, dove si è svolto l’incontro tra le lavoratrici dei servizi educativi e l’amministrazione sul tema del previsto passaggio delle maestre comunali all’Asp. Il primo a prendere la parola e’ stato Rizzo Nervo, che però dopo una quindicina di minuti ha dovuto rinunciare dopo le ripetute interruzioni provocate dalle maestre a suon di “buu” e “noooo”. A quel punto sono state le stesse maestre a prendere la parola, incalzando il sindaco con numerose domande. Durante l’intervento di Meola, i “nooooo”, le urla e le esclamazioni sono ripartite ogni volta che il primo cittadino ha provato a dire che l’Azienda per i servizi alla persona e’ l’unica soluzione per assumere.

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> I comunicati di Usb, Cub e precari su Asp e referendum sui fondi alle private:

Fermiamo il progetto delle Asp!

Il referendum del 26 maggio scorso ha dato un segnale inquivocabile di rifiuto delle politiche di privatizzazione e di dismissione dei servizi pubblici a partire dal progetto della Giunta comunale di trasferimento delle scuole dell’infanzia già a settembre e dei nidi alle ASP, rafforzando la mobilitazione di questo mese per fermare quel progetto.

L’archiviazione della Procura regionale della Corte dei conti della Campania riguardante la vertenza sull’assunzione, da parte del comune di Napoli, di oltre 300 maestre a tempo determinato in quanto non ha provocato nessun danno erariale alle casse pubbliche, ha messo fine all’alibi dei vincoli di stabilità del Sindaco Merola, offrendo lo strumento di assunzione diretta delle insegnanti da parte dell’amministrazione comunale.

Il Comune di Bologna e cgil,cisl e uil, dopo l’esito del referendum e l’importante decisione della Procura regionale della Corte dei conti della Campania, non possono far finta che nulla sia cambiato! Facciano una rilfessione ed accolgano la nostra proposta già presentata lunedì scorso sul tavolo della trattativa, legittimata dalla volontà di cittadini, famiglie e lavoratori, espressa con il voto del referendum; una proposta che induca la Giunta a voltare pagina, facendo prevalere l’interesse comune di garanzia dei servizi nei confronti dei vincoli del patto di stabilità, mantendendo la gestione diretta delle scuole dell’infanzia e dei nidi, assumendo le insegnanti precarie attraverso l’utilizzo delle graduatorie esistenti.

La nostra proposta potrà favorire anche la riassunzione da parte del Comune dei precari(collaboratori di nidi e scuole dell’infanzia ed educatrici) che nell’anno educativo e scolastico 2012-13, sempre a causa dei vincoli del patto di stabilità, sono stati assunti da ASP IRIDES a cui il comune ha affidato alcuni servizi di 13 nidi e 20 scuole dell’infanzia.

A sostegno della nostra proposta, la mobilitazione non si ferma!

Martedì 4 giugno ore 15.00: Presidio sotto Palazzo d’Accursio di tutte le lavoratrici e lavoratori di nidi e scuole dell’infanzia durante la trattativa sul progetto dei servizi educativi e scolastici

10 giugno ore 17.30 : Catena umana di genitori, bambini e lavoratrici delle scuole dell’infanzia e dei nidi” che arriverà a P.zza Maggiore, durante la trattativa sulle ASP della Giunta

Il 14 giugno: sciopero

Usb

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Sindaco… ma chi te lo fa fare?

Sciopero boicottato! Ma noi andiamo avanti!

Lo sciopero di oggi (del 30 maggio, ndr) è stato spudoratamente boicottato dall’amministrazione comunale: una nota di ieri, 29 maggio 2013, ha creato una gran confusione tra i lavoratori e ha spinto molti a non scioperare.

Che non sarebbe stato uno sciopero di massa lo sapevamo. Che l’apparato di potere politico sindacale che sta permettendo al sindaco e alla sua giunta di continuare sulla strada del passaggio di gestione dei servizi e della scuola fosse molto più forte di noi lo sapevamo… ma che l’amministrazione giocasse un tiro così basso non ce l’aspettavamo. Il diritto di sciopero è già stato messo fortemente in discussione da accordi e leggi nazionali oltre che dalla perdita di sicurezza dei posti di lavoro e dal clima minaccioso che i datori di lavoro pubblici e privati hanno sapientemente instaurato. Questa reazione del Comune secondo noi indica anche, che seppur ancora non diffusi tra molti lavoratori oggi solo confusi, i nostri contenuti spaventano.

L’assemblea di cittadini lavoratori che si è tenuta oggi ha discusso proprio di questo.

L’accettazione della politica di privatizzazione da parte dei sindacati confederali e il corporativismo delle battaglie portate avanti anche da parte del sindacalismo di base, mostra quanto non sia diffusa la volontà di contrastare alle radici la dominante volontà di smantellamento dei servizi.

Lavoratori del comune (servizi sociali, nidi, cultura e amministrativi), delle ASP e delle cooperative sociali, seppur in pochi, hanno affrontato il problema dell’essere cittadino lavoratore di enti, pubblici e privati che dovrebbero garantire il sostegno alle persone in difficoltà economica o con handicap. Con quale faccia ogni giorno questi lavoratori dicono ai cittadini che si rivolgono agli sportelli: non ti possiamo aiutare? Con quale coraggio si può rispondere a chi si trova ormai in condizione di non riuscire a mangiare che l’appuntamento è possibile solo tra tre mesi? Ma a che serve l’ente Comune diventato oggi un altro apparato che spinge verso la disperazione chi è caduto in disgrazia invece che dargli speranza? Non è infatti per difendere questo apparato pubblico che vogliamo il mantenimento della gestione diretta da parte del Comune. Semplicemente vogliamo il mantenimento del pubblico (“che appartiene a tutto il popolo”), per poterlo cambiare a sostegno di persone che sempre di più sono in difficoltà grazie una “crisi economica” che anche a Bologna sta portando tanti alla povertà. Solo menti ottuse ed offuscate da interessi di bottega possono convincersi oggi che la gestione tramite ASP possa aiutare queste persone. Il pareggio di bilancio, obbligatorio per le ASP, non permetterà l’assistenza di cui la società ha bisogno!

La difesa del posto di lavoro è certamente la difesa del diritto al reddito ma oggi più che mai assume anche anche il valore sociale della vicinanza a chi è in difficoltà e del ruolo sociale che gli operatori tutti svolgono.

A proposito del boicottaggio dello sciopero da parte del comune i lavoratori si sono recati all’URP in presidio e all’apertura degli sportelli hanno fatto protocollare al lettera di richiesta incontro al sindaco che trovate in allegato.

Oggi (due giorni fa, ndr) 30 Maggio 2013, l’assemblea dei lavoratori ha ribadito l’impegno sul fronte NO ASP! Il lavoro di informazione continuerà e vedrà la costituzione di un soggetto che si pone l’obiettivo di continuare il lavoro sindacale ma anche di informazione tra i cittadini.

Siamo certi che i cittaidni lavoratori saranno in grado di comprendere e di schierarsi proprio come successo per il referendum del 26 Maggio scorso.

Al sindaco diciamo che sarebbe meglio per tutti che facesse il sindaco e invece di investire in campagne pubblicitarie che negano le difficoltà della popolazione si concentrasse sul far frotne alle vere esigenze di questa.

Pubblico sia ma pubblico davvero!

NO ASP e’ una battaglia di civiltà!

Cub

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Possiamo ritenere di essere usciti dalla prova referendaria del 26 maggio a testa alta. Un quasi 29% di affluenza e 50 mila bolognesi che hanno scelto la scuola pubblica statale sono per noi un risultato confortante ed inaspettato.

Le difficoltà per chi ha voluto fortemente questo referendum (il Nuovo Comitato art.33, di cui anche noi siamo parte) sono state tante, l’ostruzionismo da parte dei poteri forti e della quasi totalità della stampa è stato continuo e serrato, soprattutto nell’ultimo periodo. E anche ora che l’esito è chiaro, si continua a sminuire, mistificare, svalutare quanto è accaduto.

E’ stata davvero un’impresa da Davide contro Golia, da Spartani alle Termopili, per dirla alla Wu Ming. Anche in questa situazione di totale squilibrio di forze, avremmo forse potuto raggiungere una soglia di partecipazione più alta, è vero, ma intanto abbiamo sollevato una questione scomoda quanto fondamentale, dandone risonanza a livello nazionale.

Per questo speriamo si riparta da qui, dall’esperienza di Bologna, dai 50 mila che con noi hanno sostenuto una scuola gratuita, laica, di tutti, come vuole la nostra Costituzione. Auspichiamo che a livello locale altre realtà si muovano in questo senso, ma soprattutto che prima o poi si arrivi ad un referendum nazionale che riporti al centro il tema della scuola statale come bene comune.

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto da tutta Italia attraverso la rete, e in particolar modo, tutti i CPS che hanno organizzato iniziative di sostegno al referendum a livello locale.

Ricorda che a Bologna il 26 maggio… ABBIAMO VINTO!

Coordinamento precari della scuola