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L’Alma Mater: il numero chiuso non si tocca

Oggi in 3.000 alle prove per i 400 posti di Medicina. Studenti contro il nuovo Isee: “No alla truffa dei test, con cui l’Università si arricchisce ogni anno”.

06 Settembre 2016 - 20:18

cIl numero chiuso non si tocca. Lo dice chiaro e tondo Enrico Sangiorgi, prorettore alla didattica dell’Ateneo di Bologna, nel giorno dei test per Medicina e Chirurgia nei padiglioni della Fiera: oltre 3.000 candidati per 400 posti. “Il numero chiuso a livello nazionale- dice il prorettore- nasce dall’esigenza di programmare una professione particolare come quella del medico. L’idea di togliere questa programmazione credo che sia assolutamente velleitaria: c’è in tutto il mondo, la mia generazione non l’aveva e ne ha subito le conseguenze”. Al massimo, sostiene Sangiorgi, “si può discutere sui numeri, se siano corretti o meno per questa società, ma non si può discutere sulla necessità di programmare quanti medici prepariamo. Se poi si ragiona sui metodi con cui arrivare a questa programmazione, ci possono essere tante possibilità”. Ma, sostiene il prorettore, “a mio parere quella del test secco a inizio carriera non è certo la peggiore. Credo che difficilmente si possano trovare soluzioni pratiche che abbiano meno problemi di questa. E’ ovvio, sono test per i quali molti ragazzi non riescono a entrare quindi la somma di insoddisfazione c’è. Ma se lo togliamo qua, lo mettiamo da un’altra parte”.

Oggi, intanto, ai test si sono fatti sentire gli Studenti contro il nuovo Isee: “Contro la truffa dei test d’ingresso! Oggi siamo stati in Fiera al test di Medicina e Chirurgia per un momento di informazione contro la truffa dei test d’ingresso con cui ogni anno l’Università si arricchisce ai danni degli studenti! E da martedì 13 riparte lo sportello Mo’ basta! Ci vediamo al 32 di via Zamboni per discutere dei problemi di questa università e organizzarci per riprenderci una vita dignitosa!”. Hanno protestato anche Rete della conoscenza, Link e Unione degli studenti che hanno effettuato un blitz notturno in alcune aziende ospedaliere italiane, anche a Bologna, affiggendo cartelloni e striscioni con la scritta: “Chiuso. Il numero chiuso chiude gli ospedali”.