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La “Bologna della Libertà” si prende le strade [foto]

Da piazza XX Settembre parte un partecipato corteo, che attraversa la città nonostante le provocazioni e i ripetuti blocchi disposti dalla Questura. Finale con musica e interventi sotto le Due torri. Applausi per Federico Aldrovandi.

26 Settembre 2015 - 20:05

_DSC9065 copiaNonostante il clima di tensione che stampa mainstream ed esponenti politici hanno provato a creare negli ultimi giorni, oggi la manifestazione “Bologna della Libertà vs Bologna della Paura” ha invaso le strade della città per rispondere collettivamente alla pioggia di misure cautelari e preventive che negli ultimi mesi ha colpito collettivi e centri sociali, per dire “no” agli sgomberi di spazi sociali e abitativi, per respingere con determinazione il tentativo di negare agibilità politica e sociale al pensiero critico che rende viva la città.

Il corteo parte da piazza XX Settembre dietro lo striscione “Bologna della Libertà vs Bologna della Paura”. Dal camion di testa risuona la colonna sonora di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, mentre più indietro tocca alle note della Banda Roncati. “Bologna non si arresta e non si piega ai deboli tentativi di limitare la libertà di dissenso”, si urla dal sound system, e “siamo felici di avere in corteo chi non poteva andarci da quattro mesi”. In piazza almeno un migliaio di persone.

Intanto, alle dichiarazioni di sostegno già segnalate nei giorni scorsi, prima del corteo se n’erano aggiunte altre diffuse oggi da Libertà di dimora. Una è di Toni Negri: “Il mio nome è a vostra disposizione con quel surplus di indignazione che non può non nutrire chi questi indecenti dispositivi di sicurezza li ha provati”. L’altra è di Federico Chicchi: “Ritengo che i provvedimenti di restrizione della libertà emanati in questi mesi siano ingiustificati, quantitativamente e qualitativamente, ed esprimo tutta la mia solidarietà a chi sta subendo tale violenza incomprensibile e spropositata da parte delle istituzioni. Non mi resta che abbracciarvi forte tutti e augurarvi una straordinaria manifestazione!”.

La prima tappa del corteo è la stazione ferroviaria, dove i manifestanti appendono uno striscione che richiama le lotte di migranti e rifugiati: “Freedom of mouvement, right to settlement. No Dublin III”. La manifestazione torna su via Indipendenza e uno striscione spunta anche sulle scalinate del Pincio per ricordare la contestazione al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, della scorsa primavera: “3 maggio, libertà di dissenso contro il Pd e i suoi manganelli”.

Poco più avanti le forze dell’ordine impediscono al corteo di proseguire su via Indipendenza, bloccando allo stesso tempo anche via Irnerio e via dei Mille: secondo la Questura, la manifestazione può solo tornare indietro sui propri passi. Invece, viste le proteste dei manifestanti, gli agenti si spostano e il corteo può imboccare via dei Mille. Dal sound system: “Avevamo detto che le strade ce le saremmo prese. Prima uno schieramento di celere ha pensato bene di spostarsi davanti a questo corteo, che non accetta di farsi dettare tempi e spazi da chi ci manganella e ci denuncia. La Bologna della Libertà sta dando una prova di forza, ma oggi è solo una tappa e rilanciamo verso l’8 novembre”, per l’annunciato arrivo in città di Matteo Salvini. Passando davanti ad Oxi, la sede ex Inpdap occupata e rapidamente sgomberata lo scorso luglio: “Continueremo a dare casa e dignità a chi ne ha bisogno”.

Dopo aver percorso via Marconi, il corteo si avvicina ad un centro città letteralmente blindato: due camionette e agenti in tenuta antisommossa bloccano perfino il cantierone in via Ugo Bassi. I manifestanti percorrono via Barberia, mentre tutte le strade che portano verso la Questura e la Prefettura risultano chiuse da blindati: “Buffoni! Buffoni!”, è il grido che si solleva dalla piazza. Il corteo passa sotto casa di uno degli attivisti obbligato nei giorni scorsi ai domiciliari: al saluto dei manifestanti, lui saluta sventolando dalla finestra la bandiera rossa che accompagna le lotte dei curdi. Anche nelle strade più strette, a più riprese alcune file di agenti passano ai lati del corteo, attirando le contestazioni verbali dei manifestanti. Dopo piazza Cavour e via Farini, si percorre via Castaglione dove, nei pressi del Museo della storia di Bologna, viene affisso un grande tazebao con il disegno realizzato da Zerocalcare per la campagna Libertà di dimora.

Finale sotto le Due torri, con interventi e musica. Si annuncia un’assemblea cittadina per l’1 ottobre, in vista della manifestazione contro la Lega nord dell’8 novembre. Il giorno 3, invece, nel secondo anniversario della strage di Lampedusa, all’ex Beretta occupata verrà simbolicamente tolta la luce per un quarto d’ora con l’obiettivo di denunciare l’attacco alle occupazioni abitative. Applausi quando viene ricordato Federico Aldrovandi nel decennale della sua uccisione, a Ferrara, per mano di un gruppo di poliziotti.

Conclusa la manifestazione vera e propria, la giornata continua con un live di Lodo Guenzi de “Lo Stato Sociale” e poi la musica di Nico Royale.

Soddisfazione da parte di chi si è impegnato nella costruzione della manifestazione: “Anche oggi la Bologna della Libertà ha dimostrato di essere forte e determinata. Lo schieramento di polizia di oggi è stato inutile, siamo passati dove volevamo”.

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Libertà di dimora