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“L’abbraccio del no”, uno striscione su ogni cassero [foto]

L’iniziativa di BolognaDiceNo per promuovere il corteo nazionale di domenica. Ieri a Scienze politiche si è potuto svolgere il dibattito per il no non autorizzato dall’Università, oggi blitz di Hobo a Giurisprudenza.

23 Novembre 2016 - 17:57

“Tutti e dieci gli storici accessi di Bologna, le sue porte, sono stati cinti dai contenuti del no sociale al referendum del 4 dicembre e al governo Renzi”. Ne dà notizia una nota giunta in redazione a firma “Bologna dice no”, sigla a cui fanno riferimento Crash, Social Log, Cua e Cas, con allegate le fotografie dei numerosi striscioni appesi ai casseri cittadini. Tutti riportano lo slogan ‘C’è chi dice no’, “riprendendo – spiegano i collettivi – la frase che intitola il corteo nazionale per il no sociale che si muoverà domenica 27 novembre, a partire dalle ore 14, da piazza della Repubblica a Roma. Una grande giornata di opposizione al governo e per il no al referendum che dalle 18 vedrà esibirsi in piazza del Popolo molti  ‘Artisti per il no’. Il 27 novembre il Popolo del no promette di quintuplicare il numero dei partecipanti che avevano seguito il Pd e Renzi il 29 ottobre in piazza del Popolo”.

Si legge in conclusione: “E’ con questo spirito e aspettativa che anche Bologna darà il proprio contributo, con numerosi pullman già pieni che raggiungeranno Roma il 27 e anche sin dal giorno prima, il 26 novembre, per partecipare al corteo ‘Non una di meno! – Contro la violenza maschile sulle donne’. Sulle porte di Bologna sono anche riportati alcuni dei no che riempiranno la piazza romana e che già promettono di dare battaglia affinché Renzi se ne vada a partire dal 5 dicembre”, quelli ovvero a Jobs act, Buona scuola, Tav, precarietà, guerra, confini, razzismo istituizionale, Piano casa, Sblocca italia.

(l’articolo prosegue sotto la gallery)

> Le foto inviate da ‘Bologna dice no’:

Il no abbraccia Bologna

Restando in tema di iniziative per il “no”, ieri ha potuto svolgersi nel cortile di palazzo Hercolani l’iniziativa a cui l’università aveva negato l’autorizzazione: “Ci ha provato, a vietare questa assemblea. Ci ha provato con i cavilli, con la burocrazia. Ci ha provato staccandoci la corrente, chiudendoci le aule, togliendoci sedie e materiali. Eppure eccoci qua – si legge sulla pagina facebook dell’Assemblea scienze politiche – la presa di posizione e di parola di tanti studenti, studentesse e professori ha conquistato la legittimità per rimanere oltre l’orario di chiusura. Sono stati tanti i motivi elencati e discussi per votare no, un no prima di tutto PER il cambiamento e contro la continuità con politiche di impoverimento e declassamento.  Rilanciamo per un’iniziativa di confronto ma anche socialità per martedì prossimo alle h 12 nel cortile e per martedì 6 dicembre un momento di discussione e commento sugli esiti del referendum”.

Oggi invece il collettivo Hobo ha aperto uno striscione a un dibattito a Giurisprudenza “per le ragioni del sì e del no, dove intervengono il professor Pasquino e l’ex magistrato Violante e papavero del Pd”, si legge sul social network.