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Làbas: “Non si tratta con la pistola alla tempia”

Il collettivo in conferenza stampa accusa Palazzo d’Accursio di subalternità alla Procura e chiede una presa di posizione pubblica contro il decreto di sequestro dell’ex caserma Masini.

23 Dicembre 2015 - 18:14

làbas“Se vuole trattare e non semplicemente ricattarci prenda posizione contro il decreto di sequestro emesso dalla Procura. E’ la condizione minima”. Vanno giù duro gli attivisti di Làbas nel replicare, oggi in conferenza stampa, al sindaco Merola che ieri sera aveva mandato loro a dire “avete fatto cose anche positive, c’è la possibilità, discutendo con il Comune e con la città, di ripetere la vostra esperienza da un”altra parte”. Analoga richiesta anche per l’assessora Frascaroli: “Chieda pubblicamente al gip di non autorizzare il sequestro”, e per “gli esponenti della giunta che venivano qui per fare passerella e farsi dei selfie”, perché “una trattativa pubblica per salvaguardare i nostri progetti va fatta non solo per rispetto nei nostri confronti, ma anche nei confronti dei 1.600 cittadini che hanno firmato in nostra difesa”.

Palazzo d’Accursio “deve smetterla di essere subalterno ai pm”, e le trattative “non si possono fare con la pistola alla tempia”, ammonisce il collettivo, chiarendo che “da mesi chiediamo una trattativa pubblica, senza ricevere alcuna risposta dal Comune”. E ce ne è anche per i vertici di Questura e Procura: “Dovrebbero dimettersi, per manifesta incapacita”, dato che “il problema della sicurezza, che vede Bologna all”ultimo posto in Italia, è causato dalla criminalità organizzata, non certo da realtà come noi o come Atlantide“.