Acabnews Bologna

“La scuola è in presenza”, continua il pressing sulla Regione

L’appello “Per una scuola aperta a tutti!” ha raggiunto 2.000 firme e i promotori si rivolgono nuovamente a Bonaccini: “La didattica digitale non può assolutamente sostituire quella in presenza”. Al governatore scrive da Bologna anche Priorità alla scuola: “Inaccettabile far pagare agli studenti il prezzo di una mancata e pianificata gestione di trasporti e sanità”.

02 Novembre 2020 - 12:06

Ha superato le 2.000 firme il comunicato “Per una scuola aperta a tutti!”, inviato qualche giorno fa al presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Lo segnalano i promotori dell’appello, rivolgendosi di nuovo al governatore ribadendo l’intenzione di “contrastare la chiusura delle scuole e la limitazione della didattica in presenza”. Il 26 ottobre “è stata presa una decisione molto grave: quella di imporre agli studenti delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna la didattica digitale per il 75% delle lezioni. La decisione è preoccupante- scrivono i promotori dell’appello- perché in nessun modo la didattica digitale può sostituire quella in presenza: ci saranno danni notevolissimi per i giovani, dal punto di vista psicologico, delle relazioni sociali, della formazione civica, e delle competenze acquisite. Chiediamo al Presidente Bonaccini di ripensarci”. Il Dpcm del 24 ottobre non ha “affatto imposto un obbligo per tutte le regioni di ricorrere alla Dad. Invece la nostra Regione, senza fornire alcun dato epidemiologico, pur avendo escluso (‘non ravvisando’) che in Emilia-Romagna ci sia ‘la necessità di ricorrere in misura così considerevole alla didattica a distanza’, ha tuttavia optato per la Dad al 75%. E l’ordinanza afferma che questa scelta sarebbe stata inevitabile per la necessità di ‘dare corso’ sia al provvedimento del Governo, sia alle indicazioni attuative della Ministra dell’Istruzione Azzolina la quale, dopo il Dpcm, ha invitato espressamente i dirigenti ad attenersi alla misura del 75%, anche qualora le ordinanze regionali avessero indicato un limite inferiore, così invitando i dirigenti a disapplicare le ordinanze regionali. Povera scuola! Stritolata fra autonomia scolastica, competenza regionale e poteri governativi, che si rimpallano tra loro la responsabilità di privare gli studenti della scuola in presenza”.

Anche Priorità alla scuola, da Bologna, ha indirizzato un appello a Bonaccini, scrivendo: “Nelle prossime ore le Regioni saranno probabilmente demandate dal governo a decidere sulla ulteriore chiusura delle scuole e il ricorso alla Dad anche alle medie e anche (dopo) alla primaria. Ancora una volta a pagare saranno i bambini e i ragazzi alienati dalla loro vita a scuola. È inaccettabile che il nostro Paese e la nostra Regione possano prendere una decisione che fa pagare agli studenti il prezzo di una mancata e pianificata gestione di trasporti e sanità. La esortiamo piuttosto a compiere scelte politiche per consentire ai ragazzi/e e a tutti i bambini/e delle scuole medie ed elementari, già duramente colpiti nello scorso lockdown, la didattica totalmente in presenza. Le stiamo quindi chiedendo di non operare ulteriori restrizioni sulla scuola ma di lavorare in queste settimane per la riapertura delle superiori”.