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“La sconfitta di Dionigi, la sconfitta di un modello”

Hobo dà il proprio addio a Dionigi dopo anni di opposizione all’amministrazione uscente dell’Alma Mater. E sfida il nuovo rettore Francesco Ubertini: “Ha subito l’occasione di segnare una discontinuità vera, stracciando il progetto Staveco. Lo farà?”.

03 Luglio 2015 - 12:45

Contestazione a Renzi - © Michele Lapini“Ci sono passaggi in cui a contare innanzitutto non è chi vince ma chi perde. Le elezioni per il rettore dell’Università di Bologna sono state uno di questi passaggi. A uscirne duramente sconfitti sono Ivano Dionigi e la sua amministrazione. Per essere più precisi, si è trattato di una sorta di referendum a favore o contro l’ormai decaduto Re-ttore. L’esito è sotto gli occhi di tutti”, scrive Hobo in un comunicato. “Non si tratta di personalizzare la questione”, perchè in questi anni Dionigi ha rappresentato “un intero sistema di potere. Quello che ha fatto lo abbiamo detto e ricordato tante volte che ormai è inutile ripeterlo. Il punto è che l’amministrazione Dionigi ha incarnato il modello di gestione del Pd applicato all’azienda universitaria, fatto di concentrazione del potere verso l’alto, nessuna idea di modelli formativi, precarizzazione e sfruttamento spinti, smantellamento dei diritti a favore delle lobby di interesse, collusione strutturale con Legacoop, rendita e speculazione, tentata chiusura di ogni spazio di dissenso. È questo modello a essere stato sconfitto. Attenzione, non per via elettorale, al più questa ne rappresenta un suggello simbolico. Questo modello e questa amministrazione sono stati sconfitti da anni di lotta e radicata opposizione, da chi in modi diversi non ha piegato la testa di fronte al Re-ttore, non è arretrato di un millimetro, non si è mai piegato ad accordi di comodo, ha cercato di conquistare spazi e non ha restituito nulla”.

Continua il collettivo: “Cosa farà il nuovo rettore? Innanzitutto deve riconoscere il fallimento di chi l’ha preceduto, di aver vinto perché i suoi avversari, per quanto favoriti alla vigilia, sono stati sconfitti per la collusione con l’amministrazione Dionigi. Poi, negli incontri pubblici, si è preso degli impegni precisi, ne citiamo due: opposizione senza se e senza ma al progetto renziano della ‘buona università’, mai più polizia negli spazi dell’Unibo. E aggiungiamo: ha subito l’occasione di segnare una discontinuità vera, stracciando il progetto Staveco pensato a uso e consumo dei palazzinari. Lo farà? L’unica cosa certa che sappiamo è cosa faremo noi, perché è quello che abbiamo sempre fatto: agire dentro e contro l’azienda-Unibo, per costruire dalle macerie una nuova università. Lo faremo in tanti, con il corpo vivo dell’università che pulsa, pensa e si agita in forme spesso invisibili sotto l’apparente calma piatta dell’ateneo. È fatto di studenti, lavoratori, precari, docenti. È fatto di chi sa che il tempo della promessa è finito. Quando diciamo che attaccare il sistema di potere del Pd è possibile e necessario, non stiamo esprimendo una speranza. La materialità di questa affermazione assume oggi il volto sconfitto e fallito di Dionigi”.