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La resistenza contro Salvini: “Promesse mantenute” [comunicati]

Dopo la mobilitazione di ieri in opposizione al comizio della Lega nord, iniziata già il giorno prima in piazza Verdi, prendono parola Cua, Hobo e Vag61.

03 Giugno 2016 - 17:09

Barricate e resistenza ad oltranza: promessa mantenuta!

Barricate piazza Verdi - foto © Michele LapiniLo avevamo annunciato. Ad un attacco come quello portato avanti su piazza Verdi dal leader leghista, Matteo Salvini, bisognava difendersi con ogni mezzo. Bisognava alzare le barricate e lo abbiamo fatto. Ieri (due giorni fa, ndr), primo giugno, a partire dalle 18 centinaia di studenti e studentesse, giovani e meno giovani hanno occupato piazza Verdi. Mentre tanti artisti, anche spontaneamente, hanno dato vita ad una serata di musica contro Salvini, gli ingressi della piazza sono stati barricati con grosse balle di fieno, nonostante la questura, grazie alla forte e reattiva mobilitazione annunciata, avesse negato l’autorizzazione all’Almirante dei giorni nostri. Al grido di “noi l’antifascismo e l’antirazzismo non lo deleghiamo e non ci fidiamo” le barricate hanno preso forma. Perchè noi, a differenza di tanti altri in questa città, siamo quello che diciamo. La serata è continuata tra musica, socialità, fuochi d’artificio per festeggiare quella che già era una prima importante vittoria. La piazza è rimasta gremita fino a tardi e in tanti e tante hanno deciso di montare le tende e passare lì la notte. Anche in questo caso esattamente come avevamo promesso.

La mattinata di oggi (ieri, ndr) si è poi aperta con una colazione resistente man mano che la piazza tornava a riempiersi. Le ore successive sono trascorse nel tempo dell’attesa. Un’attesa carica di gioia. Un’attesa che ha visto Salvini essere impossibilitato ad annunciare la piazza del suo comizio. Perchè dall’8 novembre con la resistenza di massa su ponte Stalingrado, alle forti contestazioni universitarie del 5 maggio, passando per la “Muraglia popolare” degli occupanti di via Mario de Maria, questa città una cosa l’ha detta in maniera chiara: Salvini a Bologna è costretto a muoversi come un topo di fogna.

Soltanto dopo le 17 è arrivato l’annuncio che Salvini avrebbe fatto la sua comparsata in piazza Maggiore. E’ in quel momento che centinaia di persone hanno deciso di portare la barricata della dignità anche fuori da Piazza Verdi organizzando e praticando una grande spinta collettiva. Con le prime fila composta da tanti giovani ci si è mossi da piazza Verdi su via Zamboni per provare a raggiungere lo schifoso razzista. A pochi passi dalle due torri è arrivato il blocco delle forze dell’ordine.

Dinanzi a quel blocco le prime file composte soprattutto da studenti e studentesse, con determinazione e tenacia, attrezzati con gommoni a rappresentare la resistenza di migliaia di migranti che attraversano (spesso perdendo la vita) il Mediterraneo e rompono le barriere della fortezza Europa, hanno deciso di spingere in avanti. Quelle vite e quelle resistenza a cui abbiamo voluto dedicare la “Carta delle libertà e della dignità di piazza Verdi”.

Lanciando il cuore oltre l’ostacolo non abbiamo accettato i divieti della questura. Le forze dell’ordine hanno risposto con una violenta carica che, nonostante 5 fermi, non ha fiaccato la resistenza che con fuochi d’artificio, petardi, altri mezzi di fortuna e soprattutto cordoni ha permesso al corteo di non disperdersi.

Compatti siamo tornati in piazza e senza farci intimorire abbiamo preteso a gran voce, dalle nostre barricate, l’immediata liberazione degli studenti e delle studentesse fermat*! Poco dopo, con le minacce di una piazza per nulla domata e pronta a dare battaglia, abbiamo potuto riabbracciare i nostri compagni e le nostre compagne al grido di “tout le monde déteste la police!”.

Le immagini delle barricate di piazza Verdi e di un corteo che resiste e non si lascia intimorire, e non si disperde, nonostante le violenze di un’apparato repressivo frustrato dalla sua incapacità di riuscire ad attaccare in modo incisivo le lotte sociali di questa città ci parlano non solo di un anticorpo consolidato alle derive razziste e fasciste, ma anche della possibilità di nuove e sempre più importanti momenti di lotta e conflitto da costruire. Una piazza capace di meticciarsi tra territori, culture politiche e forme di vita differenti a cui repelle la ricerca forsennata di autorappresentazione, ciak, click e like e che non accetta la chiusura nell’autoreferenzialità, ma che pone con forza le basi di un sempre maggiore allargamento e consolidamento sociale in una traiettoria antagonista.

Due giornate di resistenza ad oltranza che hanno visto la partecipazione, l’entusiamo e la determinazione di centinaia di giovani di tutta la Zona Universitaria, e di compagni e compagne di collettivi, centri sociali e comitati di tutta la città, che salutiamo a pugno chiuso e con il sorriso, forti per aver realizzato insieme un importante passo in avanti collettivamente. Giornate che ancora una volta hanno messo in luce come Salvini e la sua propaganda che alimenta la guerra tra poveri in questa città siano un corpo estraneo.
Alla prossima barricata! Alla prossima contestazione! Alla prossima resistenza!

Cua

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Contro i due Matteo: legittima difesa

L’ennesima provocazione dello sfigato leader fascioleghista è stata ancora una volta respinta. Prima grazie all’immediato appello alla mobilitazione delle varie realtà bolognesi che lo hanno preventivamente tenuto alla larga da Piazza Verdi, poi con una giornata di mobilitazione che ha visto una grande e plurale partecipazione sociale. Salvini è stato così costretto a rifugiarsi dentro i palazzi del potere, come sempre circondato esclusivamente da celerini e carabinieri, senza alcuna partecipazione di una città che da sempre ha dimostrato di rifiutarlo. Ma certo nell’attaccare un Matteo, noi non ci dimentichiamo dell’altro: sulla strada che ci ha portato in Piazza Maggiore, in via delle Belle Arti, abbiamo colorato di rosso una sede del Pd, ossia l’altra faccia del leghismo. La scritta che ora campeggia sulla serranda, “contro i due Matteo legittima difesa”, riassumere la complice specularità tra le politiche di Salvini e Renzi.

Dopo di che abbiamo prima portato lo striscione sotto il sacrario dei partigiani, per difenderlo ancora una volta dall’infamia fascioleghista, poi siamo arrivati in Piazza Maggiore, a ridosso dell’assediato Salvini. Qui è cominciato un lancio di frutta e verdura marcia, così come marcia è la casta che Salvini rappresenta. A questo punto sono partite violente cariche di polizia e carabinieri, contemporanee alle cariche al corteo partito da Piazza Verdi. Con determinazione abbiamo resistito, raccogliendo la solidarietà di tutta la piazza. Centinaia di persone hanno circondato insieme a noi polizia e carabinieri, respingendo la carica e costringendoli ad arretrare. Abbiamo così riconquistato l’ingresso verso la piazza, presidiato fino a tarda ora dalle forze dell’ordine. Finché l’ultimo dei pochi leghisti presenti è andato via, in centinaia hanno cantato slogan contro Salvini e la presenza della polizia. Ma noi resistiamo sempre un minuto più di loro: così la manifestazione si è conclusa con la nostra riconquista della piazza, simboleggiata dallo striscione apposto davanti al sacrario dei partigiani.

Hobo

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Salvini e Lega, Bologna vi rifiuta!

Il comizio che Salvini aveva giurato avrebbe fatto in piazza Verdi? Nulla più di quattro gatti leghisti circondati dalla polizia in un angolino di piazza Maggiore, mentre per le strade della città ancora una volta a prendere parola è stata la Bologna che rifiuta le retoriche razziste di chi predica odio per un pugno di voti in più. E se la polizia non ha fatto mancare l’ormai solita dose di violente manganellate, mentre l’amministrazione non ha fatto nulla neanche per evitare che Salvini potesse utilizzare l’interno del palazzo comunale per la sua campagna elettorale in diretta tv, è l’autorganizzazione delle lotte sociali che si mette in gioco per dire NO a razzismo, xenofobia, neofascismi e guerra tra poveri! Da piazza Verdi, dalle strade della città, lo abbiamo ribadito con determinazione: Bologna non vi vuole!

Vag61