Acabnews Bologna

La piazza del primo marzo: contro i confini, contro la precarietà [foto+audio]

Ieri presidio in piazza Nettuno, poi due cortei: uno è passato sotto Prefettura e Questura perchè “lì si amministra quotidianamente il razzismo”, l’altro ha raggiunto la stazione per installare la “Porta dell’accoglienza”.

02 Marzo 2016 - 12:08

Centinaia di persone si sono ritrovate a manifestare in piazza Nettuno, nella serata di ieri, per far vivere anche a Bologna la giornata di mobilitazione “24 ore senza di noi” promossa dalla Transnational Social Strike Platform. Dall’appello internazionale: “L’Europa è governata da uno stato d’emergenza permanente: controlli ai confini filtrano gli ingressi dei mi-granti che arrivano ogni giorno alle frontiere esterne secondo criteri sempre più restrittivi. I documenti vengono controllati in maniera sempre più indiscriminata. Le misure di sicurezza contro gli abitanti delle periferie urbane sono sempre di più. Le città proibiscono manifestazioni pubbliche. I discorsi nazionalisti e razzisti crescono. Non si tratta in realtà di una novità: da anni lo stato di emergenza istituzionale e sociale è una parte integrante dell’austerity europea e del governo della mobilità. Migranti, rifugiati, precarie, operai e disoccupati vivono in uno stato di profonda crisi sociale: i diritti sono brutalmente sotto attacco, il welfare viene smantellato e i confini sono usati come strumenti di esclusione, di inclusione selettiva e di sfruttamento. C’è di sicuro qualcosa come un «noi» e un «loro» oggi in Europa. L’opposizione, tuttavia, non è tra democrazia e terrore, ma tra coloro che sono sfruttati e coloro che sfruttano, tra coloro che si muovono per cercare una vita migliore e coloro che organizzano muri, barriere e confini. Questo è lo «stato d’emergenza» a cui vogliamo porre fine”.

Da piazza Nettuno, dopo alcune ore di presidio, si sono mossi due cortei. Uno è passato sotto la Questura e la Prefettura, per poi arrivare alle Due torri. Spiega il Coordinamento migranti: in Questura e  Prefettura “il razzismo viene amministrato ogni giorno! Siamo qui per dire no ai muri e ai confini, che qui, davanti al palazzo del governo razzista, si chiamano permessi di soggiorno”. Stare dalla parte dei migranti “non significa essere solo contro qualcosa, ma essere per un processo organizzativo in grado di accumulare forza, a partire dalle lotte dei migranti, insieme alle precarie e agli operai, per rovesciare questa Europa dei confini, della precarietà e dello sfruttamento!”, commenta sempre il Coordinamento migranti. E ∫connessioni precarie: “Questa giornata non è una semplice protesta, ma un progetto politico. Connettere ogni punto d’Europa per la libertà, contro lo sfruttamento e contro le guerre, dalla parte dei migranti. Verso lo sciopero sociale transnazionale!”.

Presidio migranti - © Michele LapiniL’altra manifestazione, invece, è arrivato in stazione. Racconta il Tpo che il corteo “si è concluso con l’installazione di una porta al centro di piazza delle Medaglie d’Oro con la scritta ‘Welcome Migrants and Refugees – No One is illegal!’. Contro l’Europa delle frontiere, delle barriere costruiamo dal basso accoglienza e dignità! Disobbediamo ai confini!”. Si è scelto di installare la “Porta dell’accoglienza” perchè “la nostra Bologna non respinge nessuno. Così si è conclusa la manifestazione di oggi (ieri, ndr), ma non di certo la lotta contro le barriere e i confini”, aggiunge Làbas. Gli attivisti di Accoglienza degna, poi, spiegano di aver manifestato portando addosso “un simbolo di sofferenza ma anche di coraggio: i giubbotti salvagente, per dire che siamo coinvolti, che stiamo al fianco dei migranti a Idomeni e Calais. L’Europa si costruisce abbattendo le frontiere!”.

L’Adl Cobas, per concludere, riferisce che già in mattinata la mobilitazione aveva interessato il Magazzino Artoni di Pievesestina (Cesena): “Letame contro chi baratta diritti e salute in nome di un modello produttivo basato su sfruttamento intensivo e cencellazione delle tutele. Nessuna frontiera ai diritti per tutti e tutte!”.

> Ascolta le nostre interviste a Isa (Coordinamento migranti) e Alessandro (Accoglienza degna):