Hobo interviene sulle denunce per violenza privata che hanno colpito chi ha partecipato ai picchetti dei lavoratori della logistica ai magazzini Granarolo.
Prima il grottesco rapimento di Photinia, poi le ebbre minacce di Merola contro i murales in Piazza Verdi. E adesso arriva la notizia delle denunce per “violenza privata” per i picchetti a Granarolo. Così si apre il settembre delle istituzioni bolognesi. Con queste denunce, in particolare, si tenta di colpire la lotta dei lavoratori della logistica contro i poteri reali di questa città e regione: il sistema delle cooperative e i suoi rapporti politico-mafiosi con la governance di sinistra, i colossi economici che verniciano lo sfruttamento e il ricatto con slogan pubblicitari etici e multiculturali. Tentano, soprattutto, di colpire il livello di generalizzazione che queste lotte hanno determinato, portando studenti e precari a picchettare i cancelli delle cooperative, e i lavoratori della logistica a liberare Piazza Verdi.
Tentano di farlo, certo, ma non ci riescono: siete scaduti, come il latte e gli yogurt che abbiamo bloccato e che continueremo a bloccare. Nei picchetti abbiamo espresso la forza della cooperazione contro le cooperative, del comune che creiamo contro il Comune che sta a Palazzo D’Accursio. L’unica violenza non è quella privata, ma quella del privato e del pubblico verso chi lotta per la dignità e contro lo sfruttamento.
Dovreste ormai averlo capito, e più che una minaccia questo è un dato di fatto: non riuscirete mai a sradicare la libertà.
Hobo-Laboratorio dei saperi comuni