Storia e memoria

La memoria e la forza della denuncia

“Non si deve mai cadere nella stanca commemorazione”, raccomanda Haidi Gaggio Giuliani, a Vag61 (Bologna) per presentare con Paola Staccioli il libro “Non per odio ma per amore. Storie di donne internazionaliste”.

19 Gennaio 2013 - 12:40

“La memoria deve avere la forza della denuncia, perchè non deve mai cadere nella stanca commemorazione”. Haidi tiene il microfono con entrambe le mani e parla con la consueta dolcezza. E’ a Bologna, allo spazio libero autogestito Vag61 per presentare “Non per odio ma per amore”, edito da DeriveApprodi e scritto insieme a Paola Staccioli. Un libro “passionale”, lo definisce nella prefazione Silvia Baraldini. Lungo le pagine scorrono “le storie di sei donne e sei combattenti”, per un libro che “coinvolge, commuove, appassiona e soprattutto interroga- dice Giulia (Vag61)- perchè costringe chi legge a farsi delle domande ed a mettersi in gioco, a sentire la vita di queste donne”.

Tamara Bunke, Elena Angeloni, Monika Ertl, Barbara Kistler, Andrea Wolf, Rachel Corrie. “Donne determinate che la necessità di lottare- scandisce Paola- ha portato a combattere e spesso in un altro Paese, accomunate da un tragico epilogo”.

Dal luglio del 2011 lotta anche lei, Haidi Gaggio Giuliani, la mamma di Carlo. “Quando mio figlio è stato ucciso, non so ancora da chi e perchè, ho ricordato i tanti figli uccisi del passato e in un certo senso sono andata a cercarli scoprendo il filo che legava tante vite spezzate, al di là delle differenze tra le loro storie”. Poca verità, nessuna giustizia.

Nel libro si raccont la storia di sei donne e delle loro lotte: battaglie diverse tra loro, battaglie del passato eppure attuali. E oggi, chiede Haidi, quali lotte? “Il fatto che il Vag sia una realtà ancora così viva e vissuta nel tessuto cittadino di Bologna dimostra che ci sono lotte valide. Ma non basta”, sa bene.

Quello con Bologna, per Haidi, è un legame speciale. “Sono due anni che non viaggio più”, ma “a Bologna non potevo non venire. Ci sono venuta tante volte, non solo per il 2 agosto ma anche per un altro figlio. Che oggi avrebbe sessant’anni, ma che sento come un figlio ed è a lui che voglio dedicare questa serata: a Francesco“. Il libro invece, ricorda Haidi, è dedicato a chi ha saputo dimostrare tutta la forza della narrativa: “A Stefano. E con lui alle donne e agli uomini, alle ragazze e ai ragazzi che lottano per una società meno schifosa di quella in cui vivono”.