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La Garante: “E’ il momento di chiudere il Cie”

Desi Bruno, Garante regionale dei detenuti, interviene dopo un’ispezione dell’Ausl. Intanto il Tpo annuncia una nuova mobilitazione dei profughi del centro S.Felice, che chiuderà a fine mese: “Nei prossimi giorni si faranno sentire”.

02 Febbraio 2013 - 12:10

“E’ questo il momento opportuno per chiudere definitivamente una struttura ampiamente sottoutilizzata da tempo”. Non lasciano spazio a interpretazioni le conclusioni di Desi Bruno, Garante regionale dei diritti dei detenuti, che ha riferito gli esiti di un’ispezione dell’Ausl nel Cie di via Mattei.

“Le condizioni igienico-strutturali sono inaccettabili – spiega Desi Bruno – e le persone trattenute vivono in una situazione degradante, con rischio per la loro salute e per quella degli operatori presenti”. Molti detenuti richiedono psicofarmaci, per proseguire terapie che avevano iniziato in carcere, e ci sono “quattro casi di sospetta scabbia”. Inoltre, “di fronte alla mancanza di beni di prima necessità e di interventi strutturali di natura idraulica, muraria, elettrica e igienico-sanitaria”, la struttura risulta “inidonea tanto per i ristretti quanto per gli operatori”.

Proprio sul Cie, nel frattempo, c’è da registrare una novità: sarà la Prefettura a pagare gli operatori che ci lavorano e ancora aspettano lo stipendio di dicembre. Lo avrebbe dovuto corrispondere al consorzio L’Oasi, che è subentrata a dicembre, dopo aver vinto l’appalto con un ribasso superiore al 60% rispetto alla gestione precedente. Secondo l’accordo siglato con i sindacati, la cifra sarà detratta da quanto dovuto a L’Oasi.

Intanto lo sportello migranti del Tpo è tornato a intervenire sulla grave situazione al Centro di accoglienza S.Felice ai Prati di Caprara, commentando i dati sui costi di gestione della struttura che, così come la più piccola Villa Aldini, chiuderà il 28 con la fine del Programma Nordafrica lasciando di fatto centinaia di migranti per strada. I dati forniti dalla Croce Rossa, dicono, “sono troppo generici. Quanto hanno speso per le singole voci? E soprattutto quanto hanno incassato?”.

Dal centro sociale si avanza poi la richiesta di erogare a ciascuno dei 124 ospiti un titolo di viaggio per spostarsi fuori dall’Italia, e mille euro per pagarsi il viaggio: “Non serviranno certo a ripagarli di tutte le sofferenze patite in questi mesi, ma almeno avranno un valore simbolico importante, e un’utilita’ pratica immediata”.

“Abbiamo parlato con loro – spiega infine un’attivista – ci hanno raccontato che sono in mobilitazione e che nei prossimi giorni si faranno sentire”