Cua: “Il problema dell’Università non sono i graffiti”. E parte la campagna “Spazio agli studenti” contro caro vita, caro servizi, caro affitti e mancanza di spazi per gli studenti.
Il problema non sono i graffiti ma gli spazi per gli studenti
È tornata la crociata di comune e università contro la libera espressione sui muri della nostra città e contro le forme di comunicazione artistiche, culturali e politiche costruite dal basso. Non ci stupisce, i retaggi della cultura cofferatiana e delle retoriche antidegrado ritornano ciclicamente. Oggi come ieri dobbiamo leggere in un solo modo queste iniziative: il tentativo di desertificare la zona universitaria e di costruire un centro vetrina risponde di più agli interessi dei poteri cittadini rispetto al risolvere i problemi sociali che vediamo quotidianamente. Siamo stanchi di questa ipocrisia, i muri ce li siamo sempre ripresi per farli parlare dei nostri bisogni e desideri e continueremo a farlo.
Se si comprende l’importanza di restaurare murales storici come quello di Luiz Gutierrez perché non si riesce ad accettare che nuove esperienze, laboratori, linguaggi stiano scrivendo un’altra storia della zona universitaria e si prendono il diritto di avere spazio, come nel caso dei murales che ancora oggi resistono parlandoci dell’antifascimo di killa p, del compagno lorusso, della liberazione di piazza verdi dalla militarizzazione del 23 e 27 maggio 2013?
Non accetteremo mai l’autoritario atto di rendere i muri grigi e inespressivi con il controllo sociale che ne consegue. In via Zamboni non servono nuove telecamere per difendere dei muri puliti, sapremo noi dal basso prendercene cura: oggi abbiamo manifestato la nostra solidarietà ai guerriglieri Kurdi che lottano contro l’isis e costruito nuove bacheche che sappiano rispondere al bisogno di comunicare degli studenti, bisogno al quale solo l’autorganizzazione sta rispondendo.
Se la Bologna bene pensa che il problema oggi sia questo la invitiamo a guardare meglio nelle strade e nelle piazze: il problema dell’abitare, del welfare e delle nuove povertà è quello su cui si dovrebbe intervenire. Proprio per questo crediamo che sia necessario porre anche in università il problema dell’utilizzo delle risorse.
Gli studenti, autorganizzati, dal basso, si prendono gli spazi chiusi per rimetterli a disposizione di tutti a seconda delle necessità, come ad esempio lo spazio Z-32 che da aula occupata ora è anche fruibile come aula di lezioni per rispondere a delle esigenze a cui l’ateneo non riesce a far fronte – vedi caso medicina, e aule strabordanti. Un altro passo in avanti per il diritto allo studio che viene promosso dagli studenti stessi, a dimostrazione di chi pensa che le occupazioni e la riappropriazione siano un modo per cazzeggiare : qua si parla di problemi concreti, e si prova a costruire un strada per far fronte a tagli e chiusure che ci vengono imposti dall’alto.
In questi ultimi due anni abbiamo visto uno sperpero delle risorse dell’università: 5,7 mln (3,3 finanziati dal Miur) per il centro uniOne, situato fuori dal centro e accanto ad altri centri simili, con servizi che, ad un anno di distanza, non sono ancora partiti; la nuova mensa di via Zanolini, dallo scarso attraversamento, e decine di migliaia di euro per la costruzione del pausa pranzo in via petroni ; 70.000 euro per ripulire i muri di via Zamboni.
Perché questo sperpero di risorse mentre arrivano nuovi tagli al finanziamento dell’università e probabilmente ci troveremo di fronte al ridimensionamento delle borse di studio? Perché occuparsi dei muri mentre gli studenti a medicina vengono messi uno contro l’altro per accaparrarsi una sedia dove seguire la lezione? Perché non si cerca una soluzione al problema della mensa a bologna, che è la più cara d’italia?
Se i soldi ci sono ma non vengono usati per soddisfare i nostri bisogni diciamo basta! Con oggi parte la campagna “Spazio agli studenti” : caro vita, caro servizi, caro affitti, la mancanza di spazi dove costruire laboratori politici e culturali saranno al centro di questa campagna: torneremo a riprenderci i muri, a riappropriarci di spazi e autoridurci i servizi di quest’università azienda.
Torneremo proprio in mensa mercoledì 26 Novembre, mentre proponiamo un primo momento di discussione su come costruire questa campagna lunedì 1 Dicembre in via Zamboni 38.
Diciamo basta all’università azienda e della crisi, riprendiamoci gli spazi, il reddito e i saperi!
Collettivo Universitario Autonomo