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Invimit minaccia i Prati di Caprara, il comitato: “Rispetti la città”

Rigenerazione No Speculazione reagisce alle dichiarazioni del nuovo presidente della società del ministero dell’Economia, proprietaria dell’area, che ha parlato di “urbanizzazione” senza escludere la cittadella della moda. E sabato nuova pulizia dal basso del bosco.

07 Maggio 2019 - 13:44

Qualche giorno fa Nuccio Altieri, nuovo presidente (di area leghista) di Invimit, in un’intervista al Resto del Carlino ha affermato che nel progetto di riqualificazione dei Prati di Caprara “ci sarà tanto verde, ma anche un’urbanizzazione, un mix di interventi”, senza escludere che possa riemergere l’idea della famigerata cittadella della moda. In sintesi, per Invimit, proprietaria dell’area, “i Prati sono un pezzo di terra edificabile- commenta il comitato Rigenerazione No Speculazione– da vendere al miglior prezzo, per far cassa per lo Stato, ma che bosco, è un ‘campo minato’. Alla faccia di tutti i cittadini che da due anni hanno scoperto il valore ecologico e la potenzialità di quell’area (loro sì che ci stanno con la testa sui Prati). Il presidente che dice di essere informato, dimentica o fa finta di non sapere che c’è stata un’istruttoria pubblica nel principale organo decisionale cittadino, il Consiglio comunale, e una delibera di maggioranza che pur criticata da noi, ha fatto un passo avanti rispetto al Poc, prevedendo una riduzione degli indici edificatori e seppur generali linee guida sui modi sensati di valorizzazione (escludendo l’outlet, che il nuovo presidente rimpiange)”.

Altieri inoltre “dimentica infine le parole del genio militare che ha bien spiegato che le bombe sono ovunque, van cercate e tolte solo se si vuole edificare. Qua insomma la nuova direzione leghista di Invimit fa orecchie e tasca da mercanti, contano solo i soldi”. Invece, “chiediamo che si rispetti la città e che si rispetti l’istruttoria pubblica”, afferma il comitato. Che, nel frattempo, lancia anche una nuova iniziativa per sabato. Uno “sciopero a rovescio”, nel corso del quale “saremo nel bosco a raccogliere i rifiuti che nessun altro si preoccupa di raccogliere – né la proprietà pubblica statale, lontana e assente, né nessuno degli attori istituzionali locali, non formalmente responsabili, ma ugualmente irresponsabilmente assenti. Ci sostituiamo ancora una volta a chi dovrebbe pulire e manutenere, ma non vogliamo sia la regola, vogliamo solo dimostrare che un altro modo è possibile, che questo bosco è bene comune e ce ne prendiamo, responsabilmente cura, anche se non ci compete”. Tra le adesioni: Aria Pesa, Comitato Becco, Làbas, Sgb.