Ieri giornata di mobilitazione contro i quiz: boicottaggi da parte degli studenti (che hanno anche bloccato l’ingresso dell’Usr) e sciopero con presidio degli insegnanti.
Riuscito (ieri, ndr) nelle scuole bolognesi lo sciopero indetto dai Cobas contro le prove Invalsi. Infatti grazie all’astensione dal lavoro di molti insegnanti e al boicottaggio messo in atto da numerosi studenti, risultano essere quasi il 50 per cento le prove saltate nelle varie classi seconde delle scuole superiori della provincia. Durante il partecipato presidio svoltosi difronte all’ufficio scolastico regionale di via De’ Castagnoli 1, dove oltre a protestare contro i famigerati quiz e contro gli effetti dell’applicazione della legge 107, cosiddetta della “Buona Scuola”, sono state raccolte numerose firme a sostegno dei referendum sociali, una delegazione è stata ricevuta dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale, dottor Stefano Versari, al quale sono state poste numerose questioni.
Innanzitutto il Provveditore ha preso le distanze dal comportamento autoritario di molti Dirigenti scolastici che negli ultimi tempi si sono resi protagonisti di un uso quantomeno improprio di provvedimenti disciplinari e sanzioni, specificando che non c’è stata nessuna indicazione in questo senso da parte dell’amministrazione. Lo stesso discorso vale per quei Ds che hanno deciso di utilizzare l’organico di potenziamento all’insegna dell’iperflessibilità e in modo arbitrario (orario stabilito di settimana in settimana, priorità rivolta alle sostituzioni personale assente, ecc) ribadendo che non si tratta di insegnanti di serie B.
In conclusione siamo molto soddisfatti dell’esito della protesta contro l’Invalsi e delle parole del Direttore cui auspichiamo che seguano interventi conseguenti. Ma non possiamo non manifestare la nostra preoccupazione per quanto riguarda la questione del concorso: l’Usr prevede infatti che le tempistiche di conclusione delle prove attualmente in fase di svolgimento e della formazione delle graduatorie, non permetteranno di procedere alle assunzioni per l’inizio del prossimo anno scolastico.
Cobas Scuola
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Anche oggi (ieri, ndr) come ogni anno ci siamo mobilitati per boicottare le Invalsi, vergognosi test per i quali vengono sprecati ventiquattro milioni di euro all’anno, camuffando quella che dovrebbe essere una innocua statistica ma che in realtà mira solo ed esclusivamente a classificare i vari istituti,che vengono divisi in serie A e B. Facendo ciò gli istituti di serie B, secondo i criteri confusi e sbagliati delle prove, riceveranno sempre meno fondi -se non nessun fondo- rispetto a quelle di serie A. Questa mercificazione del sapere non fa altro che portare ad un’aziendalizzazione della scuola, azzerando inoltre il pensiero critico e l’individualità dello studente, processo che viene amplificato dalla riforma della Buona Scuola di Renzi.
Questa giornata di lotta è iniziata con il blocco delle funzioni dell’Ufficio Scolastico Regionale, spazio che somministra le prove a tutte le scuole di Bologna e provincia. Compiendo questo gesto abbiamo voluto dimostrare il nostro dissenso nei riguardi di queste prove che, essendo dannose per la didattica e molto altro, non può limitarsi alla pura informazione -seppur necessaria- ma deve essere portato avanti nel concreto con ogni mezzo necessario. Abbiamo dimostrato così la nostra determinazione nel compromettere e bloccare lo svolgimento di queste prove.
La mattinata è proseguita con massicci volantinaggi di fronte ad ogni scuola – davanti al Liceo Laura Bassi anche con la solidarietà dei professori Partigiani della Scuola Pubblica – per svegliare le ultime coscienze addormentate e distribuire gli adesivi che sarebbero poi serviti a sostituire l’etichetta con codice identificativo di classe, studente e scuola, apposta sopra. Come negli anni passati anche oggi abbiamo potuto riscontrare, dall’interno degli istituti,un enorme assenteismo di studenti e professori in tutta Italia, i quali hanno compromesso lo svolgimento della maggior parte delle prove. Oltre a questo dato abbiamo potuto osservare il grande numero dei boicottaggi tra i pochi studenti che si sono presentati in classe. Questo perchè gli studenti si sono resi conto dell’inutilità di tali prove, che non fanno altro che sminuire le capacità dello studente classificandolo addirittura in base alla condizione sociale della sua famiglia. Inoltre i fondi sprecati per le Invalsi potrebbero essere investiti per risolvere i gravi problemi di cui la scuola pubblica è vittima, come per esempio l’edilizia, la mancanza di materiali, laboratori…
Per raggiungere tali risultati abbiamo messo in moto un grande percorso d’informazione, per rendere gli studenti consapevoli della reale identità di tali test e delle loro conseguenze. Questo percorso è stato composto da momenti assembleari, d’informazione e socialità nelle piazze, nei parchi e nelle scuole. Per convogliare la forza di questi momenti abbiamo deciso di dare vita a due giornate di socialità, conflitto e autogestione, la prima delle quali ha preso luogo ieri (mercoledì, ndr) pomeriggio in via Avesella 5a, con una mostra fotografica dei boicottaggi e iniziative degli anni passati, musica, merenda e infopoint sempre aperto, un modo per informarsi e allo stesso tempo stare insieme. La seconda giornata, con la grande quantità di boicottaggi e assenteismo, ha dimostrato come un percorso autonomo e determinato degli studenti sia l’unica via per creare davvero la scuola che vogliamo nella nostra pratica quotidiana di resistenza ai modelli che ci vogliono imporre dall’alto!
Possiamo assicurare che saremo a mobilitarci contro le Invalsi anno dopo anno, contro l’aziendalizzazione dell’istruzione, per una scuola del sapere critico e conflittuale!
Cas
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Questa mattina (ieri, ndr) al presidio per lo sciopero della scuola in via de castagnoli davanti al provveditorato a Bologna Sgb ha portato la sua testimonianza di lotta, mentre altri compagne e compagni sono a Roma per la manifestazione nazionale!
Sgb
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La scuola non è tutta un quiz
In questi giorni la scuola sta facendo sentire la sua voce di lotta e ferma protesta nei confronti di un modello malsano di valutazione, che si concretizza innanzi tutti attraverso i test Invalsi: gli insegnanti rivendicano con lo sciopero di mansione la propria libertà di insegnamento, gli studenti rivendicano la loro libertà di pensiero attraverso il boicottaggio dei test in moltissime scuole d’Italia.
In una scuola in cui il blocco del contratto dura ormai da sette anni, gli scatti di anzianità sono fermi, il taglio di posti Ata causa ogni giorno problemi di efficienza e sicurezza, la protesta contro la legge 107 e contro il sistema di valutazione Invalsi non poteva trovare un ostacolo nella nuova finta mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil e Snals, che propongono un nuovo sciopero di facciata per il 20 maggio, certi così di potersi lavare la coscienza.
«Noi lottiamo ogni giorno nelle scuole per l’unità dei lavoratori e per la loro tutela, perché sappiamo che qualunque attacco è sempre un attacco ai diritti di tutti», sostiene il prof. Luigi Del Prete, membro dell’esecutivo P.I. Scuola di Usb. «Per la prima volta anche la Gilda sciopera contro i quiz, dando ragione alla lotta contro i test Invalsi portata avanti negli anni dai sindacati di base. I lavoratori non possono di certo attendere per anni altre simili svolte. Ecco perché ci interessa costruire soprattutto su temi come Invalsi e valutazione l’unità dei lavoratori.», conclude Del Prete.
La valutazione dei docenti per il bonus premiale porterà a compimento un percorso che va dai test Invalsi, al Rav (Rapporto di AutoValutazione delle scuole, reso obbligatorio da quest’anno scolastico) e al Sistema Nazionale di Valutazione. Un attacco ai lavoratori della scuola e alla libertà di insegnamento che l’Usb ha sempre contrastato con forza perché la valutazione non solo condizionerà e burocratizzerà la didattica, ma darà avvio a forme di autoritarismo e discrezionalità che già vediamo nascere leggendo di criteri quantomeno assurdi emersi dai comitati di valutazione.
La scuola del “merito” e della “valutazione” è una distorsione e un modello ricattatorio e privatistico che Usb contrasterà con ogni mezzo a disposizione, a partire dalla campagna “A TUTTI O NON LO VOGLIO!” contro il bonus che indebolisce l’unità dei lavoratori, li pone sotto ricatto e tratta il delicato processo di insegnamento-apprendimento come una merce.
Usb pubblico impiego – scuola