Acabnews Bologna

InCassati!/ Il D-day della Fini Compressori

Manifestazione davanti alla fabbrica di Zola Predosa per rigettare le lettere di licenziamento. Delegazioni da altre fabbriche, folta presenza di esponenti politici e sindacali.

19 Aprile 2010 - 17:22

Ottavo giorno di blocco dei cancelli e di presidio permanente alla Fini Compressori di Zola Predosa contro i i licenziamenti. Questa mattina, davanti alla fabbrica in lotta, si è svolta una manifestazione di solidarietà. Erano presenti delegati delle RSU delle fabbriche della zona bazzanese e delle aziende metalmeccaniche più grandi della provincia: Ducati Motor, Ducati Energia, Calzoni, Magneti Marelli, GD, Bonfiglioli Riduttori, KTL, Minarelli.
Il picchetto è iniziato alle 6 del mattino, per impedire a qualche malintenzionato eventualmente di entrare, ma nessuno con quelle intenzioni si è fatto vedere.
Si sono visti invece, e in una quantità quasi inimmaginabile, esponenti politici, sindacali (CGIL, CISL, RdB) e rappresentanti delle Istituzioni. C’erano i sindaci dei paesi vicini (Casalecchio, Zola, Sasso Marconi, Monte San Pietro, Castello di Serravalle), il “sindaco dello stadio” Cevenini (neoeletto in consiglio regionale), l’assessore al lavoro della Provincia, lo stato maggiore e alcuni parlamentari del PD, qualcuno di Rifondazione e un pacchetto di dipietristi, con tanto di distintivo al petto, ormai nelle vesti di “Italia dei valori partito operaio”. Anche i centri sociali bolognesi hanno mandato delegazioni (Crash, Vag61, Tpo) e non mancavano militanti della sinistra sociale che alla Fini erano andati anche nei giorni scorsi.
Solidarietà vera? Passerella? Su questo al presidio c’erano opinioni diverse. Molti operai della Fini erano contenti perché avere tanta gente attorno è molto meglio della solitudine che, a volte, si sono sentiti addosso. Il sarcasmo, comunque, non è macato: “Sono tutti qua a causa della cenere, bloccati gli aerei, ricominciano tutti a volare basso…”.

Una nota stonata, invece, è stata la gestione dell’attivo dei delegati delle fabbriche metalmeccaniche, iniziato alle 9, nel piazzale davanti lo stabilimento. L’unico operaio che ha parlato è stato un delegato della Fini che ha ringraziato per la solidarietà ricevuta in questi giorni di presidio e poi, ad intervenire, oltre al sindaco di Zola e all’assessore della Provincia, sono stati solo i segretari di CISL e CGIL, FIM e FIOM, con chiusura in fretta e furia come se si dovesse andare via, quando molti sono rimasti per diverse altre ore. La discussione è continuata comunque nei tanti piccoli gruppi che si sono formati: il futuro di questa vertenza, le prospettive per i lavoratori, gli obiettivi raggiungibili, sono stati i temi più dibattuti.
Domani mattina, nube islandase permettendo, dovrebbe esserci alle 11 l’incontro presso la Provincia di Bologna tra sindacati, istituzioni e la proprietà, rappresentata da padron Marco Fini, al rientro da un viaggio di lavoro in Cina, dove l’azienda ha aperto negli anni scorsi uno stabilimento.
Dopo l’incontro, alle 15, al tendone del presidio, si svolgerà un’assemblea dei lavoratori della Fini per discutere cosa è uscito dal tavolo di confronto in Provincia, quale linea tenere nelle prossime settimane e quali altre forme di lotta eventualmente adottare.

In questi giorni è nato un gruppo su face book “Fini Compressori Presidio Permanente” che, in poco tempo, ha superato i 600 iscritti. Nelle prossime settimane sono previste due cene per raccogliere fondi a sostegno della lotta. Infatti, dopo quella annunciata a Vag61 per il 30 aprile, anche il Prc (nello stesso giorno, alla stessa ora) ha deciso di mettersi dietro una tavola nella sede della sua federazione. Certo avrebbero potuto farla anche in un’altra data… ma, a questo punto, è tornato di scena il sarcasmo operaio: “Mi sa che se la rifondazione comunista è affondata, per questa sinistra, sarà necessaria anche una bella rieducazione culinaria…”.

>  Nell’ambito del progetto inCassati!, promosso da Vag61 in collaborazione con Zic, prosegue la rubrica che raccoglie esperienze di resistenza e di lotta portate avanti dai lavoratori colpiti dalla crisi.

La redazione di Zeroincondotta