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inCassati! / I lavoratori della Fini Compressori scrivono alla città

In un comunicato, gli operai della fabbrica di Zola Predosa scrivono che le settantasei lettere di licenziamento non fermeranno la mobilitazione.

15 Aprile 2010 - 10:30

Come previsto sono arrivate le prime 76 lettere di licenziamento su 108 lavoratori coinvolti dalla procedura di mobilità attivata dalla Direzione aziendale.

Ribadiamo che questa procedura di licenziamento collettivo è stata avviata con una cassa integrazione in essere, e con un accordo che già prevedeva la possibilità di un ulteriore periodo di sei mesi.

Questo dimostra la totale irresponsabilità sociale dell´azienda che in un contesto di crisi come l´attuale, che vede il nostro territorio già particolarmente colpito, invece di utilizzare tutti gli strumenti concessi antepone esclusivamente il proprio immediato e miope tornaconto. E intanto delocalizza la produzione non solo all´estero ma anche in altre regioni, sempre per risparmiare sulla pelle dei lavoratori.

I lavoratori della Fini Compressori hanno già sopportato anni di ristrutturazioni, hanno visto lo stabilimento smantellarsi sotto i propri occhi: a questo punto l´occupazione dello stabilimento è all´ordine del giorno come azione sindacale.

Se è vero che questo piano di de-industrializzazione è teleguidato da alcune banche, che pretendono il licenziamento dei lavoratori, allora risulta ancora più odioso che proprio il sistema bancario abbia ricevuto il maggior numero di sovvenzioni pubbliche per risollevarsi come settore dalla crisi (dopo aver in gran parte accelerata ed accentuata esse stesse questa crisi).

Non solo i fondi pubblici sono stati dirottati alle banche, invece di essere utilizzati direttamente per i lavoratori e le famiglie in crisi, ma le stesse banche oggi utilizzano la propria posizione per condizionare in negativo l´andamento del settore industriale: bisogna individuare i responsabili che insieme all´azienda si stanno rendendo complici e protagonisti di questa ingiustizia sociale.

La stessa Regione, anche se siamo in un periodo di passaggio a seguito delle elezioni, deve intervenire: certo non può bastare ribadire che i fondi per la proroga ci sono sulla carta, chi ha responsabilità politiche ed istituzionali deve intervenire direttamente non solo perché vengano rispettati dei patti sottoscritti, ma perché i licenziamenti in corso sono un problema di tutta la collettività e non solo dei lavoratori direttamente interessati.

I lavoratori della Fini Compressori faranno la loro parte, resistendo all´arroganza della direzione aziendale, e siamo convinti che l´arrivo lettere di licenziamento non sarà un alibi per nessuno dei lavoratori per sottrarsi alle necessarie iniziative di lotta dei prossimi giorni.

Ringraziamo tutti e tutte i lavoratori e i delegati delle altre aziende che hanno espresso la loro solidarietà in queste ore e ci auguriamo di trovare sempre più sostegno, la vicenda della Fini Compressori deve diventare patrimonio e riferimento per tutti i lavoratori del territorio.

SIAMO PERSONE, NON ESUBERI

SIAMO LAVORATORI, NON UN COSTO DA TAGLIARE

>  Nell’ambito del progetto inCassati!, promosso da Vag61 in collaborazione con Zic, prosegue la rubrica che raccoglie esperienze di resistenza e di lotta portate avanti dai lavoratori colpiti dalla crisi.

La redazione di Zeroincondotta