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In via Mascarella, 39 anni dopo

Stamattina partecipato ricordo di Francesco Lorusso, nel punto in cui fu ucciso nel 1977 dai Carabinieri. Attivisti di Hobo contestano l’assessore alla Cultura e la prorettrice agli studenti.

11 Marzo 2016 - 16:41

Commemorazione Lorusso - © Michele LapiniIn tante e tanti, come ogni anno, hanno affollato via Mascarella stamattina alle 10, per ricordare Francesco Lorusso, studente e militante di Lotta Continua colpito a morte dal proiettile di un Carabinieri l’11 marzo 1977. Tra i presenti i familiari e molti compagni di quegli anni, alcuni dei quali riuniti nell’Associazione “Francesco Lorusso” che ha parlato della richiesta avanzata all’Università di intitolare un aula a Francesco. Altre iniziative si sono svolte già nei giorni scorsi e ulteriori appuntamenti sono in programma anche nelle prossime ore. Alle 18 da piazza Verdi, in particolare, è previsto il concentramento per un corteo a cui hanno annunciato di voler partecipare Cua, Cas, Social Log, Vag61 e Centro di documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”.

Stamattina in via Mascaralla, intanto, c’erano anche gli attivisti del collettivo Hobo, che hanno contestato la presenza dell’assessore della Cultura Davide Conte e della prorettrice agli studenti Elena Trombini, scandendo “Nessuna memoria condivisa” e gridando loro di andarsene e accusandoli della “militarizzazione dell’Università” di queste settimane. Spiega il collettivo su Facebook: “Nessun rappresentante del Pd e istituzionale che sta dall’altra parte della barricata può utilizzare strumentalmente la nostra storia e la nostra memoria. Per questo motivo abbiamo contestato i vertici dell’Unibo e strappato l’ipocrita fascia dell’Alma Mater messa sotto la lapide di Francesco, perché l’amministrazione dell’Università di Bologna è complice del governo dello sfruttamento, delle misure cautelari e della guerra”. Un ateneo dunque “complice con tutto ciò contro cui Francesco si è battuto, con tutto ciò contro cui noi ci batteremo sempre”. Secondo l’Associazione “Francesco Lorusso” le contestazioni “ci stanno, e se non diventano violente sono del tutto legittime”.