“Dopo tre anni di totale silenzio dei servizi sociali”, racconta RentStrike Bolognina, ieri si è riusciti “a strappare un incontro con i responsabili del settore casa del Navile”: una vicenda che “ci ricorda le migliaia di storie vissute durante il picco dell’emergenza abitativa dovuta alla crisi dei mutui subprime”.
Ieri un lavoratore delle logistica, driver di Gls, “dopo tre anni di totale silenzio dei servizi sociali è riuscito, grazie al presidio solidale di lavoratori ed attivist@, a strappare un incontro con i responsabili del settore casa del quartiere Navile”, racconta RentStrike Bolognina: “La storia di Omar ci ricorda le migliaia di storie vissute durante il picco dell’emergenza abitativa dovuta alla crisi dei mutui subprime, oggi come allora, migliaia di famiglie sono sotto il constante ricatto dello sfratto senza alcuna soluzione, soprattutto dopo la ripresa dell’esecuzioni, decisa dal Governo Draghi. Ormai è chiaro, anche in questa fase pandemica che il processo di marginalizzazione ed espulsione di alcune fasce della popolazione dal supporto del sistema welfaristico, diventi sempre più feroce. Omar, Faye ed i loro cinque figli minori hanno diritto ad avere una casa! Non permetteremo che la crisi pandemica ricada unicamente sui lavoratori e le fasce più deboli della popolazione, non permetteremo che migliaia di persone vengano costrette a lasciare le proprie case senza soluzioni dignitose. Oggi è solo il primo passo verso la riconquista di un diritto all’abitare dignitoso, per tutte e tutti nella nostra città”.