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In piazza per Ayachi e Noureddine: “No ai licenziamenti politici!”

Ieri presidio dell’Sgb al Tribunale. Mentre l’Usb denuncia la perdita del lavoro di 30 persone alla Inver e i Cobas protestano per l’espulsione di un dipendente dalla Granarolo. Continua la mobilitazione dell’Adl contro Pam e Carrefour.

21 Settembre 2018 - 11:39

Un presidio per dire “no ai licenziamenti politici”. Lo ha effettuato ieri l’Sgb in via Farini, davanti al Tribunale, in occasione di un’udienza del processo che vede protagonisti due attivisti sindacali, Ayachi e Noureddine, licenziati dalla coop Dedalog (consorzio Metra) in appalto all’Sda di Sala Bolognese (Poste Italiane). “I due lavoratori, di cui uno storico delegato sindacale, protagonisti delle lotte contro la dismissione del magazzino, la cassa integrazione e le difficili condizioni di lavoro, sono stati licenziati con motivazioni pretestuose e infondate”, afferma Sgb. “E’ chiaro che Sda, a seguito di questo vile atto, ha avuto mani libere per dare avvio alla ristrutturazione del magazzino. A fine aprile ha dichiarato un esubero di 100 lavoratori, per il momento arginato con un accordo di uscita volontaria. Nonostante la dichiarazione degli esuberi e l’accordo di esodo volontario, l’azienda ricorre quotidianamente al lavoro interinale, smentendo se stessa sulla presenza degli esuberi. Il piano industriale Sda/Poste Italiane prevede inoltre per giugno del prossimo anno, la chiusura del magazzino di Sala Bolognese e l’apertura di un nuovo magazzino automatizzato all’interno dell’interporto. Contestualmente, sempre a giugno, scade il termine dell’appalto con la Dedalog società cooperativa. Ad oggi, sia Sda che la Dedalog non hanno dato alcuna garanzia scritta rispetto all’inserimento dei lavoratori attualmente impiegati presso il magazzino di Sala Bolognese nel nuovo impianto dell’Interporto. Un piano industriale, dunque, che chiarisce anche quale sia la strategia: tenere fuori dal magazzino coloro che possono organizzare la resistenza ai piani industriali fatti di licenziamenti collettivi e compressione dei diritti. La solidarietà ai licenziati politici Sgb è stata espressa da centinaia di cittadini e da moltissimi lavoratori di tutti i settori ed ora, la lotta incontrerà quella dei lavoratori delle Poste francesi appartenenti al sindacato Sud Ptt Solidares, licenziati anch’essi per motivi politici. Il 28 settembre questi lavoratori parteciperanno e si incontreranno nell’ambito dell’assemblea cittadina organizzata da Sgb”. L’udienza di ieri, intanto, è stata rinviata al 6 dicembre.

L’Usb, intanto, parla di “licenziamenti senza dignità” alla Inver di Minerbio, che “a fronte dei provvedimenti del Governo a favore della stabilità del lavoro risponde licenziando almeno 30 lavoratori con contratto a termine. Un fatto di una gravità inaudita che testimonia da una parte come il decreto dignità non abbia assolutamente risposto alla necessità di una riforma del lavoro che riconsegni davvero diritti e tutele dal libero arbitrio delle imprese, dall’altra testimonia il carattere dispotico e arrogante di imprese la cui unica preoccupazione è lo sfruttamento intensivo di uomini e donne. Solo così si può spiegare l’inaccettabile scelta di licenziare 30 lavoratori con contratto a termine per sostituirli con altri alle stesse condizioni. Questo è oggi il mercato del lavoro grazie alla devastante opera di liquidazione del sistema di diritti e tutele. Per queste ragioni chiederemo un incontro urgente alla direzione aziendale della multinazionale delle vernici”.

Un’altra segnalazione arriva dai Cobas e riguarda la Granarolo. “Un fatto inaccettabile, un onesto lavoratore (padre di due figli) che in 18 anni di lavoro non ha mai subito un richiamo disciplinare, è stato licenziato su due piedi, senza che la direazione tenesse nel minimo conto nè dell’assenza di precedenti nè quanto era emerso a sua difesa”, ricostruisce il sindacato. “La storia comincia quando Salvatore, insieme ad altri lavoratori e lavoratrici, decide di dare vita ai Cobas in Granarolo; come è nel suo carattere e nella sua storia si butta nell’impresa con la sua volontà di impegnarsi nella lotta per difendere gli interessi e i diritti dei dipendenti. Questa cosa non è piaciuta a diversi, in particolare ai suoi ‘ex compagni’, che fin da subito non hanno perso occasione per insultarlo, fino anche a minacciarlo di fargli perdere il lavoro; profezia (o minaccia?) che si è concretizzata quando, di fronte all’ennesima provocazione, ha reagito chiedendo ragione del comportamento ed esigendo il rispetto che gli è dovuto. Allora l’azienda non si è fatta sfuggire l’occasione di licenziarlo”. Ora “ci mobiliteremo con tutte le nostre energie per sanare questa ingiustizia”.

Per finire, in questi giorni l’Adl Cobas si è fatta di nuovo sentire (con presidi e volantinaggi) davanti ai punti vendita Carrefour e Pam Panorama, per sensibilizzare i clienti di due catene “che affidano il servizio delle spese a domicilio a For Services e Sistemi integrati, due aziende che sfruttano i lavoratori e licenziano chi sciopera per i propri diritti! L’azienda nega il confronto con i licenziati, continuando, dopo aver eliminato la parte più combattiva, a sfruttare i lavoratori, facendoli lavorare molte ore al di più di quelle da contratto e stipulando apprendistati fasulli”.