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In piazza il rifiuto al ddl Pillon: ”E’ una norma violenta”

Presidio e corteo contro la riforma del diritto di famiglia firmata dal senatore leghista, ma anche in opposizione al decreto sicurezza di Salvini. Non una di meno rilancia: “Il 24 novembre tutte a Roma”.

11 Novembre 2018 - 09:51

Un lungo sit-in in piazza Re Enzo, poi un migliaio di donne (e non solo) per le strade del centro. Questa la risposta di piazza, ieri pomeriggio, al disegno di legge firmato dal senatore leghista Simone Pillon, che se approvato imporrebbe alle coppie di gentitori che si separano la figura del “mediatore familiare”, la sottoscrizione di un contratto di diritto privato e una rigida spartizione del tempo da passare con figlie e figli, abolirebbe l’assegno di mantenimento, richiederebbe che i casi di violenza domestica fossero “comprovati” (come?) per allontanare bambine e bambini da un padre violento.

La giornata è stata “lanciata a livello nazionale da Donne in rete contro la violenza – spiega un’attivista di Non Una Di Meno – a cui noi e altre realtà abbiamo aderito perché vogliamso dire che il ddl Pillon va rifiutato integralmente e che non ci interessa alcun tipo di emendamento, perche’ si tratta di una norma violenta. Una violenza generalizzata che colpisce le bambine, bambini e adolescenti. È un provvedimento sessista e classista, omofobo e trasfobico. Vuole imporre un solo tipo di famiglia perdendo di vista la realtà della vita delle singole persone”.

Tra i cartelli in piazza: “Siamo donne, tante e libere. Non apparteniamo a nessuno. Vogliamo andare avanti e non tornare indietro”, poi “sono figlia di divorziati, non sono un pacchetto” e “la violenza non si concilia”.

La manifestazione cade nei giorni in cui in città sono esplose le polemiche per il convegno sulla prostituzione “Stupro a pagamento”, pubblicizzato con i loghi del Comune (che lo revocherà, ha annunciato oggi il sindaco Virginio Merola) e dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Quella contro il ddl Pillon è una piazza plurale e non c’è una posizione concordata tra tutte, ma le voci contrarie ci sono: “Di sicuro Nudm sta dalla parte delle sex workers”, chiarisce però l’attivista , e quando affermano di aver fatto “una scelta di autodeterminazione, ci dev’essere solo rispetto”.

“Tra chi interverrà al convegno – si fa inoltre notare – c’è anche l’associazione antiabortista Giovanni XXIII”. A conclusione del sit-in è stata messa in atto una performance al suono di rivendicazioni scandite a ritmo di rap: le manifestanti, inizialmente in tunica grigia, hanno rivelato tute gialle e nere come quelle di Beatrix Kiddo, la protagonista interpretata da Uma Thurman nei due “Kill bill” di Quentin Tarantino. Intorno alle 17.30 è partito il corteo lungo via Indipendenza fino alla scalinata del Pincio, dove sono stati esposti due grandi striscioni: su uno si leggeva “Contro la violenza patriarcale e razzista, stato di agitazione permanente”, l’altro ribadiva “Il 24 novembre tutte a Roma”, l’appuntamento per il corteo nazionale contro la violenza maschile.

Così sulla pagina Facebook di Non una di meno Bologna: “Abbiamo dato voce alla nostra opposizione radicale al Ddl Pillon: non accettiamo la famiglia e le sue gerarchie come obbligo e fondamento della società, non accettiamo la violenza che la sostiene! Abbiamo dato voce al nostro rifiuto incondizionato del DL Salvini: la violenza patriarcale e quella razzista sono due facce della stessa medaglia! Abbiamo dato voce alla nostra rabbia per chi ci vuole costringere a lavorare gratuitamente tramite quello che chiamano reddito e invece è un ricatto. Siamo la marea femminista in stato di #agitazionepermanente verso la manifestazione nazionale del 24 novembre e lo sciopero femminista. Noi rivendichiamo il ritiro del Ddl Pillon e abolizione del DL Salvini, aborto libero sicuro e gratuito, reddito di autodeterminazione universale e incondizionato e permesso di soggiorno europeo slegato dal lavoro dal matrimonio e dallo studio. NON UNA DI Meno è il nostro grido di liberazione!”