Acabnews Bologna

In piazza “contro Jobs act e Loi travail“ [foto]

Ieri manifestazione su iniziativa del Comitato Sciopero–Blocco–Sabotaggio e presidio promosso da Eurostop. Intanto confermato il licenziamento del delegato dell’appalto Ups: “Mobilitazione fino al reintegro”, annuncia Sgb, che denuncia inoltre discriminazioni per i turnisti dell’aeroporto.

15 Giugno 2016 - 14:44

Corteo No Loi Travail (foto Zic)Oltre un centinaio le persone che si sono unite in corteo ieri sera per esprimere la propria solidarietà al popolo francese che nella giornata di ieri aveva indetto l’ennesimo sciopero generale nel tentativo di bloccare la Loi Travail in discussione al Senato. Dal corteo non solo la solidarietà, ma anche la determinazione di seguire l’esempio francese e combattere contro la riforma del lavoro che qui in Italia ha solo un altro nome, Jobs Act, ma introduce lo stesso tipo di precarietà e di sfruttamento. Non solo la Loi Travail e il Jobs Act, ma tutte le riforme del lavoro varate nei diversi paesi europei dai governi più o meno “di sinistra” e neoliberisti mascherano in realtà solo l’austerità per i poveri e contemporaneamente sempre più favori per i potenti e le banche. Per questo, spiegano dal corteo visto che il ballottaggio in città è sempre più vicino, “PD o Lega non è una scelta, ma un ricatto perché sono parte dello stesso problema”.

Tra le persone maggiormente colpite dalle riforme del lavoro – si sente in un intervento – ci sono le donne, perché si trovano ancora oggi a dover scegliere tra famiglia e lavoro, tra lavoro domestico e di cura e lavoro retribuito.Corteo No Loi Travail (foto Zic) Sono le donne a subire in modo particolare i tagli alla sanità. Sono trans, frocie e queer a rimetterci maggiormente da una riforma che non permette una stabilità economica ed è per questo che è necessaria – si conclude – un’intersezione delle lotte.

Il corteo è passato di fronte alle sedi cittadine, protette da ingenti presidi di polizia, della Cgil e della Cisl, i sindacati confederati che hanno ‘accettato in silenzio’ il Jobs Act, per concludersi in piazza San Francesco.

Così un comunicato diffuso oggi a firma Comitato Blocco – Sciopero – Sabotaggio: “Nella serata di martedì 14 giugno siamo scesi in strada attraversando il centro di Bologna dietro lo striscione ‘No Loi Travail/No Jobs Act/Fare come in Francia!’. Con volantini, cartelli, interventi al microfono circa 150 compagne e compagni hanno mostrato la loro vicinanza e solidarietà al movimento francese e hanno indicato come sia necessario continuare e allargare una lotta senza mediazioni contro il Jobs Act. Nello stesso giorno a Parigi diverse centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, student*, precar* sono scesi in stradaCorteo contro Loi Travail (foto Zic) sfidando ancora una volta il governo e la repressione poliziesca legittimata in maniera vergognosa dallo stato d’emergenza che continua da novembre 2015. In tutta la Francia da oltre tre mesi il movimento si oppone attraverso pratiche di blocco, sciopero e sabotaggio alla proposta di legge el Khomri del 17 febbraio che, smantellando il contratto di lavoro nazionale a favore degli accordi decentrati con le singole imprese, vorrebbe introdurre ulteriore flessibilità per i lavoratori, costringendoli a lavorare più ore e tagliando loro fette consistenti di salario. È proprio quello che sta facendo in Italia il Jobs Act renziano con l’accettazione supina dei sindacati confederali e delle opposizioni parlamentari, in perfetta continuità con quello che hanno fatto i governi di ogni colore negli ultimi trent’anni: un attacco senza fine alla vita di chi lavora, di chi è precario, di chi è disoccupato, di tutti noi”.

Corteo contro Loi Travail (foto Zic)Prosegue il testo: “Ecco perché il 14 giugno abbiamo voluto indicare con chiarezza alcuni dei responsabili di tutto ciò: il Partito Democratico, la Cgil, la Cisl. Ci siamo fermati davanti alle loro sedi indicando perché questi partiti e sindacati sono nemici di chiunque intenda vivere un presente dignitoso. ‘No Jobs Act / No Loi Travail’; ‘Lega o PD? Non una scelta ma un ricatto. Ribelliamoci!’;’Basta sindacati servi dei padroni!’, questi i cartelli che abbiamo attaccato ai portoni delle sedi di chi vorrebbe rinchiuderci dentro una gabbia di austerità e controllo sociale”. Con questa mobilitazione abbiamo così voluto dare un ulteriore segnale del nostro coinvolgimento nel marzo francese. Nelle settimane precedenti al Circolo Anarchico Berneri abbiamo dato vita a diverse serate pubbliche, di analisi, discussione e socialità su questo tema. Lunedì 13 abbiamo organizzato una cena benefit il cui ricavato è andato alla cassa di resistenza creata dal movimento francese per supportare chi sciopera, chi è colpito dalla repressione e per garantire assistenza medica durante i cortei. Il 14 giugno l’abbiamo urlato ad alta voce: Facciamo come in Francia, abbattiamo i confini, uniamo le lotte: alziamo la testa contro chi intende distruggere il nostro presente! Come dicono gli studenti francesi: “Il mondo o niente”. È ora di riprendersi tutto!! Continueremo ad organizzarci e a scendere per le strade, questo è solo l’inizio!”

euroLa manifestazione partita da via Paolo Fabbri, però, non è stata l’unica iniziativa svolta ieri in città per tracciare un collegamento tra la situazione francese e quella italiana. Davanti alla stazione centrale è andato in scena un “presidio di controinformazione e solidarietà” organizzato dalla piattaforma sociale Eurostop perchè “la lotta del popolo francese parla prima di tutto a noi e chiede conto prima di tutto della passività e della complicità dei grandi sindacati confederali, ma anche dei limiti dei nostri movimenti e del più tradizionale mondo della sinistra”. Nel corso del presidio è stato anche esposto un grande striscione dalla scalinata del Pincio: “No all’Unione europea del Jobs act, solidarietà ai lavoratori francesi in lotta contro il Loi travail”.

Sempre ieri, in mattinata, oltre ai blocchi all’Interporto (con SiCobas e Crash) si sono mossi anche gli attivisti di Noi Restiamo, che hanno esposto un cartello con scritto “No Jobs act, no Loi travail) all’ingresso del Consolato di Francia: “La lotta del popolo francese è anche la nostra!”.

Intanto, arriva un aggiornamento dall’Sgb sulla vicenda Ups: ieri si è tenuto un nuovo incontro in Prefettura con la coop Dg Shipping “durante il quale quest’ultima, dopo avere sentito ‘gli altri attori in causa’,  ha comunicato la decisione di confermare il licenziamento di Safdar. I lavoratori del magazzino in presidio sotto la Prefettura, si sono riuniti in assembla e hanno deciso di proseguire nella mobilitazione con iniziative che verranno comunicate nei prossimi giorni. Il licenziamento di un delegato sindacale scomodo che intende fare valere i diritti sindacali contrattuali e migliorare le condizioni di chi lavora nel magazzino di Lippo di Calderara non può essere accettato. Sgb sosterrà ed organizzerà la mobilitazione  fino al suo reintegro ed invitiamo tutti ad esprimere solidarietà  con questa lotta. Sgb respinge al mittente la provocazione avanzata dalla cooperativa di procedere al licenziamento per poi eventualmente farlo riassumere successivamente in un altro magazzino, ovviamente non in appalto con la multinazionale americana per la quale Safdar sarebbe ‘sgradito’. Ricordiamo che Safdar è stato licenziato per un innocuo post in Facebook che Ups ha reputato offensivo e che contro le proteste dei lavoratori è intervenuto direttamente il Consolato americano. Sono questi i livelli d’arroganza degli imperialisti americani che nel nostro paese fanno carne da macello dei lavoratori e dei loro più elementari diritti”.

Sempre da Sgb, arriva un comunicato sulla decisione dell’Aeroporto Marconi di spostare, nell’ambito dei lavori del People mover, “il parcheggio dei dipendenti turnisti (che arrivano alle 4 di mattina per far partire i primi voli e quelli che escono dopo mezzanotte) a più di due km di distanza dalla loro postazione di lavoro”, mentre “continueranno invece a parcheggiare vicino all’aerostazione i dipendenti amministrativi, quelli che lavorano dalle 9,00 alle 17,00 (con flessibilità) e che non essendo direttamente coinvolti nell’operativo possono tardare senza causare disservizi”.

“Ancora una volta – denuncia Sgb – si sceglie di agevolare i privilegiati, mentre la sicurezza degli addetti viene ulteriormente compromessa, perché in maggioranza donne che devono raggiungere in piena notte un’area in aperta campagna non sorvegliata e poco illuminata.  Esiste un servizio navetta affidato ad una ditta esterna, ma è irregolare e non incontra le reali esigenze dei dipendenti. Come mai il Gestore decide di sprecare i soldi pubblici noleggiando mezzi privati per oltre 16 ore al giorno invece di predisporli per circa un’ora al giorno intorno alle 9 e alle 17? Come mai non ha provveduto in tempo a sopperire a questa carenza strutturale? Accadrà come per i moli d’imbarco (fingers), finanziati e mai ultimati in ben tre piani industriali quadriennali? E’ così che AdB gestisce i soldi destinati agli investimenti infrastrutturali? Inoltre concentrare in un unico mezzo tanti lavoratori contemporaneamente può  mettere a serio rischio la puntualità degli aeromobili. Un guasto della navetta, un intoppo qualsiasi possono impedire ad un intero gruppo di lavoratori di arrivare in tempo e causare così ritardi a catena e per il resto della giornata. Ricordiamo che il sedime aeroportuale non è servito da mezzi pubblici e l’autobus BLQUI non copre  gli orari di inizio/fine turno di molti: anche con il People Mover gli orari non coincideranno. AdB non ha scusanti: se vuole che gli aerei partano deve fornire posti auto decenti a chi ogni giorno con il proprio lavoro li fa decollare proprio perché non esiste alternativa al mezzo proprio”.