Acabnews Bologna

In migliaia per “Sulla mia pelle”, film “bello e necessario”

Nautilus e Làbas entusiasti per la grande partecipazione alle prime due proiezioni del film su Stefano Cucchi. Sulla censura il Cua: “Questa è storia nostra, memoria collettiva”. Mercoledì prossimo nuova proiezione a Xm24.

14 Settembre 2018 - 18:55

Grandissimo successo di pubblico per le prime due proiezioni di “Sulla mia pelle – gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi” tenute negli spazi autogestiti Nautilus Làbas rispettivamente mercoledì e giovedì scorso. Il Cua, che per primo ha potuto mettere nero su bianco le proprie considerazioni, parla di “un film di cui se ne sentiva il bisogno. Bello e necessario. Un film da far circolare. Alla faccia di Salvini, della polizia italiana e di quanti non riescono a fare altro che vomitare odio e rancore sempre dalla parte degli sfruttati e mai degli sfruttatori”. L’altro ieri, scrive il collettivo, “eravamo tantissimi per la proiezione di ‘Sulla mia pelle – gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi’. Cominciamo con lo scusarci con quanti non sono riusciti a trovare posto per assistere alla proiezione, ma abbiamo fatto il possibile per sfruttare al meglio gli spazi a nostra disposizione. Le immagini ci arrivano dure, secche, pesanti come un macigno. L’applauso finale (meritato per chi ha avuto il coraggio di produrre questo lavoro e per chi ha interpretato i personaggi) stenta a partire. Viene preceduto da secondi di silenzio, da un disorientamento che fa subito spazio alla rabbia. L’applauso quando arriva è carico di emozioni e di rabbia. La rabbia per una storia che, a differenza di qualcuno che vorrebbe vederla solo come un fatto di cronaca, si rivela in tutta la sua politicità. La politicità della svariate forme di violenza, marginalità, sfruttamento che viviamo quotidianamente nelle nostre città, nei nostri quartieri. Prima e dopo la violenza cruda, frustrata e gratuita dei pezzi di merda che materialmente hanno ucciso Stefano, c’è la violenza della marginalità, della sofferenza quotidiana, delle stigmate sociali che è facile, soprattutto se nasci in un quartiere di periferia, portarti dietro”.

Continuano gli studenti: “Non è difficile essere soltanto un tossico, soltanto uno spacciatore, o semplicemente essere uno dei tanti nessuno che abitano le nostre città e i nostri quartieri. C’è la violenza della complicità, dell’indifferenza e del disprezzo espresso da quanti hanno visto e avuto un contatto con Stefano negli ultimi strazianti giorni. Complicità, indifferenza e quasi sempre disprezzo che fanno immediatamente cadere le retoriche delle mele marce e ci parlano di un sistema che non esita a spalleggiarsi e difendersi anche nelle azioni più cruente, schifose e insensate. Una storia che è lì a ricordarci che non ci sono tante polizie. Ma la polizia è una sola, quella che difende strenuamente l’ordine costituito e che attacca chiunque provi a ribellarsi, che calpesta chiunque, in qualsiasi forma, si pone ai margini di questa società. ‘Ne parlo solo con il mio avvocato’. In questa frase, ripetuta da Stefano più volte, viene fuori tutta la sfiducia verso gli organi di polizia, il sistema carcerario e quello sanitario. In Stefano c’è la consapevolezza, mentre piano piano muore, che nessuno aiuto può arrivare di suoi carcerieri, da un mondo che lo ritiene solo un ‘tossico di merda’ e che è pronto a difendersi reciprocamente”.

E sulla censura applicata da Facebook agli eventi che promuovevano le proiezioni aggiungono: “Un’ultima riflessione va su Lucky Red, Netflix, Facebook e quanti pensavano di fermare le proiezioni pubbliche organizzate in tutta Italia. Questa è storia nostra, memoria collettiva. Gli interessi di qualche grande azienda ci interessano poco. Per noi era importante mettere a disposizione di tutti questo film, poterne vivere le emozioni collettivamente. Così è stato. E ci auguriamo sia così in tante città. #StefanoCucchi #Stefanovive #Acab #toutlemonddetestelapolice”. A Làbas la proiezione che si è tenuta ieri sera, ha visto una partecipazione impressionante, testimoniata anche dalla fotografie pubblicate dal centro sociale: “Siamo migliaia di persone nel portico di Làbas a guardare, insieme, ‘Sulla mia pelle’. Perché oggi, attraverso il coraggio che ogni giorno ci insegna Ilaria Cucchi vogliamo rendere viva la memoria di Stefano e di tutte le donne e gli uomini vittime di abusi di potere. Questo è un giorno importante per Làbas, è un giorno importante per tutte e tutti noi. La storia non finisce qui.” Per la settimana prossima è prevista una nuova proiezione in uno spazio autogestito: mercoledì 19 settembre a Xm24, alle ore 20.30.