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In Gd arriva l’ora dello sciopero

Dopo che l’azienda ha negato l’assemblea retribuita”, spiega l’Usb. Intanto, Cobas: “Ora anche il Comune ci dà ragione sulle assunzioni per biblioteche e musei”. E Riders Union: “Quotidiane intimidazioni, ma presto nuove iniziative di mobilitazione”.

11 Febbraio 2018 - 16:44

In Gd arriva l’ora dello sciopero per premere sull’azienda affinchè cambi il contratto integrativo aziendale, quasi bocciato nel referendum tra i lavoratori di circa quattro mesi fa. Lunedì, infatti, Usb convoca i dipendenti in due assemblee (una al mattino l’altra nel primo pomeriggio) di due ore e in orario di sciopero per discutere una piattaforma con “alcuni punti di prospettiva e altre ipotesi di correzioni più immediate” per riscrivere l’integrativo. Di fatto “è il primo sciopero” che segue il blocco di ogni prestazione straordinaria e delle flessibilità per tutti i lavoratori” della Gd lanciato a inizio febbraio, “compresi tutti gli uffici, l’officina e i montatori in sede e in trasferta”. La convocazione delle assemblee in sciopero è arrivata dopo che la Gd “ha negato” l’ok alla riunione retribuita per “la mancata richiesta fatta da tutta la Rsu al completo: un pretesto- racconta Usb- che fa di Gd una delle pochissime aziende che abbiano negato una assemblea. Abbiamo chiesto anche a Fim, Fiom e Uilm di dare il nulla osta all’assemblea, ma la risposta di Fiom territoriale è stata negativa”.  E dunque, prosegue il sindacato di base, “riteniamo molto grave che, da posizioni diverse, l’azienda e il secondo sindacato in Gd siano concordi nel volere impedire l’esercizio del diritto di assemblea ai lavoratori e alle lavoratrici”.

Da Palazzo D’Accursio, intanto, fanno sapere i Cobas: “Ora anche il Comune ci dà ragione: assunzioni per biblioteche e musei!”. Il sindacato riporta infatti una frase presa “pari pari” dalla pagina 16 del Piano Programma 2018-2020 dell’Istituzione Biblioteche appena approvato in Consiglio: “Il personale comunale complessivamente afferente all’Istituzione Biblioteche è diminuito dal gennaio 2010 ad oggi del 15,6%, passando da 231 a 195 unità. Si tratta evidentemente di un calo drammatico, che se ulteriormente aggravato metterà a rischio l’attuale livello di apertura al pubblico delle diverse sedi, la loro capacità di erogazione dei servizi, la tutela e la valorizzazione del patrimonio […] Si è fatto un crescente ricorso al lavoro di personale esternalizzato, il cui costo complessivo ha raggiunto oggi livelli davvero preoccupanti”. Alla pagina successiva, poi, si legge che “dopo anni di sistematica negazione dei problemi reali che i lavoratori indicavano, adesso per il Comune ‘occorre una decisa azione di ripensamento nelle politiche del personale fin qui messe in atto, intervenendo sulla complessiva consistenza numerica degli addetti e sulla qualifica professionale dei nuovi inserimenti, che devono avere specifica formazione e qualificazione, con competenze plurispecialistiche e di livello elevato, da reperire attraverso apposite procedure concorsuali’. E ancora: ‘In quest’ultima ipotesi è non solo ragionevole, ma del tutto necessario, partire da concorsi per il reclutamento di personale di categoria C (diplomati), la categoria nella quale si registra attualmente la maggiore penuria di addetti. Sembra però non più rinviabile l’esigenza di procedere anche a concorsi per personale di categoria D (laureati), non solo per incrementare gli addetti in tale categoria, ma anche per consentire una possibile progressione di carriera ai dipendenti di categoria C già operanti all’interno dell’istituzione e privi, finora e da anni, di occasioni di avanzamento professionale’. I nostri argomenti e la pressione esercitata dai lavoratori e dal comitato cittadino sorto in difesa delle biblioteche comunali (di cui molti di noi fanno parte) hanno convinto anche l’Istituzione Biblioteche ‘a correggere questa tendenza’. Continueremo a sostenere la campagna per il riconoscimento dei professionisti dei beni culturali e a vigilare affinché quanto scritto sulla carta sia effettivamente applicato alle biblioteche e venga subito esteso anche ai musei del Comune”.

Infine, i riders promettono “nuove iniziative di mobilitazione” nei prossimi giorni. Scrive Riders Union Bologna dopo un incontro avuto giovedì in Comune: “Abbiamo presentato agli assessori Matteo Lepore e Marco Lombardo le proposte di miglioramento contrattuale decise dall’assemblea cittadina di Riders Union Bologna. Abbiamo inoltre ribadito la necessità di costruire un livello di tutele valide per tutti i ciclofattorini operanti sul territorio di Bologna sottolineando come, nonostante le piattaforme continuino a sottrarsi da ogni confronto con le rappresentanze dei lavoratori e delle istituzioni, in tutta Europa i lavoratori stiano avanzando proposte e rivendicazioni simili alle nostre. Gli assessori hanno ribadito la loro volontà di attivarsi a tutti i livelli istituzionali, mettendo in campo gli strumenti amministrativi adeguati a fare pressione sulle piattaforme con l’obiettivo di avviare un tavolo di contrattazione. Abbiamo ottenuto l’impegno da parte dell’amministrazione a convocare un tavolo con le parti sociali entro la metà di marzo, nonché la garanzia di una convocazione di un confronto negoziale con la presenza delle piattaforme. Nonostante l’arroganza delle piattaforme, come dimostrano anche i fatti in Belgio e in Spagna, nonostante stiamo subendo quotidianamente un atteggiamento intimidatorio nei confronti dei nostri rappresentati e colleghi, Riders Union Bologna metterà in campo nei prossimi giorni nuove iniziative di mobilitazione”.