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Imola, altro sfratto rinviato ma “le istituzioni non capiscono la gravità della situazione”

La Rete di lotta per la casa ottiene una proroga per una famiglia con un bambino piccolo. A Bologna Taksim apre uno sportello studentesco per il diritto all’abitare.

21 Giugno 2014 - 16:29

Stop sfratti Imola (foto fb Brigata 36)La mattina del 20 giugno lo Sportello Antisfratto di Imola, insieme alla Rete di Lotta per la Casa dell’Emilia Romagna, ha ottenuto il rinvio dell’ennesimo sfratto per morosità incolpevole di una famiglia con minore di pochi mesi. La soluzione individuata insieme ai servizi sociali, che ha permesso la proroga dello sfratto, è risultata essere quella che già da un mese, peraltro, proponevamo alle istituzioni senza ricevere risposte adeguate.

Tutto bene quindi? Assolutamente no! Non solo perché la soluzione trovata è comunque provvisoria e non fa altro che rimandare il problema, ma soprattutto perché di casi del genere ce ne sono sempre di più e le istituzioni non capiscono o non vogliono capire la gravità della situazione.

Gli sfratti sono in aumento, i soldi pubblici stanziati per risolvere la situazione non sono sufficienti e non vengono investiti per garantire un tetto a chiunque ne abbia necessità. La crisi economica ha colpito fortemente anche la nostra città: aziende, anche grosse e da anni presenti sul territorio (ad esempio la Cooperativa Ceramica, la 3elle, l’ex Cognetex, Mercatone Uno, la Cesi, la Recintex, ecc..), stanno chiudendo, riducendo il personale, usando una cassa integrazione ormai agli sgoccioli, il tutto condito da stipendi non pagati da mesi. La mancanza di lavoro, e dunque di reddito, si ripercuote immediatamente sulla possibilità di garantirsi una casa. Infatti, la maggior parte degli sfratti avviene per morosità incolpevole, ovvero per l’impossibilità di pagare un affitto (che è generalmente troppo alto rispetto allo stipendio).

Il vicesindaco Visani, responsabile dell’assessorato alle politiche sociali, si è negato venerdì per la terza volta consecutiva in tre giorni alla nostra richiesta di incontro, evitando di discutere non solo delle situazioni emergenziali che richiedono risposte concrete e immediate, ma anche di affrontare in maniera strutturale quella che ormai è una situazione esplosiva per colpa dell’inattività delle istituzioni.

Lunedì prossimo un’altra famiglia, già privata della casa, rischia di finire sulla strada se non si riuscirà a trovare una sistemazione idonea; soluzioni temporanee e a stento sostenibili sono causa di inutile sperpero di denaro pubblico, quando si potrebbero investire con più lungimiranza quelle stesse risorse per far sì che a chiunque venga garantito il diritto alla stabilità abitativa e alla dignità.

Le conseguenze di queste politiche non riguardano solo le famiglie in emergenza abitativa, ma coinvolgono l’intera comunità: investire le risorse pubbliche per il benessere collettivo è responsabilità delle istituzioni, in particolar modo di chi ha la delega al welfare.

Ma all’Amministrazione Comunale chiediamo anche di implementare politiche abitative che consentano alle fasce sociali più deboli di vedersi riconosciuto il diritto alla casa. Abbiamo già sottoposto all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, attraverso un progetto di autorecupero, la possibilità di rendere abitabili le case vuote e inutilizzate con dei lavori non strutturali che gli inquilini si incaricherebbero di compiere direttamente, ed evidenziamo la necessità di un immediato blocco degli sfratti e di riutilizzo degli immobili sfitti e abbandonati.

Sportello Antisfratto di Imola

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C’eravamo lasciati il 28 maggio 2014 dopo una lunghissima giornata che ha parlato di lotta e resistenza e che ha reso assai difficile alle autorità competenti lo sgombero dello Studentato Occupato Taksim. Una giornata che, nonostante gli sbalzi climatici, ha visto la partecipazione al presidio resistente della Bologna meticcia e solidale. Tante le realtà di movimento cittadino gli studenti, i precari, lavoratori e facchini della logistica.

La giornata, durata con un’opposizione allo sgombero di oltre 14 ore, con compagni che resistevano sul tetto e altri davanti alle mura dello studentato, si è conclusa con un lungo corteo verso Piazza Verdi, la piazza liberata dalla sua militarizzazione esattamente un anno prima.

Questo sgombero è l’ennesima prova dell’indifferenza delle istituzioni verso i bisogni di giovani, precari e studenti. A Bologna, città universitaria con oltre 80mila studenti fuorisede, l’Er.Go (ente regionale che si occupa delle residenze universitarie e delle assegnazione delle borse di studio) offre solo 1465 posti letto in studentati fatiscenti e delegando ad importanti lobby la costruzione e gestione di studentati “di lusso”, incarnando perfettamente le politiche figlie della riforma Gelmini.

I bisogni degli studenti continuano così a rimanere inascoltati e insoddisfatti. In questo continuo smantellamento del welfare studentesco, abbiamo deciso di riappropriarci di quegli spazi che quotidianamente ci vengono sottratti. Per questo è nato il 15 ottobre 2013, lo Studentato Occupato Taksim, una casa per diversi studenti e studentesse che si sono voluti ribellare alle politiche speculative che dominano la situazione abitativa bolognese.

L’occupazione è diventata subito parte della vita di quartiere con l’immediata solidarietà del vicinato, dimostrando che lo studente universitario è un valore aggiunto all’interno del tessuto cittadino, sfatando così la mediatizzazione dello studente quale motivo di malcontento da parte dei residenti.

Contro un’università complice di logiche che speculano e guadagnano sulla vita dello studente, da una parte con la sempre più difficile possibilità di accedere a residenze er.go e dall’altra con gli affitti sempre più alti, sia con contratto sia in nero, lo Studentato Occupato Taksim è una risposta chiara e forte a tutto questo andando a liberare spazi e tempi di vita pergli studenti dell’uniBo.

Taksim è in tutta la città cantavamo dopo lo sgombero del 28 maggio, e adesso si rilancia! Taksim lancia l’appello alla città, alla zona universitaria e a tutti gli studenti, aprendo uno sportello per il diritto all’abitare per studenti. Un apertura di taksim per estendere la sua esperienza e per andare a migliorare le condizioni di vita degli studenti. Infatti ogni mercoledì, dalle ore 16 alle 18, si potrà trovare presso il 36 di via Zamboni lo sportello abitativo con il banchetto informativo in vista del prossimo Taksim.
S.O. Taksim