E’ la richiesta in coro di una decina di sigle “anti-degrado”. Intanto in via Belvedere nuova ordinanza, mentre la Giunta apre sulle pulizia anti-movida asse. E il Nodo: in via Zamboni “intimidazioni neofasciste ai mendicanti”.
“E dopo Carosello tutti a nanna”, si diceva qualche decennio fa. Oggi, invece, a Bologna si dice “chiusura generalizzata” a mezzanotte di “tutti i pubblici esercizi del centro storico” e ancora prima, alle 23, per tutti i dehors: eccolo il sogno dei vari comitati “anti-degrado” sparsi per Bologna. Indipendentemente dalle diverse situazioni che si possono registrare a seconda delle zone, la soluzione ideale per i comitati è semplice semplice: tutto chiuso a mezzanotte. Questa la richiesta avanzata al Comune da una decina di sigle di residenti, che hanno deciso di fare fronte comune elaborando un documento unitario: in prima fila il comitato di via Petroni e dintorni, quello di piazza Verdi e Al Crusel del Pratello. Nonostante la richiesta molto esplicita, i comitati hanno precisato che secondo loro non bisogna parlare di “coprifuoco”, perchè la loro proposta prevede possibili “deroghe di orario secondo criteri strutturati e impegni precisi”. Le deroghe “dovranno essere concesse solo nel caso in cui all’esterno del locale del richiedente, almeno a partire dalle 22, non vi siano assembramenti di clientela e che il gestore non abbia avuto sanzioni per infrazione all’articolo 15 del Regolamento di polizia urbana”, quello riguardante disturbi e schiamazzi. Ma intanto, come base la chiusura dei locali “dev’essere a mezzanotte”, hanno messo in chiaro i comitati: anzi, per alcune situazioni “arriveremo a chiedere anche le 22”.
Ieri, intanto, il Comune ha deciso di emanare una nuova ordinanza per via Belvedere, via San Gervasio e Mercato delle Erbe in sostituzione di quella in vigore dal 12 maggio fino a sabato prossimo che impone la chiusura dei locali a mezzanotte. Il nuovo provvedimento stabilisce la chiusura all’una, tutti i giorni della settimana, ma solo per le attività che sottoscriveranno un protocollo di impegni per la gestione dello spazio pubblico e per prevenire assembramenti di persone, altrimenti chiusura alle 23. La chiusura all’una sarà valida per un altro mese, con possibilità di ulteriore rinnovo dell’ordinanza fino a ottobre. Resta valida la chiusura alle 24, invece, per i dehors.
In tutto questo, prende sempre più forma in Comune l’asse bipartisan a sostegno dell’idea di anticipare il lavaggio delle strade per contrastare gli assembramenti notturni. Dopo il ping pong tra Lega nord e Pd, con alcuni consiglieri dem decisi a fare in modo di utilizzare Hera contro la vita notturna, si aggiunta Fi che ha formalizzato la proposta con un ordine del giorno (firmato anche dal Carroccio). I forzisti hanno dunque colto al balzo la palla giocata dal Pd, chiedendo che il provvedimento venga adottato “quantomeno in via sperimentale nel corso di quest’anno”, non solo in zona universitaria ma anche in altre aree “critiche” come piazza San Francesco. E così, anche dalla Giunta cominciano ad arrivare delle aperture rispetto a questa ipotesi. Ne ha parlato l’assessore Matteo Lepore, nell’ambito di un ragionamento con cui ha annunciato che nel centro storico dovrà essere attuato “un quadro molto ampio di interventi, che ovviamente non dovranno basarsi su un modello alla Francisco Franco”, ma “prevedere, come avviene in tutte le città moderne, modalità di gestione degli orari e degli spazi pubblici in cui tutti hanno diritti e doveri”: nterventi, ha aggiunto Lepore, in cui per l’appunto potranno inserirsi anche idee come quella del “lavaggio anticipato delle strade” in funzione anti-movida, ma che “dovranno nascere da una discussione non ideologica”.
Per finire, il Nodo sociale antifascista riferisce che ieri nel tardo pomeriggio “due neofascisti sono stati trovati a offendere e spintonare persone che chiedevano gli spiccioli lungo via Zamboni. In particolare, se la sono presa con una ragazza insultandola, strattonandola e intimandole ripetutamente di allontanarsi dalla zona. Hanno cercato di intimidire anche un passante che le aveva dato qualche soldo, affermando che «è vietato favorire l’accattonaggio e il degrado»”. Alla richiesta di spiegazioni, uno dei due neofascisti ha dichiarato dapprima di essere «un parà dei carabinieri», poi che «bisogna fare come a Salò ed eliminarli tutti», poi che «in piazza Verdi spacciano i centri sociali» e infine ha rivendicato di essere «fascista»”. Commenta il Nodo: probabilmente si tratta di “due poveri frustrati in libera uscita attratti in piazza Verdi dall’ennesimo progetto autoritario di «riqualificazione»…”.