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“Il ricatto del permesso di soggiorno espone le donne migranti alla violenza”

Lo denuncia il Coordinamento migranti: i e le minori “anche se sono nati qui, non hanno la cittadinanza e una denuncia può mettere a rischio i documenti della madre e quindi il suo diritto a restare coi figli”.

29 Ottobre 2019 - 14:30

“Tante donne migranti hanno preso parola nell’assemblea ‘È il momento delle e dei migranti!'”, tenutasi sabato scorso al Centro Interculturale Zonarelli. Lo scrive il Coordinamento Migranti. “Il ricatto del permesso di soggiorno – prosegue il post su Facebook – per le donne ha effetti diversi. Tante stanno perdendo l’affidamento dei figli perché hanno perso il lavoro e quindi il permesso di soggiorno, oppure perché non riescono ad affittare una casa adeguata per il razzismo del mercato. Raccontano di amiche che non denunciano la violenza perché i figli, anche se sono nati qui, non hanno la cittadinanza e una denuncia può mettere a rischio i documenti della madre e quindi il suo diritto a restare coi figli. Si parla anche di lavoro: molte si occupano di servizi e pulizie, e si stanno intensificando i ritmi di lavoro perché i padroni assumono lavoratrici migranti arrivate da poco, più precarie e ricattabili. “I diversi permessi di soggiorno ci espongono di più alla violenza e ci mettono le une contro le altre. Invece bisogna unirsi e lottare”.

In un precedente post il Coordinamento spiegava che “chi è al governo parla sempre di discontinuità, ma le donne e gli uomini migranti continuano a parlare di documenti che mancano e di negativi che ti piovono addosso dopo anni che vivi e lavori in Italia, di sfruttamento che non finisce mai e di case che ‘non si affittano ai neri’, della cittadinanza che rimane un miraggio e della clandestinità che fa paura. Gli annunci li lasciamo a chi non ha le nostre urgenze, il nostro bisogno di cambiare le cose per farci una vita liberi dalla minaccia della clandestinità e dello sfruttamento. Chi sta dalla parte delle e dei migranti sa che questo è il momento di parlarsi, di organizzarsi e di lottare. Questo è il momento per osare!”.