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Il mondo della scuola contro la “riforma inapplicabile”

La protesta dei precari e di tutto il mondo della scuola contro una riforma inapplicabile. Domani, venerdì 12 sciopero generale dei Cobas per una “scuola pubblica di qualità”.

11 Marzo 2010 - 09:12

In data 18 febbraio, il Ministero dell’Istruzione ha emanato una circolare riguardante la sostanziale ridefinizione dell’ordinamento delle scuole medie superiori che comporta come di consueto, almeno negli ultimi anni, ingenti tagli al sistema complessivo della scuola pubblica.

Il Coordinamento delle Scuole Superiori di Bologna e Provincia e quello dei Precari della Scuola di Bologna non nascondono la loro forti criticità sulla riforma e lo fanno rivolgendosi alla cittadinanza interessata con una lettera aperta in cui denunciano la gravità della situazione attuale.

In effetti lo stesso decreto mostra evidenti carenze di legittimità, in quanto pubblicato unicamente sul sito del Ministero e non sulla Gazzetta Ufficiale, organo che ne sancirebbe l’effettiva entrata in vigore. Tale decreto non è, nemmeno, passato al vaglio alla Corte dei Conti né, tanto meno, è stato firmato dal Presidente della Repubblica. Il principale motivo di disagio risiede, però, nel riassetto, davvero poco chiaro, dei programmi annuali delle scuole superiori. Pare infatti che gli istituti non sappiano quale tipologia di indirizzo offrire agli studenti che si accingono (dal 26 febbraio al 26 marzo) ad iscriversi al primo anno. Secondo quanto è scritto le ore del triennio verranno ridotte da 34 a 30 e quelle del biennio da 34 a 27, senza che vengano indicati, però, precisi criteri, in grado di fornire l’informazione adeguata riguardo le modalità con le quali dovranno essere tagliate tali ore. In pratica non si è ancora a conoscenza di cosa si dovrà insegnare nei nuovi indirizzi di studio né di chi insegnerà le nuove materie. In questo senso la situazione è quindi di caos totale visto che “Il ministero dell’Istruzione invita le famiglie a fare iscrizioni a indirizzi di studio che NON esistono di cui nessuno conosce che cosa dovrà essere insegnato, perché mancano i “Programmi” annuali e gli obiettivi specifici di apprendimento”, per questo scuole come l’istuto tecnico Keynes di Castelmaggiore ha deciso di non applicare, per il momento la rifoma.

A questi problemi si aggiunga un’ulteriore penalizzazione nei riguardi degli Istituti Tecnici e Professionali: se, infatti, le modifiche in atto nei licei coinvolgeranno unicamente gli studenti delle prime classi del prossimo anno, negli Istituti Tecnici le stesse entreranno in vigore anche nelle seconde, terze e quarte classi. Ciò significa che gli studenti saranno costretti ad aderire ad un Piano di Offerta Formativa diverso da quello noto al momento dell’iscrizione. A ciò si aggiunga una, poco chiara, possibilità che gli insegnamenti dei succitati istituti vengano tenuti, in parte, da esperti esterni (esclusi dal collegio docenti) assunti direttamente dalle scuole e pagati a prestazione d’opera.

Un nodo cruciale è rappresentato inoltre dal forte ridimensionamento degli insegnanti di sostegno: l’applicazione della legge regionale 4/08 rende possibile la concessione di un insegnante di sostegno solamente verso gli studenti che soffrono di gravi patologie fisiche o mentali escludendo tale possibilità verso coloro che soffrono di disturbi “minori” come ladisgrafia o la discalculia.

Di fronte a queste problematiche, gli Enti Locali (che secondo la Costitizione avrebbero il compito di organizzare sul territorio l’Offerta Formativa) si stanno dimostrando assolutamente succubi delle decisioni del Ministero e le scuole bolognesi chiedono esplicitamente a Provincia e Regione di mostrare una reazione impugnando questa “riforma inapplicabile”.  Intanto i precari della scuola parteciperanno e costituiranno lo spezzone di apertura del corteo, promosso dai Cobas, che si svolgerà domani, venerdì 12 a Roma, in difesa di una “scuola pubblica di qualità”.

> Leggi la lettera aperta dalla scuola superiore alla cittadinanza bolognese