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“Il Governo all’attacco della scuola”, oggi sciopero e presidio

Tra le richieste stipendi europei con il recupero del 20% circa del potere d’acquisto perso negli ultimi decenni, un piano straordinario di assunzioni a partire dai precari, conferma e stabilizzazione dell’organico Covid docente e Ata. In piazza i Cobas, insieme a Rete Bessa e Priorità alla scuola, che denuncia: “Dad torna in maniera surrettizia”.

10 Dicembre 2021 - 16:29

“Come i Governi precedenti, anche l’esecutivo Draghi, nonostante l’enorme disponibilità di fondi europei, prosegue, con il Pnrr e la legge di bilancio, nell’attacco al diritto all’istruzione e ai lavoratori/trici della scuola“. A partire da questa constatazione i Cobas scuola hanno proclamato per oggi una giornata di sciopero del comparto che, a Bologna, è stato affiancato da un presidio nella piazza del Memoriale della Shoah (con l’adesione di altre sigle come Priorità alla scuola e Rete Bessa). I provvedimenti del Governo sulla scuola, scrivono i Cobas, “sono caratterizzati da: proposte salariali per il rinnovo del contratto (scaduto nel 2018) ridicole e offensive, come nel caso del premio per la ‘dedizione al lavoro’, che ricorda le campagne del ventennio; nessuna stabilizzazione del personale precario, docenti e Ata; nessun investimento nell’edilizia scolastica, con conseguenti problemi per la sicurezza, cresciuti ulteriormente con la pandemia; nessuna riduzione strutturale del numero degli alunni/e per classe; nessuno stop ai progetti di Autonomia differenziata con i quali si vuole regionalizzare l’istruzione, che anzi vengono di nuovo allegati alla Legge di bilancio. In questo contesto, a fronte di una stragrande maggioranza di lavoratori/trici (intorno al 95%) che ha scelto di vaccinarsi, il Governo, per nascondere incapacità e inefficienza, nonostante nelle scuole si stia lavorando regolarmente, impone la vaccinazione obbligatoria, che non tutela la sicurezza sul luogo del lavoro e di cui non si comprendono le motivazioni scientifiche. Determinando, così, una situazione paradossale per cui nelle aule sarà comunque presente una maggioranza di persone, gli alunni/e, non vaccinati, né controllati (per questi ultimi, sia chiaro, non si chiede la vaccinazione obbligatoria, che violerebbe il diritto all’istruzione). Al tempo stesso, riteniamo la campagna di vaccinazione e la sospensione dei brevetti strumenti indispensabili, anche se non unici, per combattere la pandemia”.

Con lo sciopero di oggi si chiedono quindi: “Stipendi europei, con il recupero del 20% circa del potere d’ acquisto perso negli ultimi decenni, senza alcuna differenziazione in base al presunto ‘merito’ o ‘dedizione al lavoro’; un piano straordinario di assunzioni, a partire dai ‘precari’, docenti (tre anni di lavoro) e Ata (due anni); conferma e stabilizzazione dell’organico Covid docente e Ata; 20 alunni per classe, da ridurre a 15 con studenti diversamente abili; formazione e aggiornamento in orario di servizio; centralità della scuola nel Pnrr, innanzitutto attraverso un piano straordinario per l’edilizia scolastica e la sicurezza; ritiro di qualsiasi progetto sull’Autonomia differenziata; ritiro dell’obbligo vaccinale”.

“Sciopero stoico, anche per la temperatura, sui due gradi”, ha scritto Priorità alla scuola, “era importante esserci, intervenire e dire la nostra su gestione della pandemia, fondi strutturali inesistenti, buco di milioni dovuto all’invalsi e retoriche distraenti dei governi italiani. A fare le spese di tutto ciò non è solo il diritto allo studio di studentesse e studente, ma l’intera società.A margine, ci teniamo a rimarcare due elementi”. Il primo: “L’ultima volta che ci è capitato di essere invitate e poi dis-invitate ad un evento è stata alla festa delle medie. È toccato vedere lo stesso spettacolo per un invito in una sedie istituzionale, il Comune di Bologna, in occasione di un’audizione conoscitiva sulla relazione, ampiamente problematica, tra normativa sul green pass, trasporto pubblico e diritto allo studio. Dopo essere state invitate, il nostro intervento, e quello di molte altre realtà è stato rinviato in una seconda seduta, prevista nella seconda metà di gennaio. Essendo il tema rilevante ora, la decisione è quasi offensiva. Ci tocca rilevare, che molte delle realtà ‘rinviate a gennaio’, sono quelle che hanno preso le piazze degli ultimi due anni per lottare a favore della scuola. Al Comune di Bologna, evidentemente, le lotte non piacciono un granché”. Il secondo: “È scandaloso il ritorno della dad non per decisione palese, ma in maniera surrettizia. La scarsità di fondi, l’esiguo personale, la disorganizzazione stanno facendo sì che la dad sia di nuovo una prassi, avviata in modo frammentato. Basta il sospetto di un contagio per mandare a casa studentesse e studenti e sospendere il diritto all’istruzione. Il tracciamento è già saltato, per la quarta volta. E per la quarta volta abbiamo gli stessi problemi, risolvibili se ci fossero fondi adeguati e una organizzazione all’altezza: gli avvisi di fine quarantena non arrivano, saltano le convocazioni per i tamponi. La gente non sa perché deve rimanere a casa, non capisce qual è l’atto formale legittima questa decisione. Non è più nemmeno un discorso di protocolli: scarse risorse, psicosi securitaria e l’utilizzo del lasciapassare “Green pass” come arma di distrazione di massa stanno creando un cocktail clamoroso che ha come risultato la sospensione di un diritto e aumentano una sofferenza diffusa. Senza peraltro risolvere il problema sanitario.Stanno facendo tutto questo senza esplicitarlo. Non fosse una gestione criminale, sarebbe da applausi”.