Lunedì, per l’intera giornata, sciopero generale nazionale dei settori pubblici e privati. A Bologna è previsto un corteo regionale convocato da Adl Cobas, Sgb, Confederazione Cobas, Usi-cit, Usb e Si cobas “contro le politiche del Governo Draghi, per la costruzione di un’opposizione sociale”.
“Contro licenziamenti e macelleria sociale, contro le politiche del Governo Draghi, per la costruzione di un’opposizione sociale”, l’intero sindacalismo di base ha proclamato uno sciopero generale nazionale dei settori privati e pubblici per l’intera giornata di lunedì 11 ottobre. A Bologna la mobilitazione si concretizzerà anche in un corteo regionale (concentramento alle 10,30 in piazza dell’Unità) convocato da Adl Cobas, Sgb, Confederazione Cobas, Usi-cit, Usb e Si cobas che oggi hanno illustrato le motivazioni dello sciopero con una conferenza stampa sotto le finestre della Prefettura. Dalla piattaforma condivisa dai sindacati che hanno deciso di unire le forze per costruire la giornata dell’11: “I licenziamenti alla Gianetti Ruote, alla Gkn, alla Whirpool e alla Logista si aggiungono alle migliaia avviati in piccole aziende che non arrivano alla cronaca nazionale e vanno a ingrossare gli oltre 900.000 lavoratori e lavoratrici licenziati nel corso di questi ultimi mesi. Lo sblocco dei licenziamenti sottoscritto con la complicità di Cgil-Cisl-Uil è legato a doppio filo ai piani di ristrutturazione capitalistica messi in campo dai padroni attraverso le direttive del governo Draghi e dell’Unione Europea. Il perdurare della crisi pandemica, col drammatico impatto sociale che questa ha già prodotto sia sul versante sanitario sia sulle condizioni di vita, di lavoro e salariali, non ha impedito al padronato di intensificare lo sfruttamento sia nel settore privato che nel pubblico impiego: aumentano i ritmi e il controllo, proliferano le forme di precarietà più selvagge, e con l’alibi di una crisi che spesso è solo apparente, le imprese agitano lo spettro dei licenziamenti di massa per delocalizzare e/o favorire il ricambio di manodopera garantita con masse di giovani ultra-ricattati e sottopagati. La crisi pandemica ha messo drammaticamente a nudo lo sfascio del sistema sanitario prodotto da una politica ultradecennale di tagli e privatizzazioni, così come la distruzione dei servizi sociali (istruzione, trasporti, asili nido, ecc)”.
Il governo Draghi, “lungi dall’invertire questa tendenza, continua ad alimentarla- continuano i sindacati- come dimostra la liberalizzazione dei subappalti e l’utilizzo dei fondi dello Pnrr, gran parte dei quali sono destinati ai padroni e agli speculatori, cioè i primi responsabili della crisi economica e del disastro sanitario e sociale cui abbiamo assistito in quest’anno e mezzo di pandemia. L’intollerabile escalation repressiva in corso contro gli scioperi e contro le lotte sociali, (con cariche della polizia, denunce sistematiche, fogli di via, ecc.) legittima nei fatti le violenze e le aggressioni contro lavoratori e attivisti sindacali da parte di squadracce padronali a cui abbiamo assistito in questi mesi e che hanno portato all’omicidio del sindacalista Adil Belakhdim”.
Di fronte a questa situazione, lo sciopero generale è stato convocato per le seguenti ragioni e i seguenti obbiettivi: “Contro lo sblocco dei licenziamenti, per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario al fine di contrastare l’attacco all’occupazione e ai salari; per il rilancio dei salari, con forti aumenti economici e con l’istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione; garanzia del reddito attraverso un salario medio garantito a tutti i disoccupati; per l’accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario; contrasto alla precarietà e allo sfruttamento: abrogazione del Jobs Act, superamento degli appalti e del dumping contrattuale e forte contrasto all’utilizzo indiscriminato dei contratti precari; rilancio degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione, la mercificazione e lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, dei settori fondamentali, di pubblica utilità e delle infrastrutture; contro i progetti di autonomia differenziata e le attuali forme di regionalizzazione: per l’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale; per una vera democrazia sindacale: contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative, per dare ai lavoratori il potere di decidere chi deve rappresentarli; per il diritto di sciopero e l’abrogazione di ogni normativa repressiva che ne mini e riduca l’efficacia, a partire dal decreto-Salvini; per il rafforzamento della sicurezza dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo delle Rls; per la tutela dei lavoratori immigrati: permesso di soggiorno a tutti gli immigrati; contro lo sblocco degli sfratti, per un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico in disuso; contro ogni discriminazione di genere: per una vera parità salariale, occupazionale e dei diritti delle donne, nei luoghi di lavoro e nella società; per la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative; contro il G-20 di Roma e le ipocrite passerelle dei padroni del mondo: per l’unità e la solidarietà internazionale tra le lotte dei lavoratori e degli sfruttati”.