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Il dossier sulle carceri dell’Emilia-Romagna: sovraffollamento, strutture fatiscenti e il dramma dei decessi

La fotografia scattata dall’associazione Antigone sulla base delle visite effettuate nel corso del 2024: presenze al 128% contro il 120% nazionale, ma questo è solo uno dei fattori che portano alla situazione di “estrema afflizione e sofferenza” prodotta dalla detenzione. E desta “forte preoccupazione” la sezione per giovani adulti alla Dozza.

24 Marzo 2025 - 13:54

“L’incremento generale delle persone detenute nell’anno 2024 (da 3572 a 3820, dati ufficiali del Ministero della Giustizia al 31 dicembre 2024) sfiora il 7%, portando la regione Emilia-Romagna a un tasso di affollamento che rasenta il 128%, contro il 120,5% del tasso nazionale. Gli istituti più sovraffollati sono Bologna (171%), Ferrara (162%) e Modena (153%), mentre altri istituti si collocano al di sotto della capienza regolamentare (Piacenza, Reggio Emilia, Forlì, Ravenna)”. Sono i dati segnalati dall’Associazione Antigone Emilia-Romagna che in questi giorni ha diffuso il dossier relativo all’attività di osservazione delle condizioni di detenzione in regione sulla base delle visite effettuate nel corso del 2024. “Il dossier intende restituire la fotografia dello stato attuale dei dieci istituti penitenziari per adulti presenti in regione e dell’istituto per minorenni di Bologna”, spiega Antigone.

Si conferma dunque il tema del sovraffollamento, però l’associazione sottolinea che “con questo report vogliamo ribadire come le condizioni di detenzione non dipendono solo dal numero di persone ristrette, ma anche da come e dove queste siano detenute. Al sovraffollamento, che rimane un elemento cruciale di analisi, si aggiungono altri fattori che incidono gravemente sulla qualità della vita in carcere e sulla salute psico-fisica delle persone ivi ristrette, quali: strutture a volte fatiscenti, carenza di attività e di personale, maggiori chiusure delle sezioni, e più isolamento”.

In questo contesto “si inserisce il drammatico dato sulle morti e i suicidi in carcere. In regione, nel 2024- mette in evidenza l’associazione- si sono tolte la vita nove persone; dal 31 dicembre ad oggi, in poco più di due mesi, sono otto i decessi già registrati nelle nostre carceri. L’ultima morte è avvenuta solo pochi giorni fa nell’istituto bolognese. Sono innumerevoli i fattori di rischio presenti all’interno degli istituti penitenziari italiani. L’elevato tasso di suicidi cui stiamo assistendo – mai così elevato – ci deve mettere in guardia rispetto all’estrema afflizione e sofferenza prodotta dal carcere. Modi della pena che, oltre a non rispettare i criteri di dignità sanciti dalla Costituzione, finiscono per favorire la recidiva piuttosto che abbatterla. A questo fine diffondiamo il dossier in allegato relativo all’attività di osservazione nelle carceri dell’Emilia-Romagna”.

Scrive ancora Antigone: “Un altro punto che desta forte preoccupazione riguarda il trasferimento di giovani adulti da vari Ipm italiani nel carcere per adulti di Bologna. Questa decisione, che interrompe il percorso trattamentale dei giovani detenuti che saranno trasferiti, pone l’istituto minorile di Bologna in una situazione di sovraccarico mai vista e rischia, inoltre, di compromettere le prospettive di reinserimento sociale di questi giovani. Questa misura è solo l’ultima manifestazione di un tentativo di rivoluzionare la cultura della pena e della penalità in senso repressivo che osserviamo con preoccupazione e a cui ci opponiamo fermamente almeno dall’emanazione del Decreto Caivano.

Questi sono alcuni dei temi affrontati all’interno dell’approfondimento curato da Antigone, che contiene anche focus relativi ad ogni singolo istituto della regione e i link a tutte le schede aggiornate delle visite svolte: il dossier completo è disponibile sul sito web di Antigone.