Oggi anche lo sciopero di docenti e personale Ata delll’Istituto Aldrovandi-Rubbiani, tra i sindacati promotori i Cobas Scuola che contestano “l’autoritarismo” della dirigente scolastica.
Come in molte altre città italiane, anche a Bologna oggi hanno manifestato le studentesse e gli studenti delle scuole: “contro il Governo e la scuola del merito. Siamo e saremo resistenza”, si legge sullo striscione di apertura a firma “Collettivo interscolastico”, un altro recita “No governo Meloni, no scuola dei padroni”. Partito da piazza Verdi il corteo, tra musica e fumogeni, ha percorso via Zamboni, via San Vitale, via Rizzoli, via Indipendenza, via Irnerio per poi tornare in zona universitaria. Tra i cori: “Siamo tutte antifasciste”, “Meloni dimissioni”, “ogni scuola sarà un’occupazione” e “Giuliano è vivo e lotta insieme a noi”, ricordando lo studente morto in l’alternanza scuola-lavoro.
La protesta si è conclusa con gli studenti simbolicamente imbavagliati e legati in piazza Scaravilli, davanti al rettorato di via Zamboni, per denunciare il silenzio delle istituzioni sulle problematiche della scuola. Oggi è stato anche il giorno dello sciopero di docenti e personale Ata delll’Istituto Aldrovandi-Rubbiani, con presidio davanti alla scuola in via Marconi e poi corteo fino all’Ufficio scolastico di via de’ Castagnoli. Tra i sindacati promotori i Cobas Scuola, che contestano “l’autoritarismo” della dirigente scolastica.
Si legge sul comunicato d’indizione: “Una parte significativa della comunità scolastica ha orgogliosamente deciso di promuovere lo sciopero in un singolo istituto, cosa che non si vedeva da decenni, a seguito del drastico peggioramento delle relazioni e del clima di grande disagio che si respira nella scuola, con evidenti ricadute sul benessere collettivo e sulla qualità del lavoro. Tutto ciò accade a causa della gestione dirigista e autoritaria della dirigenza, supportata dallo staff. Sappiamo che la situazione dell’Istituto Aldrovandi-Rubbiani presenta tratti presenti anche in altre scuole, poiché corrisponde ad un determinato modello di gestione, verticistico e con forti caratteristiche di autoritarismo. Questa strategia si fonda sui nefasti cambiamenti degli ultimi decenni, volti a trasformare la scuola in senso aziendalista, e su provvedimenti che hanno la precisa intenzione di affermare lo strapotere dei/delle dirigenti a scapito della dignità di chi lavora a scuola, della collegialità e del confronto con le rappresentanze sindacali. La vita della scuola, le scelte didattico-organizzative, la gestione delle risorse umane e finanziarie, tendono a diventare appannaggio esclusivo di dirigenti che si auto-investono del potere salvifico di rappresentare l’intera comunità scolastica, nonché il bene generale della scuola pubblica tout court”.