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Il concorso per insegnanti del Comune? “Una nuova presa in giro”

Intoppi nei test affidati ad una ditta esterna, Sgb: “Dov’è la serietà nei confronti di questi lavoratori precari che, in molti casi, affrontano per l’ennesima volta una prova concorsuale col fine di poter, dopo anni di precariato, raggiungere il tanto desiderato contratto a tempo indeterminato?”.

28 Luglio 2022 - 14:05

“Concorso insegnanti: una nuova presa in giro. Siamo alle solite e, come se il passato non avesse insegnato qualcosa, il Comune di Bologna inciampa nuovamente sugli stessi errori! Era già accaduto col concorso per Educatori nel 2018, e la storia si ripete!”. Così l’Sgb, in un comunicato. “L’amministrazione difatti ha la memoria corta: ancora una volta- spiega il sindacato- si è affidata, per la compilazione dei test per la prova scritta del concorso per Insegnati scuola infanzia ad una ditta esterna, sicuramente seria, ma che, come è naturale che sia, stila le domande in base a parametri generali, rifacendosi alle indicazioni ministeriali, che, spesso non coincidono o sono diverse da quelle adottate dalle linee pedagogiche della scuola comunale del territorio di Bologna e dalle quali per lo più erano provenienti i concorsisti. Il risultato è stato fallimentare, poiché le candidate e i candidati (195 hanno partecipato alla prova scritta) si sono trovati di fronte a quesiti posti in modo nebuloso, a volte affrontando argomenti tecnici e che spesso solo chi è fresco di studi universitari di tipo scolastico, a livello educativo nazionale, conosce. La maggioranza dei partecipanti, infatti, lavora come precario per il Comune di Bologna, già da molti anni tant’è che, per coloro che da oltre tre anni prestano servizio come insegnante precario, è riservato il 40% dei posti. Va tutto bene, madama la marchesa! Ma la verità è che mentre un tempo la preparazione dei concorsi era affidata a tecnici esperti interni come pedagogisti e dirigenti competenti nel settore educativo, con alle spalle decenni di esperienza sul territorio, che stilavano domande chiuse o aperte sulla base di una metodologia di un lavoro educativo che verteva su aspetti territoriali di cui non si poteva non tenere conto, ora gli esperti sono persone che, tramite un programma, decidono sulla base di studi universitari quali domande somministrare, come fosse un calderone che ricorda molto le prove Invalsi, che non tiene conto delle capacità educative territoriali, a cui Sgb si è sempre opposto essendo un metodo di valutazione dal quale vengono estrapolate competenze misere e povere di contenuti al fine del ragionamento educativo e stilate sulla base di studi mnemonici”.

Continua il comunicato: “Come se non bastasse, oltre al danno, la beffa. Dopo due giorni dalla prova scritta, con una nota ufficiale, l’amministrazione informa i candidati che due delle domande poste nel Test B potevano effettivamente avere più di una risposta tra quelle proposte per la scelta multipla. La soluzione data dall’amministrazione stessa è stata che, a quelle domande, sarebbero stato assegnato un punteggio pari a 0,75 a prescindere, sia che il candidato avesse risposto correttamente o meno (anche tenendo conto che potevano esserci più risposte valide). La domanda è: perché l’amministrazione non si è preoccupata di controllare il prodotto finale della ditta esterna prima di somministrare la prova di concorso? Dov’è la serietà nei confronti di questi lavoratori precari che, in molti casi, affrontano per l’ennesima volta una prova concorsuale col fine di poter, dopo anni di precariato, raggiungere il tanto desiderato contratto a tempo indeterminato? Il risultato di questa prova scritta è che su 195 partecipanti, solo 68 sono stati ammessi alla prova orale; nella speranza che tutti siano ritenuti idonei, è un numero sicuramente insufficiente a coprire il fabbisogno di personale insegnante per le scuole d’infanzia comunali, motivo per cui è stato, giustamente, organizzato il concorso in oggetto. Siamo quindi al punto di partenza… Alla luce di tutto ciò, Sgb chiede: che la preparazione delle prove concorsuali venga nuovamente affidata ad esperti del mondo scolastico, quali i pedagogisti dirigenti, così che possano essere ripristinatele capacità educative territoriali che rendevano la città di Bologna un fiore all’occhiello; che la nostra richiesta di rendere la scuola dell’infanzia comunale un luogo gradevole non solo per i bambini, ma anche per chi vi lavora tenga conto del fatto che solo ripristinando condizioni migliori di lavoro sarà possibile impedire la continua migrazione del personale verso lo Stato o altre tipologie di lavoro”.

Conclude Sgb: “Soddisfatto e bramoso di educare è chi si interfaccia bene con chi educativamente ti valuta bene. Tutto il resto sono solo perdite di personale formato e ‘mazziato’ dagli stessi formatori che ne hanno proclamato, anche attraverso un semplice concorso modello Invalsi, l’adottabilità”.